Il mio punto di partenza può sembrare sottile ed artificioso, sia per i casi di politica, che per quanto relativo al’ economia , più sarà mescolato meglio sarà. Se io cercassi di qualificare in senso negativo, lasciatemi usare questo termine provvisoriamente, se cercassi di qualificare i due sistemi quello del capitalismo e ciò che lo libera nel suo organo di controllo cioè un istituzione che ne garantisce la sua validità finanziaria, nel sistema del capitale cosa sarebbe la follia nel suo sistema.
Cos’è la follia nel primo sistema? Nel sistema dispotico o si coniuga nel delirio paranoico? Se cercassi di dire che fanno?
La parola migliore sarebbe Barano. Passano il tempo a Barare ed imbrogliare. Passano il tempo su speculazioni finanziarie per cercare di diventare ricchi. Cercherò di spiegare perché si è un cerchio, e poi si salta in un altro corpo, è tutto un sistema di imbroglio instaurato dal mercato economico. L’uomo di stato è un imbroglione, un impostore, ma nella coscienza dell’impostore vi è una figura completamente nuova quella dell’inganno. Allora a rischio di usare parole, direi che non è più il campo dell’inganno dell’impostura ,ma del tradimento. Orbene abbiamo due nozioni quella dell’inganno, e quella del tradimento, ovvero siamo di fronte al dubbio amletico come mera espressione della coscienza in sé nel buio dell’oceano della luce tornano tra politica ed economia. La politica come tradimento ed inganno. L’inganno è sempre un affare di Stato. Ma il tradimento quindi è quell’infamia universale che è, sia un inganno, sia un tradimento, ma ha una connotazione totalmente diversa. Quindi questo punto di vista artificioso permette una visione olistica sul terreno finanziario e sul terreno del determinismo economico, un rapporto intrinseco al potere controllato e controllabile a corroborare tale opinione ci si avvale di un concetto come la Guerra, tanto più la guerra diventa un’operazione di polizia, un “operazione di polizia Globale, universale, cioè un intervento specifico, d’altronde la trasformazione degli eserciti dimostra questo, non si tratta di avere i grandi eserciti che hanno funzionato bene durante la Seconda Guerra Mondiale, ma gli eserciti sono diventati Unità Mobili che possono essere trasformati, trasferiti in ogni punto fisico del mondo, nel minor tempo possibile, con capacità di intervento, che non sono più di semplicemente di distruzione, ma addirittura capacità di National Bulding, cioè quelle di organizzazione e costruzione delle Nazioni, ordinamenti politici.
La globalizzazione ha aperto un processo di divisione profonda in tutti i paesi del mondo, l’unificazione del capitale mondiale, che mette in crisi l’intero sistema capitalistico basato su fondi azionari, cosi noi possiamo trovare grandi ricchi a New York o Los Angeles, ma anche a Johannesburg o Nuova Delhi, la lotta per la fine della miseria, diventerà quella capacità di metamorfosare l’uomo, ormai come sappiamo le multinazionali ragionano sulla base dei loro interessi e quelli dei loro azionisti, i capitalisti hanno sussunto la morte come progetto di speculazione.
1) Quindi la natura della CRISI, viene data dal fatto che la produttività non è più legata allo sfruttamento della classe operaia, ma viene legata allo sfruttamento della società intera.
2) Per fare questo il capitale ha bisogno di determinare dei criteri di registrazione, della ricchezza sociale, e fuori dubbio che questi criteri di registrazione della ricchezza sociale passano attraverso la valutazione di “borsa” “valutazione finanziaria”.
3) La valutazione finanziaria è una valutazione che non ha misura, c’è un crisi di misura complessiva, totale, che fa continuamente scoppiare delle bolle che sono delle bolle di speculazione, davanti a quella che sembra la realtà, realtà del capitale finanziario, la necessità che la moneta si accompagni più ad un lavoro di fabbrica, quello che i sindacalisti chiamano ricchezza reale del paese, che si produce nelle fabbriche, ma la ricchezza reale viene prodotta in tutte le reti, nelle università, nei trasporti, nei mass media , nella radio e Tv , su internet, tutta quella ricchezza che a che fare con le reti linguistiche, il capitale finanziario riesce a percepire questo, ma non riesce a misurarlo, perché per misurarlo bisogna esserci dentro.
4) La mancanza di questa misura che determina la crisi OGGI, e che le forze politiche non siano più due, ma che diventino una , ma per ridiventare una bisogna che siano i Lavoratori a prendere il commando, perciò la rivoluzione non è mai stata basata sulla forza, ma è sempre stata una questione di Potere di Sapere, la misura del capitale finanziario non può che essere dato dal capitale cognitivo, quando si dice comunismo del capitale, non c’è alcuna altra possibilità che riappropriarsi di questa realtà, significa che oggi siamo nella condizione in cui dobbiamo reinventarci delle strutture democratiche, delle strutture di base,che non riesco a chiamarle partecipative, perché partecipative è diventato un termine in disuso nel determinismo economico,ma delle strutture di “concorrenza” nel senso di partecipare insieme, di consensualità nel senso di mettere insieme le intelligenze che investono e ne rovesciano il senso.
Tutto questo non è un concezione meccanica, non si dice che il capitalismo ha fatto questo, e noi ne facciamo un rovesciamento dialettico, non c’è nulla di questo nessun tipo di dialettica possibile in questa situazione , anzi c’è un processo di istituzione del comune, quando si dice istituzione del comune si dice che oggi le moltitudini vivono già dentro questo comunismo del capitalismo, che le moltitudini quando si formano sono dei fatti istituzionali, quando si dice che la moltitudine e un insieme di singolarità, non si dice che il popolo senza armi di Hobbes, si dice che questa moltitudine è un insieme di tensioni produttive di capacità di appropriazione, di stili di vita, di modi di comportamento, riuscire ad dare un ricomposizione politica significa riappropriarsi del comune in altra forma, questa crisi legata al meccanismo dello sfruttamento la paghiamo noi, abbiamo delle istituzioni elementari, aurorali che possono produrre questo processo, poi la crisi e un momento e un tempo, in cui si determina,quando si dice comunismo del capitale si dicono in fondo tre cose cioè che il capitale finanziario ha raccolto tutta la produzione sociale “ il comune sociale” raccoglie tutta quella rete di profitti, di rendite, di speculazioni, in generale articolazioni di commando quando si dice comune si dice tutto quelle che i soggetti in quanto singolarità nella loro specificità producono.
Salvatore Gurrado