Le comunità cattoliche italiane insieme in pellegrinaggio a Lourdes
È stato un programma ricco che ci ha tenuti impegnati per tutto il nostro soggiorno a Lourdes. Nonostante il tempo non sia stato particolarmente clemente con noi, ciò non poteva toglierci la gioia di essere a Lourdes e di offrire alla Madonna le nostre preghiere e quelle che ci erano state affidate. Ma facciamo un passo indietro.
Molti del nostro gruppo si sono trovati a Lourdes per la prima volta e inizialmente non sapevano cosa aspettarsi. Certo, avevano sentito, letto e visto molto in TV, ma ancora non erano preparati a quella strana sensazione che fa battere forte il cuore, che scatena gioia e lacrime, che ci fa vedere il prossimo con occhi più comprensivi e il desiderio di abbracciare Dio e il mondo. In breve: quella sensazione che fa emergere il buono che c’è dentro ciascuno di noi.
Quest’anno la Delegazione ha preso in mano la pianificazione e l’organizzazione del pellegrinaggio annuale delle Missioni Cattoliche Italiane a Lourdes per dare un segno di unità. Negli ultimi anni, infatti, quasi sempre le singole comunità si muovevano in maniera più o meno autonoma. Pensato – fatto! Ogni comunità aveva la possibilità di pianificare il pellegrinaggio in autobus o in aereo. Per entrambe le opzioni c’erano delle offerte proposte dall’agenzia di viaggi.
La nostra comunità aveva deciso di prendere l’autobus, principalmente per ragioni di costo. Ma come arrivare fino a Stoccarda e da lì partire per Lourdes? Ciò significava spese aggiuntive. In accordo con la Delegazione abbiamo dunque deciso di organizzare il nostro autobus, con partenza per Lourdes direttamente dalla zona nord della Germania. Tuttavia, ciò richiedeva un minimo di almeno 50 partecipanti per coprire le spese e una modifica dell’orario di partenza per arrivare a Lourdes in tempo.
Superato il primo ostacolo, l’informazione doveva essere diffusa in comunità per avere le adesioni nel numero dei partecipanti. Abbiamo realizzato un opuscolo in tedesco e italiano e distribuito nei media della comunità, in bacheca e in chiesa. Le prime richieste sono arrivate “timidamente” ma eravamo ancora lontano dal numero di persone necessario. Il cellulare era sempre in uso: chiamate, richieste, chiarimenti fino all’ultimo minuto.
Il delegato, don Gregorio, ci è rimasto vicino, chiedendo continuamente aggiornamenti sull’andamento delle prenotazioni e ha cercato di trovare una soluzione per tutte le comunità. Cosicché le missioni di Wolfsburg e di Kassel/Stadtallendorf mi hanno contattata, unendosi al nostro bus. Hanno partecipato anche persone da Dortmund, Siegen, Paderborn e ovviamente noi da Lippstadt. In totale siamo arrivati a 55 pellegrini.
Devo ammettere che le tante richieste particolari mi hanno regalato notti insonni, come occupare i sedili anteriori nel bus, le intolleranze alimentari, ma anche l’organizzazione di un autobus aggiuntivo per raccogliere i pellegrini da Stadtallendorf e Paderborn, altrimenti le ore di guida degli autisti, che avrebbero dovuto portarci a Lourdes, sarebbero state superate.
Finalmente, sabato 27 aprile 2024, giorno tanto atteso è arrivato ma con il grande timore che quanto pensato in fase di organizzazione non presentasse falle e punti deboli. Tutto è andato fortunatamente come previsto e devo elogiare anche tutte le persone che hanno partecipato al pellegrinaggio con tanta buona volontà.
Don Gregorio si era precedentemente preso la briga di portarci il materiale, ben preparato, che consisteva in un foulard personalizzato, un rosario, un’immagine della Madonna e un bellissimo libro con preghiere, messe, canti, benedizioni e altro ancora.
