Il signor L.A. di Dissen ha, in Italia, un fratello (casse 1959) che ha maturato 36 anni di contributi previdenziali. Il lettore ci chiede se suo fratello potrà andare in pensione il prossimo anno per raggiungerlo, poi, in Germania.
L’età e i contributi non sono ancora sufficienti per la pensione che, salvo modifiche normative, andranno a maturare nel settembre 2022. Per la pensione di vecchiaia, invece, il diritto maturerà solo al compimento dei 68 anni.
La signora M.E.Z. di Bondorf ha, in patria una sorella (classe 1956) che ha maturato i 41 anni di versamenti contributivi. Le è stato assicurato che potrà avere il trattamento previdenziale dal prossimo anno. La lettrice ci chiede conferma.
Da quanto abbiamo potuto verificare, il diritto andrà proprio a maturare nell’ottobre del 2018.
Il signor R.D’A. di Solingen ha, in Italia, una sorella (classe 1952) che ha maturato 35 anni di contributi previdenziali. La Lettrice ci chiede se è maturato il diritto alla pensione di vecchiaia.
Ancora no. Il diritto, secondo l’attuale normativa, maturerà nel gennaio del 2019.
La signora P.A. di Frechen ha, in Italia, un nipote (classe 1958). La lettrice ci chiede se il congiunto potrà essere pensionato dal prossimo anno.
Da come ci sono stati esposti i fatti, il diritto dovrebbe maturare, su richiesta, dall’aprile del 2023. Trattamenti anticipati, anche se possibili, non sono consigliati.
Il signor F.M. di Karlsruche ci chiede se il servizio svolto in Patria nell’Arma dei Carabinieri possa essere utilizzato ai fini previdenziali INPS.
Lo scritto non è molto chiaro. Però, i dipendenti delle Forze Armate non sono iscritti all’INPS. Il servizio è di pertinenza del Ministero del Tesoro. Quindi, sarebbe opportuno chiedere notizie direttamente all’Amministrazione dell’Arma.
Il signor V.D. di Forst, pensionato tedesco, tornerà in Italia, definitivamente, l’anno prossimo. La moglie del lettore (66 anni) non è titolare d’alcun trattamento previdenziale. Ora ci chiede se sia possibile inoltrare domanda per la liquidazione della pensione sociale nazionale.
Pur non conoscendo il reddito annuale del Lettore, riteniamo che il trattamento non sia liquidabile.
Il signor A.F. di Plettenberg ha lavorato per otto mesi in Patria (1978) poi è stato licenziato e si è trasferito in Germania, dove svolge attività di tipo artigianale. Ci chiede se il periodo lavorato in Italia possa essere utilizzato, a suo tempo, in regime di convenzione internazionale.
Sono passati trentanove anni ed è improbabile che i versamenti INPS siano ancora utili per il calcolo di un trattamento pensionistico internazionale.
Il signor D.S. di Besingheim ci chiede se gli invalidi civili al 100% sono esonerati in Italia dal pagamento dei tickets sanitari.
Purtroppo no. Non prevediamo, tra l’altro, un cambiamento dell’attuale normativa sanitaria.
Il signor P.O. di Zellin è titolare di una pensione INPS d’invalidità. Ci chiede se, rientrando definitivamente in Patria, potrà ottenere anche la pensione d’invalidità civile.
La risposta è negativa. Ogni dubbio è stato, a suo tempo, eliminato dalla Legge 407/2001.
La signora O. M. di Neumarkt ( classe 1964), ha lavorato in Italia per una pubblica amministrazione, maturando solo vent’anni di contributi. Poi s’è trasferita in Germania, dove s’è sposata facendo, poi, solo la casalinga. Ci chiede se, e quando, maturerà la pensione di vecchia italiana.
Il diritto andrà a maturare col sistema contributivo. La liquidazione del dovuto avverrà al compimento dei sessantotto anni (da quanto abbiamo ricevuto, azzardiamo un importo di circa 1000 euro mensili al lordo delle trattenute).
Il signor V.R. di Obernkirchen (classe 1962) ci ha inviato un fax con la sua situazione previdenziale. Dalla documentazione, risulta che il lettore ha lavorato in italia, in modo continuo dal 1980 al gennaio 2009. Ci chiede quando potrà ottenere la pensione di vecchiaia italiana.
A conti fatti, non prima del 2030. Cioè al compimento dei sessantotto anni. Altre possibilità, al momento, non ne vediamo.
Il signor D.L. di Paderbon ha, in Itala, una sorella (classe 1957) che insegna in una scuola media statale. Ora vorrebbe recuperare, ai fini pensionistici, il corso di laurea. Il lettore ci chiede se sia conveniente.
Sempre e comunque. Ciò anche ai sensi della Legge 274/1991. Ovviamente, l’operazione sarà onerosa. Ma il diritto alla pensione maturerà prima.
La signora E.P.H. di Bonn ha, in italia, una figlia (Classe 1977) che, dal 2015, è stata posta mobilità. La figlia della lettrice è in attesa del primo figlio. La signora ci chiede se sarà prevista l’indennità di maternità.
Da come il caso c’è stato esposto, il diritto d’indennità per maternità sussiste. Non verrà, però, sospeso il periodo di mobilità in precedenza stabilita.