…La Quaresima, appena iniziata, ci prepara alla Pasqua, la festività più grande del cristianesimo, il fulcro della nostra fede. Se seguiamo con attenzione la liturgia delle cinque domeniche di Quaresima, ci accorgiamo subito che la Parola di Dio ci prepara a un momento significativo della Veglia pasquale: la rinnovazione delle promesse battesimali. Il battesimo infatti è un dono del Risorto, che, apparendo agli apostoli, consegna loro questo mandato: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). Un elemento importante del rito del battesimo è l’accensione del cero, che avviene proprio al cero pasquale, in qualunque periodo dell’anno in corso. Quest’ultimo viene acceso al nuovo fuoco, parte iniziale della Veglia pasquale e, portato in processione, dentro la chiesa buia, dà la luce alle candele che tutti hanno in mano. È il simbolo di Gesù risorto, è lui che ci dona la luce. La candela del battesimo sta ad indicare che quel giorno riceviamo la luce del Risorto che viene ad illuminare il nostro mondo interiore e tutta la nostra vita.
Del resto Gesù lo aveva già detto di se stesso: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Ed esorta: “Camminate mentre avete la luce… credete nella luce, per diventare figli della luce” (Gv 12,35-36). Ecco il senso del cero battesimale: noi, immersi nelle tenebre, accogliamo la luce, che ci rende figli della luce: “Voi siete la luce del mondo, non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,14-16).
San Paolo, nella lettera ai Romani, invita a prendere coscienza che il cristiano è figlio della luce e lo sprona:”… è ormai tempo di svegliarvi dal sonno… La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie” (Rom 13, 11-13). Tutta la nostra vita dovrebbe quindi riflettere questa luce, il battesimo ci rende portatori della luce del Risorto. Potrebbe capitare, finché siamo su questa terra, che la luce si affievolisca o addirittura si spenga, e giacché siamo in quaresima, tempo di conversione, mi permetto di ricordare che, per i Padri della Chiesa, la confessione è come un secondo battesimo, riaccende totalmente la luce dentro di noi e la irradia intorno!
E allora, se già camminiamo nella luce, alimentiamo la fiamma con la preghiera, con il digiuno, con l’elemosina; se camminiamo nelle tenebre, sentiamo rivolte a noi le parole della Scrittura:
“Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14). Facciamoci aiutare dalla Parola di Dio, per esempio leggendo i Salmi, che rispecchiano in modo mirabile i sentimenti anche dell’uomo di oggi.
“Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 119,105).
Buona Quaresima!