Ebbene sì, sembra che alcuni Consolati operino sempre più con disimpegno e inefficienza. Essi non rispettano la normativa vigente che obbliga i pubblici uffici e quindi anche i Consolati, ad organizzarsi secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione nel fornire ai cittadini servizi a loro spettanti ed evitare che si operi in maniera diversa a seconda di dove si trova l’ufficio pubblico o il Consolato.
Questo è quanto prescrive l’articolo 97 della Costituzione sull’organizzazione e sui compiti della Pubblica Amministrazione, di quello che i cittadini di solito sono abituati a percepire come un carrozzone pieno di burocrazia, di procedure che complicano la vita anziché agevolarla. In questo passaggio della Costituzione ci sono delle regole ben precise che lo Stato dovrebbe rispettare per dare un senso alla sua esistenza, e cioè per offrire al popolo i servizi a cui ha diritto.
Il principio di buon andamento serve ad assicurare i servizi ai cittadini nella maniera più concreta possibile, e non in modo fumoso e astratto. Il principio di imparzialità al fine di evitare che un cittadino venga trattato diversamente da un altro. Pertanto, non ci possono essere né discriminazioni verso una fascia di popolazione né privilegi verso la fascia opposta. Ancora una volta, la Costituzione si esprime verso l’uguaglianza di tutti.
Inoltre, in questo contesto, l’art. 12 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, i pubblici impiegati, e quindi anche gli impiegati consolari, devono operare con spirito di servizio, correttezza, cortesia e disponibilità e, nel rispondere alla corrispondenza, a chiamate telefoniche e ai messaggi di posta elettronica, operare nella maniera più completa e accurata possibile. Cosa che purtroppo non sempre avviene!
Le giustificazioni dei Consoli sono sempre le stesse: scarse risorse finanziarie e numero di personale insufficiente. Al riguardo, sarebbe utile che i Consolati cominciassero a pubblicare a quanto ammontano i finanziamenti che ricevono e quali sono i compiti e le funzioni che devono svolgere, nonché quanto tempo e quanto personale è necessario per la trattazione dei singoli servizi e dei procedimenti amministrativi. Ad esempio, per il rilascio delle CIE, dei passaporti, dei certificati di capacità matrimoniale, per la registrazione e tra trasmissione degli atti di stato civile in Italia, per l’attività dell’archivio, dell’ufficio contabilità, dell’ufficio Lavoro e Assistenza Sociale, etc.
Ora, fermo restando il doveroso comportamento di tutti gli impiegati verso l’utenza, anche i Consoli, in qualità di dirigenti, hanno la responsabilità di svolgere con diligenza le funzioni che loro spettano, perseguendo gli obiettivi assegnati e adottando un sistema organizzativo efficiente e adeguato all’assolvimento dell’incarico. Per esempio, spostare più personale all’ufficio ricevimento e informazioni al fine di soddisfare tutte le chiamate telefoniche e le presenze di persona in caso di bisogno, oppure all’Ufficio Carte d’identità, dove non mi sembra che ci voglia molto tempo per fare le verifiche dei dati inseriti dall’utente nella richiesta dell’appuntamento, acquisire le impronte digitali, la fotografia, la firma e spedirla per e-mail al Ministero dell’interno che la stampa e la spedisce direttamente all’indirizzo del richiedente.
Molti connazionali non hanno dimestichezza con i computer e il linguaggio burocratico amministrativo dei siti consolari non è sempre comprensibile. A volte le informazioni non sono neanche riportate, come quello che Lei afferma, che gli ultrasettantenni e coloro che hanno effettiva emergenza non hanno bisogno di prenotare online l’appuntamento, ma possono presentarsi direttamente in Consolato.
Per questo preferiscono chiamare o venire in Consolato per avere maggiori delucidazioni. Tra l’altro non esiste nessuna normativa che obbliga il cittadino a prendere l’appuntamento e a fare la prenotazione. In base alla normativa vigente tutte istanze e le dichiarazioni da presentare alla pubblica amministrazione possono essere fatte di persona o essere inviate per fax e via telematica.
Pertanto, i Consoli dovrebbero adottare comportamenti trasparenti e imparziali nei rapporti con i cittadini destinatari dell’azione amministrativa. Curare, che le risorse assegnate al proprio ufficio siano utilizzate prioritariamente per i servizi consolari, e diffondere le buone prassi e buoni esempi al fine di rafforzare il senso di fiducia della collettività nei confronti dell’amministrazione.
Purtroppo, dalle lamentele dei cittadini, questo non sempre avviene. Nonostante le Pubbliche amministrazioni esistano per svolgere le funzioni amministrative nel perseguimento degli interessi pubblici, i cittadini percepiscono i consolati come soggetti inefficienti, fini a sé stessi, a discapito dei cittadini.
Di conseguenza, sembra che l’amministrazione non sia al servizio dei cittadini e che lo stato democratico si sia fermato all’inizio del 900, quando gli amministratori erano al servizio del sovrano e non rispondevano ai cittadini. In quell’epoca i cittadini, più che beneficiari, erano sudditi dell’amministrazione. L’amministrazione aveva una posizione di supremazia e il diritto amministrativo non era uno strumento per tutelare gli interessi generali ma per regolare l’esercizio del potere.
Oggi, malgrado le innovazioni tecnologiche e amministrative della Pubblica amministrazione italiana, questa percezione dell’amministrazione consolare come carrozzone burocratico al servizio di sé stessa, è di fatto peggiorata. Prima i cittadini potevano presentarsi di persona nell’orario di apertura al pubblico e ricevevano una risposta telefonica durante tutto l’orario di lavoro degli impiegati. Oggi ci sono un sacco di limitazioni.
Pertanto, al fine di migliorare l’attuale situazione è necessaria una maggiore collaborazione da parte del Consolato con le rappresentanze della collettività italiana, come il Comites, enti, associazioni e partiti operanti nella circoscrizione consolare, ma innanzitutto maggiore apertura e incontri informativi sulle funzioni e i compiti dei Consolati invitando tutta la collettività italiana.