L’Italia ha perso una leggenda del calcio. Luigi ‘’Gigi’’ Riva è morto all’età di 79 anni il 22 gennaio. È un’icona del calcio non solo della Serie A ma anche della Nazionale con 35 gol in 42 partite.
Essendo giovane non ho mai potuto vedere Gigi Riva giocare dal vivo. Peccato. Vedendo però i video della sua genialità calcistica si può capire che giocatore era. Poteva segnare con il piede destro, con il sinistro, con la testa, in aria con calci delicati o con grandissima potenza ma sempre con la stessa precisione. Vincendo il primo e unico scudetto del Cagliari con 21 gol nella stagione, divenne capocannoniere e, dopo 13 anni al Cagliari, divenne capocannoniere di tutti i tempi del club.
La sua popolarità era così grande che quando l’Inter aveva già concordato un trasferimento del campione, Angelo Moratti, allora presidente del club e miliardario del petrolio, fece marcia indietro perché temeva le proteste dei lavoratori nelle sue raffinerie in Sardegna.
Nella vita privata Gigi Riva viene ricordato come una persona modesta e fedele ai tifosi del Cagliari. Quando la Juventus offrì sette giocatori e un grande ingaggio, lui rifiutò dicendo: “Come si permettono, non sono un oggetto”. Questo legame emotivo è qualcosa che oggi non si trova più nel calcio. Un calciatore, che, anche se riceve offerte dai più grandi club d’Europa, rimane legato a una squadra, è una rarità perché non si interessa di soldi o di successo in primo piano. Per questo Luigi Riva viene amato. Un calciatore magico, uno dei migliori attaccanti della sua generazione e uno dei miglior giocatori dell’Italia. Grazie per tutto Gigi e riposa in pace.