Il diritto al voto in Germania: come lo acquisisco?
Mettiamo il caso che a causa di un lockdown il capo dell’azienda chiude i battenti e prevede per una parte dei dipendenti un lavoro ad orario ridotto. La situazione peggiora e l’orario ridotto è del cento per cento. Restiamo, dunque, a casa. Pochi mesi dopo, quando l’azienda riapre e la vita sembra tornare alla normalità, il capo ci comunica che le ferie sono state ridotte in relazione al periodo in cui siamo rimasti a casa. È quello che è successo ad una dipendente di un’azienda del Nordreno-Vestfalia, precisamente di Essen. Piuttosto di 14 giorni di ferie, la sua azienda ne aveva calcolati 11. E come a lei a tanti altri lavoratori in tutta la Germania è successo la stessa cosa.
Secondo la Corte del lavoro federale di Erfurt, il diritto alle ferie, difatti, può essere ridotto. In altre parole: il capo dell’azienda ha agito legalmente. Vale a dire: chi è in Kurzarbeit al cento per cento, ha meno ferie. Il motivo? Se resti a casa non hai bisogno di riposo. È, in poche parole, quello che emerge dalla sentenza del Bundesarbeitsgericht del 30 novembre 2021 (numero d’ordine: 9 AZR 225/11), una sentenza che ha fatto scaldare gli animi all’interno dei sindacati. Anja Piel del Gewerkschaftsbund ha criticato nettamente il verdetto: “Si tratta di un giorno amaro per molti dipendenti”.
La questione giuridica è ingarbugliata e da anni i giuristi discutono su come interpretare la legge federale relativa al diritto alle ferie (in ted.: Bundesurlaubsgesetz). Il giudice Kiel, presidente della Corte, si è espresso a favore di un’interpretazione che sposa quanto già accennato in alcune sentenze da parte della Corte di Giustizia europea. Del resto, afferma il presidente della Corte, “grazie al provvedimento del lavoro ridotto, è stato possibile salvare migliaia di posti di lavoro”. Nel frattempo, considerando la situazione pandemica, il ministero federale del lavoro ha prorogato fino al 31 marzo del 2022 il diritto al lavoro ad orario ridotto.