Don Petro Hutsal (Wolfsburg) e Padre Giuseppe Tomiri (Kassel/Stadtallendorf) erano le nostre guide spirituali durante tutto il viaggio.
Arrivati a Lourdes e assegnate le camere, abbiamo avuto il tempo di rinfrescarci. Dopo il pranzo, c’è stata la prima messa di apertura del pellegrinaggio nella Basilica del Rosario. Alla celebrazione hanno preso parte tutte le comunità italiane. Don Gregorio ha guidato la celebrazione, ha dato il benvenuto alle comunità e ai loro sacerdoti. Dodici erano i missionari presenti, ai quali il delegato ha regalato, in segno di gratitudine, delle stole personalizzate con il logo della nostra Delegazione. Eravamo una grande famiglia con gli stessi foulard, gli stessi libri e le stesse canzoni. Dopo la messa, il cero è stato portato in processione da due volontari fino al luogo previsto dove è stato benedetto e offerto alla Madonna a nome di tutti.
Essere lì, tutti insieme, ci ha trasmesso un forte senso di appartenenza.
In serata, dopo la cena in hotel, è stato possibile partecipare alla consueta fiaccolata. La messa del mattino successivo nella grotta era prevista per le 6:45, sebbene la stanchezza del giorno precedente si è fatta sentire per alcuni di noi.
Le speranze che portavamo tutti nel cuore non ci hanno impedito di partecipare agli altri momenti, come la Via Crucis in montagna o in pianura (per gli ammalati), la processione eucaristica, la celebrazione penitenziale (con grande sorpresa, molto affollata), le fiaccolate serali, la messa di chiusura del pellegrinaggio con l’adorazione eucaristica. Non poteva mancare la foto di gruppo nello spiazzale antistante la Basilica.
Dall’inizio della pandemia non è stato più possibile fare il bagno con tutto il corpo nelle piscine, ma viene comunque offerto il gesto dell’acqua, che a prima vista sembra banale, ma chi vi partecipa prova forti emozioni nel lavarsi le mani, il viso e poi bevendo l’acqua di Lourdes. Sono i gesti che santa Bernadette fece una volta su indicazione della Madonna quando doveva scavare per arrivare a quella sorgente. Questi gesti, per quanto semplici possano sembrare, innescano un’ondata di emozioni che non ci si aspetta, né si possono controllare. La potenza dello Spirito Santo è presente e percepibile quasi fisicamente.
Molto commovente è stato anche il passaggio di tutti i pellegrini in quella grotta dove, 166 anni fa il cielo toccò la terra con la discesa della Madonna che apparve e parlò a Bernardette. Nella grotta si tenta di far scorrere i foulard lungo le sue pareti cercando di catturare qualcosa di questo luogo sacro e di portarlo con sé per chi è rimasto a casa.In vista della partenza abbiamo riempito contenitori grandi e piccoli con l’acqua della sorgente da poter donare ai nostri cari che, per vari motivi, non hanno avuto fortuna di prendere parte a questo pellegrinaggio.
Il giorno della partenza finalmente il sole ci ha sorriso con tutto il suo splendore e, con mia grande sorpresa, era circondato dai colori dell’arcobaleno. All’inizio ho pensato si trattasse di un’illusione ottica. Ho chiesto alle persone intorno a me, ma nessuno, tranne mia figlia poteva vederne i colori. Ho scattato una foto e mostrandola, tutti erano meravigliati.
Vengo a Lourdes da tanti anni, ma ogni volta c’è sempre qualcosa di diverso che mi sorprende e che mi sembra un piccolo miracolo. A volte è un aiuto o un’attenzione inaspettata, altre volte qualcosa di spettacolare. Dappertutto si cerca un significato, un piccolo segno dal cielo. Abbiamo fede sì, ma c’è anche un “Tommaso” in ognuno di noi.Grazie alle persone che sono venute per la prima volta ad aprirci nuovamente gli occhi sulle meraviglie di Lourdes. Grazie al cielo per questo dono.
*Elsa Alangi è referente pastorale della Comunità italiana di Lippstadt