La pastorale di madrelingua in Germania
Sintesi del Convegno in videoconferenza del 24 giugno 2021 sulla situazione della pastorale di altra madrelingua in Germania.
La commissione Migrazione della conferenza episcopale tedesca ha dato avvio a un processo di riflessione e dialogo sulle prospettive di sviluppo della pastorale di altra madrelingua dal titolo “Elementi di una comunità in crescita”.
Al centro di questo processo c’è l’impegno a migliorare la partecipazione delle comunità di altra madrelingua (che accorceremo in GAM, Gemeinden anderer Muttersprache) alla vita e alle strutture della chiesa in Germania e rafforzare la communio, la consapevolezza dell’appartenenza a una chiesa.
Gli impulsi e le prospettive che usciranno da questo processo confluiranno in un aggiornamento delle linee guida per la pastorale dei cattolici di altra madrelingua del 2003 “Eine Kirche in vielen Sprachen und Völkern” (Quaderno 171).
Per questo motivo è stato fatto nei mesi scorsi un rilevamento dello stato attuale della pastorale di madrelingua. Il convegno di giugno organizzato e moderato dal Nationaldirektor Lukas Schreiber, svoltosi in videoconferenza ne ha presentato i risultati.
Erano presenti:
– Rappresentanti del servizio pastorale delle diocesi
– I delegati e i portavoce delle comunità di altra madrelingua
– I rappresentanti dei cattolici di altra madrelingua che fanno parte del Zentralkomitee der deutschen Katholiken
– I responsabili diocesani della pastorale per migranti
– I membri e consulenti della commissione pastorale della conferenza episcopale tedesca
Per la Delegazione delle MCI erano presenti, il Delegato, padre Tobia Bassanelli e Paola Colombo dell’Ufficio di documentazione e pastorale, Udep.
I cattolici di altra madrelingua rappresentano il 15,5 % dei cattolici in Germania . Le comunità di altra madrelingua sono 479 (mancano i dati da tre diocesi) di cui, 301 cum cura animarum e 178 sine cura animarum, suddivise 40 gruppi linguistici, nazionali e di rito; ci sono 457 fra sacerdoti, religiose e religiosi, e 115 collaboratori pasto-
rali, per un totale di 572 persone.
Quali sono le barriere che impediscono l’affiatamento e la communio fra le comunità di altra madrelingua e la chiesa locale?
Al rilevamento (Erhebung) della commissione Migrazione che si è svolto dal novembre 2020 al maggio 2021 hanno partecipato 24 diocesi e 41 fra gruppi linguistici, nazionali, di rito orientale.
Dal rilevamento è emersa una differenza seppur non marcata fra la valutazione dei responsabili diocesani e quella dei delegati o portavoce delle comunità di altra madre lingua; ossia la valutazione dei responsabili diocesani è più negativa circa il rapporto fra GAM e chiesa locale. Alcune risposte al rilevamento si pongono con una valutazione che oscilla dal 2 al 3, (in una scala analoga a quella dei voti scolastici fra 1 e 6), il che segnala con prudenza uno stato di non piena soddisfazione dei rapporti fra chiesa locale e comunità di altra madrelingua.
Riportiamo alcune domande e risposte dell’Erhebung:
1 – I rapporti fra chiesa locale e comunità di altra madre lingua sono armoniosi o conflittuali?
Per i responsabili diocesani: 2,9
Per i delegati GAM: 2,6
2 – Anche alla domanda circa l’interesse reciproco la valutazione dei responsabili diocesani è leggermente più negativa, voto >4, per i delegati invece voto <4.
3 – Esiste una netta separazione fra GAM e le comunità locali?
Per i responsabili diocesani: 4,1
Per i delegati GAM: 4,3
Occasioni di incontro e collaborazione
Dal Rilevamento risultano le tante occasioni di incontro, esperienze che stimolano la comunione fra le GAM e le comunità locali: celebrazioni eucaristiche internazionali, celebrazioni in occasioni di festività religiose, come il Corpus Domini o il patrocinio; feste e festività a livello di comunità, o di diocesi; viaggi di pellegrinaggio, gruppi di lavoro, progetti comuni. Vengono inoltre individuate come occasioni di incontro anche la collaborazione nel team pastorale, la collaborazione in gruppi sia a livello diocesano che di comunità, come pure la comune catechesi in preparazione dei sacramenti nonché la loro celebrazione. Infine ci sono eventi multiculturali e il comune impegno in singoli progetti.
Le barriere che rendono difficile la communio
Durante il convegno in videoconferenza si sono formati quattro gruppi che hanno riflettuto e discusso le quattro tipologie di barriere emerse dal Rilevamento.
Le discussioni hanno portato alla luce questi fattori:
– Le differenze nelle forme di religiosità portano a disistima reciproca, da una parte ci sono delle riserve nei confronti della teologia e della pastorale tedesca, dall’altra la chiesa locale ha delle riserve nei confronti degli accenti diversi nella pratica di fede delle GAM.
– La separazione fra GAM e comunità locale se da una parte sottolinea la reciproca autonomia dall’altra favorisce un clima di autosufficienza, di un bastare a se stessi.
– Nei confronti dei locali e degli spazi a disposizione c’è una dipendenza dalla comunità locale che fa sentire le GAM in una condizione di ospiti perenni e non paritaria. Fra le comunità di altra madrelingua e quelle locali non c’è un rapporto fra pari (auf Augenhöhe)
– C’è un deficit di rappresentanza negli organi e nei processi decisionali e di comunicazione.
– Per quanto riguarda il personale delle GAM, spesso è difficile il loro inquadramento nelle categorie esistenti, perché spesso svolgono più attività che vanno dalla pastorale, all’assistenza sociale fino all’amministrazione.
– Sentirsi cattolici di serie B nei confronti della comunità locale.
– Alcuni casi arrivano di razzismo soprattutto nei confronti di sacerdoti africani anche all’interno delle comunità GAM.
Che fare allora?
Tenuto contro che le comunità di altra madrelingua sono anche al proprio interno molto eterogenee, sono necessarie maggiori occasioni di incontro e di comunicazione, per favorire la stima reciproca, l’apertura mentale e la volontà di cooperare.
Un altro punto fondamentale è favorire la competenza linguistica anche fra il personale della chiesa locale tedesca, ponderare la scelta di personale adeguato e qualificato con competenze multiculturali.
Si deve favorire la partecipazione nei gruppi e nei processi decisionali a livello di comunità e di diocesi.
Infine anche la comunicazione, il lavoro di relazioni esterne deve parlare, rivolgersi anche ai credenti di altra madrelingua.
Con le comunità di altra madrelingua la chiesa tedesca vive l’universalità e la dimensione ecumenica della chiesa. È una ricchezza da valorizzare.
Il prossimo appuntamento per portare avanti il processo di “Elementi di una comunità in crescita” sarà il 10 e 11 gennaio a Bensheim.