Non solo direttive ma anche linee guida
– A partire dalla riflessione sulla Communio, non bastano solo direttive di carattere giuridico. Occorre alla diocesi un fondamento teologico, pastorale che indichi la strada per dar vita a una comunione fra le persone del posto e migranti.
– Le comunità di altre madrelingua hanno bisogno di un modello che non esclude. Deve essere possibile che persone con passaporti diversi possano appartenere a una comunità. Anche l’appartenenza di bambini e minori deve essere chiarita. La problematica fra comunità di madrelingua e bacino d’utenza (Einzugsgebiet) deve finire. C’è bisogno di una definizione di appartenenza più attuale.
– Dalla comunità nazionale alla comunità di lingua/cultura (spagnola, portoghese, italiana).
– La pastorale dei migranti ha bisogno di essere rappresentata nella direzione della diocesi.
– Migliorare la presenza mediale della pastorale migratoria nella diocesi. Persone di diverse madrelingua possono essere coinvolte più attivamente nel senso di una chiesa missionaria.
– I migranti non sono da educare. Hanno il diritto a tante cose, senza dover richiedere un permesso speciale.
– La realizzazione delle direttive/linee guida (Richtlinien/Leitlinien) ha bisogno di competenze e personale.
– Come far partecipare i laici/volontari responsabili delle nostre comunità alla responsabilità? Forse serve un „Consiglio delle comunità“ (Rat der muttersprachlichen Gemeinden). Esempi di questo tipo ci sono già nelle diocesi di Berlino e Limburg.
Sintesi del documento presentato dal Coordinamento della Zona Sud nell’incontro in videoconferenza del 9.11.2020 e approvato all’unanimità.