A Pforzheim in ventiquattro ricevono il sigillo dello Spirito Santo da Mons. Michael Gerber e i concelebranti p. Wieslaw e p. Rocky della Missione Cattolica Italiana
La presenza del ministro della Confermazione, il Vescovo, è senz’altro occasione e dono del Signore per una vera e propria rivitalizzazione di un tessuto ecclesiale che ai fedeli da una forte e incisiva testimonianza di fede nelle comunità religiose, così come nella propria appartenenza alla Chiese e alla fede apostolica e cattolica. Ed è questo ciò che si è realizzato anche sabato 3 giugno 2017 presso la chiesa St. Antoniuskirche di Pforzheim.
Ventiquattro i giovani cresimandi hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo, la Cresima, dalle mani del Vescovo ausiliare di Freiburg Sua Eccellenza Mons. Michael Gerber con i concelebranti p. Wieslaw Baniak e p. Rocky Maria Arokiadoss della Missione Cattolica Italiana di Pforzheim.
Il maggior numero di cresimandi che hanno seguito il corso presso la Missione Cattolica Italiana di Pforzheim è giunto alla Cresima attraverso un adeguato accompagnamento catechetico e preparazione con la preghiera guidata con dedizione dai sacerdoti guanelliani p. Wieslaw Baniak, p. Rocky e la catechista Michela Raspa Carrara, per offrirsi con maggiore disponibilità all’azione dello Spirito Santo. Nemmeno l’improvvisa e spaventosa pioggia imbattuta durante la celebrazione della Santa Messa ha scalfito la gremita folla, la forte emozione dei candidati e la parola di Mons. Michael Gerber che al fatto ha dato invece una giusta spiegazione: vedete, questo è segno del Signore che invita a entrare anche chi è rimasto fuori dalla chiesa. Questa è la casa di Dio e questa è la vostra casa. Impeccabile è stata anche la coordinazione dell’intero gruppo di cresimandi brillantemente eseguita sin dalle prove generali, tenutasi durante la settimana dal chitarrista della missione Nino Carrara e la sua consorte Michela Raspa, e seguita fino alla fine della celebrazione della Santa Messa.
“Sono contento di essere ritornato per la seconda volta qui a Pforzheim per incontrare la comunità italiana e i miei fratelli guanelliani p. Wieslaw e p. Rocky. Anche la vostra presenza mi è lieta e benedico sia il vostro lavoro mediatico fatto con professionalità e massima discrezione sia l’attenzione dedicata alla comunità nel divulgare questo evento ecclesiastico. Anche questo è un modo di segnare indelebile la parola di Dio scesa oggi sui fedeli e i cresimandi”, ha detto ai nostri microfoni Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Michael Gerber.
Soddisfatti anche i presuli guanelliani p. Wieslaw e p. Rocky della missione di Pforzheim che gratificati dall’illustre presenza Mons. Michael Gerber nella liturgica manifestazione, sembrano essersi inseriti molto bene anche nella comunità italiana del posto. “Pur essendo polacco io, appartengo alla provincia romana, a San Giuseppe della congregazione servi della carità e quindi automaticamente appartengo alla parte italiana. Ho iniziato la mia formazione, lavorando i primi nove anni di sacerdozio nelle nostre parrocchie di Roma e provincia, stando in contatto con gli italiani. Sono quindi, per modo di dire, un italiano adottivo”, confessa p. Wieslaw Baniak. “Dopo le ordinazioni sacerdotali insieme a un mio confraterno siamo andati in Polonia per aprire la prima comunità guanelliana destinata a Cracovia, l’amatissima Città Reale del nostro Santo Padre Papa Francesco Karol Wojtyla, aprendo una casa per bambini orfani e famiglie disgregate dando così un forte segno della nostra spiritualità per come voleva la stessa curia. Certo che passare da un lavoro prestato ai disabili a Roma a dare un servizio concreto per i bambini e i disagiati in Polonia e poi a una realtà parrocchiale qui a Pforzheim legata più alla liturgia, è certo un’esperienza che mi mancava per completare il quadro o per meglio dire dare un tocco in più pastorale. Le nostre attività caritative maggiormente sono in Sicilia e in particolar modo noi guanelliani gestiamo proprio il santuario di San Calogero a Naro. Pforzheim, come ben sapete, conta un numero non indifferente di naresi e quindi a maggior ragione, tralasciando che siamo in Germania, con loro mi trovo in qualche modo a casa. L’incontro con l’italiano per me non è stato proprio un cambiamento. In questi tre anni e mezzo a Pforzheim abbiamo portato avanti con p. Rocky la cultura e la tradizione italiana. Del resto tutto si svolge in italiano dalle liturgie, alle messe domenicali, agli eventi come battesimi, comunioni, cresime e matrimoni, i pellegrinaggi a Lourdes, a Medjugorje e a Fatima. Siamo stati anche in Polonia a Cracovia in occasione della giornata mondiale della Gioventù, per fare anche l’incontro con il Santo Padre. Eseguiamo le manifestazioni popolari come il Don Guanella, San Calogero molto sentita questa dai naresi. Incontriamo chi è solo, gli ammalati e i bisognosi, diamo gli ultimi saluti ai connazionali emigrati partiti con la speranza di ritornare a rivedere da vivi la propria terra e che invece non ce l’anno fatta. Vivo pertanto questa mia nuova esperienza a Pforzheim con grande serenità”.
