Firenze – Il Convegno dei Vescovi e Forum dei Sindaci del Mediterraneo
Dal 23 al 27 Febbraio, Firenze ha accolto questo grande evento, raccogliendo l’eredità di Giorgio La Pira, “il sindaco santo”, che già negli anni Cinquanta promuoveva il dialogo interculturale e interreligioso tra le città, e in particolare tra le città del Mediterraneo; ma raccogliendo anche l’insegnamento di un altro fiorentino, don Lorenzo Milani e il suo motto “ I care… ho a cuore, ci tengo, mi interessa”.
Firenze ha ospitato il convegno dei vescovi “Mediterraneo frontiera di pace”, promosso dalla Conferenza episcopale italiana, e il “Forum dei sindaci del Mediterraneo”, convocato dal sindaco Dario Nardella: circa 60 vescovi e 60 sindaci erano riuniti rispettivamente presso il Convento della Basilica di Santa Maria Novella e presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.
Da Firenze, città gemellata con Kiev, è partito il monito dei vescovi e dei sindaci, il 24, giorno dell’inizio dell’invasione dell’esercito di Putin in Ucraina, nel quale auspicano il cessate il fuoco e hanno espresso forte preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina, e vicinanza alle comunità cristiane del Paese. “Si fermi la follia della guerra!” hanno detto: “I vescovi del Mediterraneo conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace”.
I vescovi e i sindaci hanno promesso di intensificare le collaborazioni nelle proprie città al fine di preservare la giustizia, rafforzare la fraternità e il rispetto di tutti i cittadini e le comunità culturali e religiose presenti e rafforzare anche gli ideali e i valori affinché siano motivo di speranza delle nuove generazioni. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e il sindaco di Firenze, Dario Nardella, in rappresentanza hanno sottoscritto la Carta di Firenze.
Questa dichiarazione è un punto di arrivo ma anche un punto di partenza, nella quale i vescovi e i sindaci presenti al forum si riconoscono e promuovono. Eccone i punti salienti:
– la diversità del patrimonio e delle tradizioni dell’area mediterranea come patrimonio condiviso per tutta l’umanità;
– l’importanza di un impegno educativo che parta dai bisogni primari, comuni a tutti gli esseri umani, e che possa guidare i giovani nel cammino che conduce al desiderio del bene, dell’amore, della giustizia e della libertà;
– la necessità di sviluppare maggiori opportunità di dialogo e di incontro costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle nostre comunità;
– l’importanza di creare programmi universitari comuni;
– il ruolo chiave della diplomazia a livello urbano nella promozione di uno sviluppo umano integrale e sostenibile;
– l’importanza fondamentale del riconoscimento di un diritto universale alla salute e alla protezione sociale nell’area del Mediterraneo, in particolare a seguito della pandemia di covid;
– la necessità di implementare, quanto prima, soluzioni integrate per evitare cambiamenti climatici catastrofici;
– l’opportunità di promuovere una vera trasformazione della società attraverso nuove forme di cooperazione tra decisori politici, scienziati, leader spirituali e culturali e leader del commercio;
– l’importanza di promuovere opportunità di lavoro di qualità per le categorie svantaggiate, giovani e donne;
– le politiche migratorie nel Mediterraneo e alle frontiere devono sempre rispettare i diritti umani fondamentali;
– la forte connessione esistente tra flussi migratori e cambiamento climatico stanno potenzialmente esponendo miliardi di persone a spostamenti di massa e migrazioni;
– l’importanza del rafforzamento delle relazioni interculturali e interreligiose.
Le città del Mediterraneo rivendicano il loro diritto a partecipare alle decisioni che influiscono sul loro futuro e auspicano consultazioni regolari fra i sindaci. L’intento di dialogo, di cooperazione sono emersi durante il Convegno “Mediterraneo frontiera di pace” con accorata urgenza anche a causa della situazione in Ucraina.
Per citare un altro fiorentino di nascita, recentemente scomparso, David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo: “La speranza siamo noi quando non chiudiamo gli occhi davanti a chi ha bisogno, quando non alziamo muri ai nostri confini, quando combattiamo contro tutte le ingiustizie”.