I costi energetici esplodono, i prezzi per gas ed energia elettrica si muovono ormai in una sola direzione: in alto
La Bundesnetzagentur teme che a partire dal 2023 i costi potranno addirittura triplicarsi. Chi pagava 100 euro al mese, dovrà pagarne 300 euro! Le cause sono molteplici, ma non è di questo che voglio occuparmi in questo articolo. Il mio intento è, invece, quello di offrire un piccolo vademecum su come comportarsi quando l’aumento delle spese energetiche diventa talmente eccessivo che si rischia di non poter pagare la bolletta. In quel caso, purtroppo, le aziende reagiscono con una disdetta immediata del contratto.
Intanto una buona notizia per coloro che hanno stipulato un contratto con garanzia di prezzo a tempo determinato (in ted.: Preisbindung). Costoro non devono temere aumenti improvvisi dei costi. I fornitori di energia sono vincolati dai contratti e dai prezzi concordati. Le parti interessate con un contratto con garanzia di prezzo possono assolutamente opporsi agli aumenti. Consiglio, tuttavia, di non ridurre autonomamente le detrazioni richieste, altrimenti si rischia una disdetta del contratto. Una lettera (modello) da inviare al fornitore si trova sul seguente sito della centrale dei consumatori:
Diverso, invece, il discorso per i consumatori che usufruiscono del “servizio di base” (in ted.: Grundversorgung) e non hanno stipulato un contratto speciale con un fornitore. In questi casi il fornitore può aumentare i prezzi. E purtroppo questo attualmente avviene: gli aumenti vengono regolarmente pubblicati presso i gazzettini e, dunque, resi pubblici. Chi ha, dunque, una Grundversorgung, può tuttavia disdire il contratto (Sonderkündigung) e trattare con un fornitore di energia che magari sia più conveniente. Tuttavia, i fornitori devono comunque avvertire il cliente almeno sei settimane prima dell’aumento dei costi energetici. Il preavviso deve avvenire per iscritto. Se il termine non è stato rispettato o è stato occultato il diritto speciale di recesso del contratto (in ted. Sonderkündigungsrecht), gli interessati dovrebbero opporsi, anche se l’aumento del prezzo è apparentemente legale. Il fornitore deve quindi informare nuovamente e correttamente. La data del presente avviso è determinante per l’aumento (o il diritto speciale di recesso). Ma attenzione: spesso, però, i consumatori ricevono lettere da parte dei fornitori che a prima vista potrebbero sembrare dei volantini pubblicitari (un trucchetto molto diffuso) – ma così non è! Qui bisogna fare attenzione e leggere bene quello che scrivono i fornitori.
In generale vale il seguente principio: prima di ridurre il canone oppure di disdire il contratto è bene contattare (anche via email o telefonicamente) il proprio fornitore e ridiscutere gli estremi del contratto e – forse – anche l’importo da pagare mensilmente. Spesso e volentieri, se si spiega la propria situazione, il fornitore può fare eccezioni oppure accettare il pagamento di rate (ad esempio se l’importo della bolletta è troppo elevato e non si può pagare subito).