La signora M.A. di Remscheid ha, in Patria, una sorella, di 64 anni, che lavora, come infermiera ospedaliera, dal 1982. La lettrice ci chiede se la congiunta potrà andare in pensione entro l’anno.
Il diritto alla pensione ci risulta operativo già dal corrente anno. Meglio che l’interessata si rivolga ad un Patronato per la necessaria assistenza.
Il signor R.M. di Bonn, che segue questa rubrica dal 1992, ha in Italia una sorella (classe 1959) che dal 1981 è impiegata presso un mercato d’alimentari. Il lettore ci chiede se la sorella potrà ottenere la pensione entro l’anno.
Da un rapido conto, l’interessata dovrebbe lavorare sino a gennaio del 2023. La pensione ordinaria, maturerebbe, su domanda, dal maggio dello stesso anno.
Il signor F.A. di Kissingen ha, in Italia, un nipote (classe 1960) occupato come impiegato in una ditta privata dal 1985. Il lettore ci chiede se, entro l’anno, il nipote potrà chiedere la pensione d’anzianità.
Da quanto abbiamo potuto rilevare, manca ancora l’anzianità contributiva (42 anni di contribuzione). Ciò premesso, secondo l’attuale normativa, la pensione d’anzianità andrà a maturare nel 2027. Non vediamo soluzione più favorevole.
La signora L.G.V. di Owen, che segue questa rubrica dal 1991, ha in Patria una sorella (classe 1954) che ha iniziato al lavorare nel 1979 ed ha smesso nel 2011. La stessa è titolare di un assegno d’invalidità. La lettrice ci chiede se sua sorella potrà ottenere dall’INPS un trattamento previdenziale.
I dati che abbiamo visto sono pochi. Riteniamo, però, che l’assegno d’invalidità si trasformerà in pensione di vecchiaia. L’importo dovrebbe rimanere, però, invariato.
La signora W.F. di Aachen ha in Italia, una sorella (classe 1959) che ha maturato quarant’anni di contributi ( 62 anni). La lettrice ci chiede se la sorella potrà godere della “quota 100” col prossimo anno.
Se i dati sono esatti, la sorella della lettrice potrà andare in pensione entro il corrente anno ( vista la Circolare INPS n. 11 del 2019. Consigliamo di contattare un Patronato.
Il signor D.L. di Kiel ha, in Italia, un fratello (classe 1957) che ha lavorato, come dipendente, per 21 anni. Il lettore ci chiede se potrà andare in pensione di “vecchiaia.”
L’età anagrafica c’è e, pure i contributi. Ci sembra, quindi, che le 1820 settimane di contributi siano sufficienti per la liquidazione di una pensione di “vecchiaia”.
La signora G.L.K. di Dreieich ha, in Patria, un fratello (classe 1960) che, nella sua vita lavorativa, ha versato contributi previdenziali come artigiano e come lavoratore dipendente. Da conti fatti, sembrerebbero maturate 2183 settimane contributive. La lettrice ci chiede se suo fratello potrà andare in pensione entro il corrente anno.
Con l’attuale normativa, la pensione dovrebbe maturare entro il prossimo autunno. Meglio, però, consultare un patronato.
La signora E.F.H. di Hagen, che segue questa rubrica dal 2004, ha, in Italia, un fratello (classe 1953) lavoratore dipendente dal marzo 1985. La lettrice ci chiede de questo sarà l’anno “buono” per chiedere la pensione.
Se i versamenti previdenziali sono stati continui, la pensione dovrebbe maturare con quarantadue anni di versamenti previdenziali. Meglio chiedere all’INPS un prospetto specifico.
Il signor D.L. di Neuwied ha, in Patria, una sorella (casse 1960) che avrà con, la prossima primavera, 40 anni di contributi previdenziali. Il lettore ci chiede se, in allora, saranno maturati i tempi per ottenere la pensione.
I quarant’anni di servizio sono già maturati. La pensione dovrebbe essere liquidabile dal prossimo autunno. Meglio, però, chiedere all’INPS un prospetto relativo alla reale posizione contributiva.
La signora M.N. di Bonn ha, in Patria, una sorella (classe 1968) che ha lavorato,come dipendente,dal 1986 al 2000. La lettrice ci chiede se ci siano i requisiti per chiedere, ed ottenere, la pensione di vecchiaia.
Manca il requisito, fondamentale, dei vent’anni di versamenti. Per non perdere i contributi già versati e maturare il diritto alla pensione consigliamo di continuare il pagamento volontario della contribuzione.
La signora E.M.O. di Homberg ha, in Italia, una sorella (classe 1961) dipendente di una pubblica amministrazione dal 1983. La lettrice ci chiede se sua sorella potrà accedere alla pensione dal 2023.
Con l’attuale normativa, la pensione non potrà maturare prima dell’autunno 2025. Cioè dopo aver maturato i 42 anni di contributi previdenziali.
Il signor C.L. di Duisburg, che segue questa Rubrica dal 1992, Ci chiede se ci sia differenza operativa tra i Patronati ed i Centri d’Assistenza Fiscale (CAF).
In linea di principio, i Patronati s’occupano di problemi previdenziali. I CAF, invece, s’interessano di problemi fiscali.
La signora P.R. di Berlino ha, in Patria, una sorella rimasta vedova del marito pensionato. La lettrice ci chiede i tempi per la liquidazione della pensione di reversibilità.
C’è una sorta di iter burocratico da seguire presso l’INPS. Un Patronato, in Italia, potrà curare la pratica in tempi relativamente contenuti.