Tutto il mese di maggio è tempo pasquale ed è anche il mese dedicato a Maria. Siamo invitati quindi a guardare Gesù risorto e Maria. Questo testo che propongo alla meditazione è solo un breve impulso che ci aiuta a dare uno sguardo a Gesù e a Maria, al Figlio e alla Madre.
“Dopo i trent’anni della vita nascosta vissuta a Nazareth, Gesù inizia la sua predicazione per le strade della Palestina; nel corso dei tre anni della vita pubblica, Maria lo segue da lontano per riapparire alla fine sotto la croce.
Un brano del Vangelo di Luca getta luce sul rapporto della Madre col Figlio. Una donna del popolo, piena di ammirazione per Gesù esclama: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato – Gesù risponde: – Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 11,27-28).
Maria non è tanto grande perché ha generato Gesù, quanto perché ha vissuto la Parola di Dio, è tutta Parola di Dio, al punto tale d’aver generato Gesù, che è il Verbo di Dio.
Se sulla croce Gesù è la Parola pienamente spiegata e rivelata a noi, Maria è la Parola interamente accolta e tradotta in vita.
Anche noi siamo chiamati a nutrirci ogni giorno della Parola di Dio, per diventare, per così dire, parole nella Parola.
La vita della Vergine Madre si può sintetizzare in una sola parola: fiat; tutto il suo itinerario terreno è incastonato tra il fiat dell’annunciazione e il fiat della desolazione sotto la croce.
Quando, sul Calvario, il Crocifisso grida il suo abbandono: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27,46), in quel momento appare solo uomo; non è vero che il Padre lo abbandona, ma egli si sente senza il Padre, al punto tale che lo chiama Dio, e senza la Madre: l’ha data a Giovanni. […] Sul Calvario, Gesù, rivolto alla Madre, indicando Giovanni, dice: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26), quasi a dirle: «Mi ritroverai, in Giovanni»; Maria, infatti, da quel momento, ritroverà la presenza del Figlio in tutti i suoi figli, figli nel Figlio, sarà la Madre di tutto il Corpo mistico e di ciascuno. […] Se Gesù crocifisso dice a Giovanni: «Ecco tua madre» (Gv 19,27), ciò significa che la strada perché la redenzione diventi efficace in noi è Maria, che tutta la grazia del Cristo passa a noi attraverso lei, mediatrice di tutte le grazie; ciò significa, anche, che, se non prendiamo, come Giovanni, a casa nostra, Maria, non sarà facile per noi arrivare a Gesù.
[…] La Vergine assunta in cielo, partecipe della gloria di Gesù risorto, diventa la presenza universale di una maternità, che abbraccia tutti e ciascuno.
Ai piedi della croce, Maria accoglie in Giovanni l’umanità intera, dilatando il suo cuore alla dimensione della maternità universale, ma solo dopo l’assunzione sarà resa partecipe della vita divina e diventerà intima a ciascuno di noi. La presenza di Maria assunta è un mistero avvincente, inimmaginabile, tutto da scoprire; la Vergine può, oggi, esercitare la sua maternità in relazione a ciascuno di noi, ovunque e dappertutto; associata alla stessa gloria di Gesù risorto, partecipa anche col corpo alla vita di Dio, ciò significa che è presente ovunque c’è un suo figlio o una sua figlia; è presente col corpo e con l’anima, non si tratta della stessa presenza dei santi, nessuno di essi ha questo privilegio, per Gesù e per Maria, invece, il mistero si è compiuto; tutta la gloria futura di tutta la creazione parteciperà della loro gloria. Non possiamo entrare in comunione con Gesù senza essere resi, in qualche modo, partecipi del rapporto di Maria con Gesù, come figli con la propria Madre; la sua presenza materna, in corpo e anima, accanto a ciascuno di noi, è una realtà che ci avvolge, sia che ne siamo consapevoli, sia che non lo siamo; con lei il cammino della vita diventa più agevole” (Scopelliti Nunziella, Maria, incanto e mistero, 2016 Effatà Editrice). Ognuno potrà trarre uno spunto dal testo per la sua riflessione personale, ma soprattutto chiediamo a Maria di insegnarci a dire sempre di sì alla volontà di Dio e a vivere la Parola di Dio. Impariamo da Gesù ad amare Maria e impariamo da Maria ad amare Gesù. Scopriremo che non è solo un pensiero spirituale, staccato dalla realtà, ma che contiene una rivoluzione capace di trasformare e rinnovare la nostra vita personale, familiare, comunitaria, ecclesiale e sociale.