La signora P.F.D. di Northausen ha, in Patria, una sorella (classe 1951) ci chiede se potrà accedere alla pensione di vecchiaia.
Sino a prova contraria, da noi esistono due trattamenti previdenziali distinti: la pensione di vecchiaia e quella anticipata. Dalla documentazione ricevuta, riteniamo che la sorella della lettrice non abbia ancora maturato il diritto di pensione anticipata. Sempre che non cambi la normativa.
Il signor D.R. di Ulm ha, in Italia, un fratello (casse 1955) che è occupato nella scuola statale dall’anno scolastico 2015/2016. Per il passato, aveva maturato 2200 settimane di contribuzione. Il lettore ci chiede se, nel 2020, il fratello potrà maturare il diritto alla pensione di vecchiaia.
Da quanto abbiamo potuto verificare, il diritto previdenziale andrà a maturare con il gennaio 2021. Sempre che la normativa non sia modificata.
La signora F.P. di Berlino ha, in Italia, una sorella (classe 1957). Ha lavorato, come commessa, per 35 anni. Ora è disoccupata. La Lettrice ha saputo che, per le donne, esiste la possibilità d’andare in pensione con 35 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
L’operazione è stata possibile sino alla fine del 2015. A conti fatti, la sorella della lettrice (anni 61) potrà andare in pensione di vecchiaia nel 2029. Sempre che non siano modificate le normative in merito.
Il signor P.R. di Krefeld ha, in Italia, un fratello (classe 1953) che è lavoratore dipendente dal gennaio 1975. Il nostro lettore ci chiede se il fratello potrà ottenere la pensione entro l’anno.
A conti fatti, il fratello del lettore ha maturato 43 anni di versamenti previdenziali ed ha un’età di 66 anni. Il diritto alla pensione di vecchiaia sembra maturato. Meglio interessare un Patronato per il perfezionamento della pratica INPS.
La signora P.V. di Lahr ha, in Italia, una sorella (classe 1964) che ha iniziato a lavorare, come dipendente, dal 1984. La lettrice ci chiede se la sorella potrà ottenere il pensionamento entro l’anno.
Il pensionamento sarebbe possibile solo in caso d’invalidità al lavoro. Se la legge non cambierà, il diritto alla pensione scatterà solo nel2024. Non vediamo alternative.
Il signor F.P. di Heidelberg ha, in Italia, una sorella (classe 1963) che è impiegata nel settore privato dal gennaio 1983. Il lettore ci chiede quando la congiunta andrà a maturare il diritto alla pensione.
La signora ha 56 anni e 36 anni di contribuzione previdenziale. Con l’attuale normativa, il diritto alla pensione maturerà con 43 anni di contributi.
Il signor P.D. di Ulm (classe 1968), ha lavorato in Patria dal 1986 al 2005. Poi s’è trasferito presso il fratello in Germania. Dato che è una contribuzione previdenziale prima dei 19 anni d’età, il lettore ci chiede se, come lavoratore precoce, può ottenere una pensione italiana.
Pur con poche notizie specifiche, la risposta è negativa. Infatti, non basta aver lavorato prima dei 19 anni d’età, ma anche essere invalido al 75%.
Il signor M.N. di Niederrad ha, in Italia, un fratello (classe 1944) pensionato INPS con moglie, casalinga, a carico. Il lettore ci chiede se suo fratello può inoltrare domanda all’INPS per ottenere l’assegno sociale per la consorte che non ha mai lavorato.
Non possiamo pronunciarci perché non c’è stato comunicato il reddito del marito. Comunque, l’assegno sociale spetta solo per un reddito famigliare (2018) non superiore a Euro 11.780 (al lordo fiscale).
La signora M.O.W. di Lahr ha, in Patria, un fratello (classe 1954) titolare di un assegno d’invalidità. La lettrice ha saputo che l’INPS è autorizzata a chiedere la revisione del trattamento. Ci chiede conferma.
La risposta è positiva. L’Istituto Previdenziale può, di conseguenza, chiedere accertamenti medici per verificare il mutamento delle cause invalidanti.
La signora M.P. di Bonn ha, in Italia, un fratello con una pensione (netta) annuale di Euro 20.000. La moglie dello stesso non ha reddito alcuno. La lettrice ci chiede se sua cognata ha diritto all’assegno sociale.
Purtroppo, no. L’INPS riconosce l’assegno sociale solo per redditi familiari globali (per il 2018) di Euro 11.780 (lordi) l’anno.
Il signor E.C. di Bonn ha, in Italia, un nipote laureato in Economia e Commercio che non ha ancora trovato un’occupazione. Il lettore ci chiede se sia possibile, da parte dei genitori, riscattare ai fini previdenziali gli anni del corso di laurea.
La pratica è possibile e può essere perfezionata dai genitori. L’Inps potrà fornire la necessaria modulistica. Noi ricordiamo che, con la Circolare 7/E l’Agenzia delle Entrate riconosce una detrazione fiscale del 19% su i contributi pagati.