Leggiamo la Bibbia con il teologo Simone Paganini – Tema 2024: Le sette religiose.
“La verità vi farà liberi” è una delle affermazioni centrali del vangelo di Giovanni. Il messaggio evangelico libera ed è liberante. Nelle prediche di Gesù la libertà e la liberazione sono essenzialmente spirituali: liberano l’uomo dalla schiavitù del peccato e della morte per vivere una vita di amore, verità e comunione con Dio. Questa libertà non è mera autonomia personale, ma la possibilità di vivere in pienezza la propria vocazione all’amore e al servizio degli altri, superando l’egoismo e le false sicurezze. Ma l’idea di libertà riguarda anche le scelte individuali, la fede e la vita dei membri della comunità.
Si tratta di un tema fondamentale nelle comunità religiose e spirituali, sia nelle chiese tradizionali che nei movimenti settari.
Nel contesto di movimenti settari, l’idea di libertà è tuttavia spesso paradossale. A prima vista infatti, i membri sembrano cercare – e spesso anche concretizzare – una realizzazione spirituale o libertà personale entrando a far parte di queste comunità. La realtà è però spesso diversa. Mentre i membri si sentono legati al movimento, spesso attraverso promesse di illuminazione, guarigione o accesso esclusivo a una “vera conoscenza”, vengono manipolati, resi emotivamente dipendenti attraverso pressioni psicologiche. Questo legame viene rafforzato da diverse forme di voti o promesse. Tali voti possono essere sia formali che informali, ma implicano sempre un impegno a mantenere la lealtà e l’obbedienza nei confronti del gruppo o del leader. Spesso questi voti portano a una perdita di libertà personale, poiché i membri sono invitati a sottomettersi completamente e a mettere i propri bisogni e pensieri al servizio della comunità. La libertà individuale è vista come egoismo, mentre la totale dedizione e obbedienza sono considerate virtù. Questa dinamica porta spesso a una riduzione dell’autonomia dei membri della setta, che si sentono sempre più isolati e dipendenti.
Anche nelle chiese tradizionali, il legame con la comunità svolge un ruolo importante, ma in un contesto diverso. Questo legame si basa su un’adesione volontaria e sulla decisione personale di seguire la fede e gli insegnamenti della Chiesa. Anche i voti religiosi – castità, obbedienza, povertà – tipici di ordini monastici maschili e femminili nella chiesa possono sembrare a prima vista una limitazione della libertà personale. Spesso i credenti li interpretano come una rinuncia consapevole ai legami mondani in favore di una libertà spirituale più profonda. La decisione di prendere tali voti è generalmente preceduta da una lunga fase di riflessione e crescita interiore, e ci sono strutture istituzionali che permettono di ritirarsi da questo impegno, se necessario.
La differenza fondamentale nella comprensione della libertà tra i movimenti settari e la Chiesa risiede nel modo in cui viene esercitato il controllo e nella possibilità di una scelta volontaria.
Mentre nei movimenti settari il legame si basa spesso su manipolazione e pressione, limitando fortemente la libertà dei membri, nella Chiesa il legame si fonda idealmente su una decisione volontaria e su una fede consapevole e riflessiva.
Nella Chiesa, la libertà è intesa come la capacità di scegliere consapevolmente Dio e la fede. Questa scelta può significare anche seguire determinate regole e voti. La Chiesa riconosce però che ogni credente ha la libertà di mettere in discussione o cambiare questa decisione. Nei movimenti settari, invece, la libertà è spesso vista come qualcosa di pericoloso o indesiderabile, poiché potrebbe minare il controllo dei leader sui membri.
La “Società Internazionale per la Coscienza di Krishna”, nota come Hare Krishna, è un esempio molto particolare, infatti enfatizza la libertà attraverso la dedizione a Krishna e il distacco dai legami materiali. I nuovi membri provano spesso un senso di liberazione quando abbandonano la loro vecchia vita e i loro beni materiali. Tuttavia, questa dedizione porta a un forte legame con la comunità e coi suoi maestri spirituali (cosiddetti Guru) che sono visti come intermediari verso Krishna. Le rigide regole e la vita negli ashram o nei templi creano una nuova forma di legame forte, che rende difficile lasciare la comunità. Dalla ricerca della totale libertà si arriva all’esatto contrario.
In conclusione la libertà così come i voti religiosi, giocano un ruolo in entrambi i contesti, ma sono interpretati e vissuti in modo molto diverso. Mentre i voti nella Chiesa sono espressione di una dedizione volontaria e spirituale, nei movimenti settari possono diventare strumenti di controllo e oppressione. Il fattore decisivo è se la libertà personale viene rispettata e se viene mantenuta la possibilità di una scelta volontaria, oppure se la dedizione all’autorità diventa ossessiva e definitiva.