“Il governo impedisce di fatto agli italiani all’estero di votare per il referendum, probabilmente perché spaventato da come si esprimerebbero”. Dura presa di posizione quella del senatore di Fratelli d’Italia Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di FdI, che accusa il Governo di ostacolare il voto per corrispondenza dei connazionali all’estero.
“Affinché anche gli italiani iscritti all’AIRE possano votare per il referendum sul taglio dei parlamentari, infatti, in base al DL n. 76/2020, le schede votate dovrebbero pervenire presso i consolati non più tardi del 15 settembre prossimo”, ricorda il senatore di Fratelli d’Italia, che aggiunge: “nonostante manchino solo 14 giorni al termine massimo di consegna, al momento non si ha notizia di dove si trovino i plichi contenenti le schede destinate agli elettori”.
“Non risultano, infatti, pervenuti i plichi né nelle circoscrizioni europee né nel resto del mondo e ormai mancano i tempi tecnici affinché in base alla normativa si possa immaginare che a tutti gli elettori arrivino in tempo utile le schede per il voto”, sostiene Fazzolari. “Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto e sostiene la riduzione del numero dei parlamentari, ma in Parlamento ci siamo battuti affinché la rappresentanza dei nostri connazionali all’estero non fosse ridotta, considerato che anche il numero attuale degli eletti all’estero appare inadeguato rispetto all’importanza delle nostre comunità nel mondo. Il governo ha però respinto la nostra proposta ed ha ulteriormente penalizzato gli italiani all’estero, cosa che potrebbe spingere gran parte degli iscritti all’AIRE a schierarsi per il NO al referendum”.
“Il governo, che ci ha già abituato a continue forzature democratiche – accusa il senatore – ha evidentemente deciso di risolvere il problema silenziando chi potrebbe essere non allineato alla volontà governativa. Fratelli d’Italia depositerà appena consentito dall’apertura del Senato un’interrogazione parlamentare urgente per chiedere conto al governo di questa inaccettabile compressione del diritto di voto, anche in considerazione del fatto che l’AIRE conta 4 milioni di elettori, ben l’8% del corpo elettorale, che in un sistema genuinamente democratico non può essere messo a tacere con mezzi degni di un regime autoritario”.