“Sono contento perché sento che non sono qui per caso ma per volere e progetto di nostro Signore, Dio Padre. Vengo dall’India, un Paese di diverse religioni e culture in particolare quella ariana e quella dravidiana, ma la sua ricchezza è la spiritualità, l’ospitalità e la tranquillità che c’è nelle famiglie”, afferma p. Rocky. “Ecco, io porto tutto questo bagaglio con me, per cercare di aiutare anche gli altri. Ho un’esperienza di dieci anni di studi in Italia e altrettanti di servizio sacerdotali nelle Filippine e in India. Conosco bene l’italiano e quando mi è stato proposto di fare servizio per gli emigrati italiani qui a Pforzheim, l’ho sentito più come una sua chiamata divina. Ho accettato questa nuova avventura con gioia e devo dire che mi sono sentito accolto molto bene. Ci sono certo anche delle sfide e difficoltà da affrontare ma non ci scoraggiamo perché il volere e l’amore di Dio ci guida verso la perfezione. Senza l’amore e la crescita non esiste la perfezione e noi ce la mettiamo tutta per rimanere sempre in sintonia, per volere di Dio e dei nostri superiori. Siamo molto impegnati nelle nostre attività guanelliane e pastorali verso i migranti con ricchi progetti che naturalmente non mancheremo nel tenere informati anche voi. Cerchiamo di aiutare chiunque è in difficoltà e ci chiede una mano spirituale, un lavoro, una casa, delle medicine. Molti sono anche giovani e noi, nei limiti concessi lo facciamo, invitandoli però anche alla responsabilità della vita”.
“San Luigi don Guanella nostro fondatore delle congregazioni “Servi della Carità” e “Figlie di Santa Maria della Provvidenza” diceva sempre come battuta che le difficoltà sono un seme di una strada giusta e buona”, ci pone l’accento p. Wieslaw Baniak, “la strada senza difficoltà è quella che porta alla rovina. Analizzando questi nostri anni d’insediamento nella comunità italiana di Pforzheim possiamo senz’altro dire che abbiamo visto di anno in anno un numero crescendo nella nostra comunità e quindi sia i nostri messaggi, le nostre opere e le difficoltà superate ci hanno rafforzato”. Che p. Wieslaw e p. Rocky sono stati accolti bene dai nostri connazionali non c’è alcun dubbio, conoscendo l’ospitalità, l’affetto e il buon senso civico che gran parte dell’italiano emigrato fortunatamente conserva. In missione, oltre alla parte liturgica che non manca mai, i due presuli si dedicano anche alla parte ricreativa collettiva e non mancano in certi casi anche gli scambi di ricette culinarie in missione con tanto di sedute a tavola. Sfide affrontate a suon di “pentole” da una parte con p. Rocky in veste cuoco che fa gustare prelibati piatti con spezie piccanti come madre natura indiana insegna, dall’altra gli italiani rispondono con spaghetti al sugo di pomodoro, basilico e parmigiano, il tutto digerito tra un caffè e una grande preghiera. La cosa ci diverte e p. Rocky prontamente risponde, “essendo missionari la nostra attività comprende anche il farci tutto da soli, dal cucinare, al lavare i piatti, i panni e stirarli per l’occorrenza. In cucina ci alterniamo con p. Wieslaw, quando uno cucina l’altro lava i piatti ma di certo è lui il più bravo a cucinare in quanto, escludendo quella indiana che mi appartiene, conosce bene quella europea”.
L’armonia regna sovrana ma è ora di lasciarli in pace e nel ringraziarli per averci ospitato e dedicato il loro prezioso tempo p. Rocky desidera terminare l’intervista con una grande parola, FAMIGLIA. Il Santo Padre Papa Francesco ha scritto “Amoris Laetitia” esortazione apostolica post sinodale sull’amore della famiglia. Adesso la famiglia è in crisi. Va aiutata. Noi in qualche modo siamo partiti per aiutare queste famiglie in difficoltà. Portiamo loro ascolto e diamo consigli attingendo dalla parola di Dio, nostro Padre. Noi organizziamo lection divina, scegliamo i temi importanti per aiutarli. Portiamo la liturgia e i sacramenti della confessione per chiedere il perdono di Dio e per purificare il cuore. In questo modo, si comprende maggiormente l’importanza della Santa Messa. Per questo invitiamo tutti a venire la domenica in chiesa, perché è qui che si trova riparo. Il nostro compito è stare vicino alle famiglie in difficoltà, in crisi, ai separati poiché siamo sicuri che i loro giovani con l’aiuto e la parola di Dio saranno in un buon cammino. Stiamo inoltre vicino agli anziani, ai disabili e agli ammalati portando anche a loro conforto e la Santa comunione, nutrendoli del corpo di Cristo. Abbiamo un gruppo di lavoro, dove invitiamo le coppie nella nostra missione a testimoniare la vita famiglia ai giovani e a pregare. Organizziamo dei ritiri spirituali che coinvolgono non solo i cresimandi ma anche i genitori stessi, per vedere e capire l’importanza di questo ritiro. È anche di questo che la società ha bisogno, di recuperare la dimensione spirituale. Con l’amore e le nostre possibilità, attraverso anche voi della stampa che ci prestate attenzione, noi vogliamo trasmettere le nostre disponibilità verso tutti i bisognosi così per come vuole il nostro cuore e il fondatore Don Guanella ma senza farvi mancare l’attività pastorale. Lui diceva “Dio è Padre provvidente” ecco, noi abbiamo l’amore paterno quello di Dio e l’amore materno quello di Maria, e confidiamo in loro. Vi auguriamo a tutti, pace e bene, e grazie per l’ascolto.