Quando “prenditi cura di te” giunge alle nostre orecchie, spesse volte assume le sembianze di un monito cascato dal cielo in grado di attivare nella nostra mente una rappresentazione perfettamente allineata con la nostra esperienza personale:
“Da quanto tempo non vado dal dottore? Poi lo chiamo…”
“Sì, effettivamente dovrei mettermi a dieta… Quando arriva lo stipendio torno dal nutrizionista!”
“Estetista e parrucchiere sono fatti per chi ha tempo, soldi e non ha figli!”
… E alla fine, rimandiamo.
Poi ci sono quelli che…
“Grazie, ma per prendersi cura di me da dove si inizia?”
L’invito a riporre maggiormente l’attenzione su noi stessi porta con sé un messaggio di Amore, e diciamocela tutta:
Essere consapevoli del luogo che abitiamo nella mente di chi si rivolge a noi pronunciando tale frase, basterebbe ad avvicinarci un po’ di più al paradiso della sospirata felicità, se solo…
Se solo non fossimo travolti giornalmente dai consueti impegni, pensieri di responsabilità ed emozioni strabordanti che spesso e volentieri ci conducono a perdere il filo del discorso e a trasformare il dolce prenditi cura di te, nell’ennesimo fardello di cose da rimandare alla prossima settimana.
Ma com’è che per tutto c’è tempo, dedizione o denaro necessari, mentre per noi non esiste mai spazio a sufficienza?
Le risposte sono infinite, tuttavia l’esito è uno tra i tanti:
Affaticamento fisico e cognitivo
Non ci resta dunque che invertire la tendenza e porci la seguente domanda:
Cosa accadrebbe al nostro benessere psicofisico se ci convincessimo che prendersi cura di sé non passi necessariamente attraverso il dispendio di tempo e di denaro?
Sembra un sogno eppure la situazione è più a portata di mano di quanto si immagini. Rimettersi in ordine è la chiave; rendere il nostro corpo un Universo a portata di Noi, è l’obiettivo.
L’apporto di semplici accortezze, sebbene prive di sforzo, è in grado di rieducarci alla rilevanza di cui siamo portatori, all’idea che non esistono incombenze più pregiate del nostro equilibrio primaditutto, proprio alla luce dell’effetto a cascata che esso esercita sul favorire relazioni in salute e assumere un approccio al lavoro altrettanto energico, funzionale e produttivo.
Sperimentiamoci dunque, e proviamo per due settimane a:
1. Svegliarci sempre alla stessa ora.
2. Comunicare un bel bicchierone d’acqua al nostro cervello, come prima informazione al risveglio.
3. Nutrirci rispettando sempre gli stessi orari e ascoltando la voce del nostro corpo.
4. Garantirci pause per movimentare il corpo e dare aria alla mente.
5. Dare priorità ai bisogni fisiologici una volta rientrati in casa, il messaggio può aspettare, tappa bagno e soddisfacimento sete NO.
6. Assicurarsi una buona igiene del sonno a partire dall’illuminazione e la temperatura presenti nella camera da letto.
Per prendersi cura di sé possiamo dunque immaginare numerose altre pratiche, tuttavia senza mai dimenticare un noto punto fermo messo a punto da Maslow con la sua Piramide dei bisogni: se non partiamo dalla base, non possiamo giungere alla gratificazione di necessità di ordine superiore come ad esempio il bisogno di stima, di appartenenza o di realizzazione ed evoluzione del sé.
Quanto più dedichiamo gentilezza al nostro corpo, tanto più lo trasformiamo in un luogo per noi solido e confortevole. Quanto più curiamo l’isola interiore che abitiamo, tanto più saremo in grado di accogliere nuovi approdi e spingerci verso nuove frontiere senza il timore di essere colti dalla tempesta.