Carissimi, amici tutti delle comunità mi ritrovo ancora una volta a scrivere purtroppo della pandemia che sta facendo sempre più parte del nostro quotidiano e che dilaga nel mondo seminando paura, angoscia e morte. In questa situazione così particolare e difficile, già come l’anno scorso ma forse con un po’ più di apprensione in questa Quaresima, le riflessioni e le azioni del percorso comunitario e personale ci ispirano alla carità e alla fraternità. Come naturale arricchimento ci è venuto spontaneo rifarci all’enciclica Fratelli Tutti, per essere in sintonia alla chiamata di essere carità in questo tempo di fragilità, sia come singoli che come comunità.
La musica del Vangelo
Gli ultimi nostri incontri di ritiri spirituali in tempo di Quaresima e di Avvento oramai risalgono al 2019, momenti molti ricchi di testimonianze di crescita spirituale, di riflessioni tenuti da vari relatori, venuti appositamente nell’occasione, come don Pio Visentin, i frati di Aschaffenburg, padre Antonio Gelsomino, padre Arcangelo Biondo, don Rocky e tanti altri, sempre coadiuvati dal nostro padre Antonino Grassia. Ma anche se non ci siamo potuti incontrare abbiamo usato tutti i mezzi possibili per essere sempre in comunione con tutti e oggi anche con questo nostro articolo affidato al Corriere d’Italia, per far vibrare ancor di più la musica del vangelo nei nostri cuori e nelle nostre vite quotidiane, lavorando sulle nostre angosce per riportare la luce (“la Gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati”). Noi quella musica la troviamo nel vangelo, nel partecipare alla santa Messa, nell’offrirci come pane eucaristico assieme alla comunità. Sentire la musica nel cuore è come una carezza nell’anima che solo Gesù ci può dare, e in questa Quaresima dobbiamo lavorare e abituare il nostro cuore alla gioia che risusciterà nel giorno di Pasqua assieme a Cristo Risorto. Annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e risurrezione, a compimento della volontà del Padre, Gesù svela il senso profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa per la salvezza del mondo. Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8). Nella notte di Pasqua rinnoveremo le promesse del nostro battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie all’opera dello Spirito Santo. Ma già l’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.
La fede ci chiama ad accogliere la verità e a diventarne testimoni, davanti a Dio e davanti a tutti i nostri fratelli e sorelle
In questo tempo di Quaresima, accogliere e vivere la verità manifestatasi in Cristo significa lasciarci raggiungere dalla parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla chiesa. Questa verità non è una costruzione dell’intelletto, riservata a poche menti elette, ma è un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore, aperto alla grandezza di Dio che ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza. Questa verità è Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità, si è fatto via – esigente ma aperta a tutti – che conduce alla pienezza della vita.
La speranza come acqua viva che ci consente di continuare il nostro cammino
La samaritana, alla quale Gesù chiede da bere presso il pozzo, non comprende quando Lui le dice che potrebbe offrirle un’“acqua viva” (Gv 4,10), intendendo lo Spirito Santo, quello che Lui darà in abbondanza nel mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude. Già nell’annunciare la sua passione e morte Gesù annuncia la speranza, quando dice: “e il terzo giorno risorgerò” (Mt20,19). Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’amore. Significa attingere dal suo cuore aperto il perdono del Padre.
La carità, vissuta sulle orme di Cristo nell’attenzione e nella compassione verso ciascuno, è la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza
La carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senza tetto, disprezzato, nel bisogno. La carità è lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione. «A partire dall’amore sociale è possibile progredire verso una civiltà dell’amore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. La carità, col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo, perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti». La carità è dono che dà senso alla nostra vita e grazie al quale consideriamo chi versa nella privazione quale membro della nostra stessa famiglia, amico, fratello. Il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità. Vi auguro di essere preparati con il cuore aperto verso Gesù Cristo e con le braccia aperte verso il prossimo. Vi saluto con le parole e la benedizione di papa Francesco: “Maria, Madre del Salvatore, fedele ai piedi della croce e nel cuore della Chiesa, ci sostenga con la sua premurosa presenza, e la benedizione del Risorto ci accompagni nel cammino verso la luce pasquale”. Con i più cari saluti e auguri di una meditata Quaresima e una santa Pasqua i parroci, padre Claus Schmidt e Antonino Grassia assieme a tutto il consiglio pastorale san Francesco d’Assisi di Mühlacker.