Egregio Signor Vignola,
tante grazie di aver potuto conoscere tramite il Corriere d’Italia, luglio 2019, ed il suo editoriale “Chi è Gherush92?”, questo comitato “Gerush92”, che per quanto abbia capito è un comitato che si occupa dal punto di vista scientifico sulle azioni politico-sociali-culturali-umanitarie, secondo la visone dell’ONU.
L’ONU fondato nel 1949 dopo due grandissime e vergognose guerre mondiali. La visione umana si basa sulla famosa “Carta dei diritti umani”. Dall’ONU sono generati molti Comitati: Unesco, Unicef, ed anche Gerush92, e chissà quanti ancora!
I 30 articoli della carta aspira ad una visione umana nel mondo, senza guerre, vivere liberi, senza confini geografici, uguali e fratelli! Stabilito e consacrata dal 1° articolo: “Si nasce liberi, uguali in dignità e diritti, uno con l’altro nello spirito di fratellanza. Vivere e agire come “dispone la ragione e la coscienza”.
Da questo postulato sono nati non solo i comitati con diverse funzioni, ma anche quei paesi democratici ed in particolare le costituzioni. In particolar modo la costituzione tedesca con il 1° Articolo: “La dignità dell’uomo è inviolabile”. Anche l’Italia ed altri paesi hanno una simile costituzione. L’Europa infine con i suoi 54 articoli condivide una visione sociale e umanitaria secondo l’ONU.
Che l’uomo nasce con dignità e mantiene per tutto il periodo di vita il diritto non è spiegato, anche perché non è nominata la causa di predisporre ad esempio il concetto religioso, cristiano della Creazione.
È un postulato per sé, a priori! In contrasto con la vita reale vengono tanti “Perché”, e molte domande di carattere sociale, le cui risposte sono diverse fino a non condividere questo concetto di diritto di dignità acquisito semplicemente a priori per nascita.
Penso a sant’Agostino, Cicerone ecc…ecc..
La società oggi, nella nostra epoca e nel mondo è diversa, anche perché i fattori politici, sociali, economici, religiosi, culturali e tradizionali sono diversi ed è molto difficile poter portare ad uno stesso destinatario, tanto che l’uomo, come tale, come individuo pensa diversamente dall’altro ed impedisce l’integrazione nella società.
Quindi ed infine sono d’accordo con Lei, signor Vignola. Nessuno osa definire il concetto di dignità. Un valore etico-morale che presume di vedere nell’uomo il senso del Buono, ignorando il contrapposto del “cattivo”.
Tornando alla questione Dante, si va incontro a concetti nati in altre epoche e situazioni storiche che vengono usati oggi ingiustamente, ma nella retorica speculativa trovano una giustificazione per mezzo di pregiudizi e associazioni mentali.
I concetti di “Razzismo”, “Antisemitismo” o “Giudaismo”, sono nati in epoche lontane e storiche. Il “Va pensiero” di Verdi, i babilonesi, i romani con Vespasiano e Tito e Adriano più tardi che hanno portato alla diaspora del popolo ebreo. Il cosiddetto “Antisemitismo” per cui un popolo per mille anni storicamente e fino alla II guerra mondiale è da condannare. Oggi suona anacronistico, ma i pregiudizi e associazioni mentali lasciano ancora parlare di Antisemitismo. I problemi sono diversi. Le cause sono di natura diverse! Nel periodo cristiano l’Antisemitismo, una questione religiosa che è disgustante e vergognosa………
Dante come Antisemita, secondo i lavori scientifici (?) della presidente, la Signora Sereni, è un giudizio infame. Non è stato capito o meglio di non volerlo capire. Come se la signora volesse trovare “il pelo nell’uovo”.
Giuda non è né il simbolo di un popolo e neanche l’immedesimazione di un popolo. È diventato sinonimo del popolo ebreo oppure d’Israele…….
Dante, nel medioevo, nel suo capolavoro, condanna con pene nella sua visione, adeguate ai reati che hanno fatto, nel corso della loro vita. Non ha un pregiudizio.
Tutto al contrario della signora Sereni, che tutta la religione cristiana con i suoi vangeli si prettamente antisemita. La Signora dovrà dedurla dai suoi presupposti e pregiudizi.
Che l’Islam, fin dalla nascita con Maometto, sia per eccellenza il vero antisemita, soprattutto dal punto di vista religioso e quindi politico, sociale e culturale, non so che cosa ne pensa la Signora Sereni.
Ingiustamente accusa lei Dante di “Islamofobismo”. Lei si sente molto sgomentata di trovare il profeta Maometto nell’Inferno dantesco canto 28mo, con il suo genero Alì che scontano le pene che lacerano fisicamente il corpo come loro hanno “lacerato” la società e le religioni, ebraica e cristiana nei loro periodi di vita.
Dante da antipapale, giudica il concetto della “Scissione”, delle istituzioni religiose. Cosicché giudica anche gli “scismatici” e tutti quelli che lacerano la società in diversissime forme e Sette, il cui fine l’hanno in comune, ma le strade devono essere diverse da percorrere.
Sotto questo punto di vista, l’accusa della Signora è infondata ed infame!
Oggi, alla luce della ragione, considerando la storia con i suoi errori che si rivede e condanna, viene fuori un sorriso amaro anche perché le lotte delle istituzioni continuano con la violenza e la testardaggine abusandone appunto proprio dei concetti visionari della tolleranza e dei valori dei diritti umani.
Eclatanti, perché reali, sono l’emigrazione clandestina ed illegale, l’afflusso enorme della religione dell’Islam in Europa che è al di là della tolleranza si afferma con prepotenza in tutte le sue forme e tradizioni. Sembra di seguire una strada unica. Ciò impedisce il concetto della integrazione e la compatibilità di vita sociale. Se l’Occidente nella riflessione sia arrivato con generosità di pensiero a condannare la storia e i suoi avversari, a rivedere e correggere, e non tanto per innovare od accettare la visione di valori dei diritti umani dell’ONU e vivere in questa visone, l’Oriente, islamista, è rimasto lì, feroce e irremovibile in tutte le istituzioni, a rivedere la propria storia, eventualmente per la sotto riflessione e correttura appunto per una compatibilità reciproca nella società di carattere umanistico. ……..
Bene! Così è la realtà! O, almeno vien vista! Superficiale, contraddittoria, presuntuosa. Piuttosto anarchica e falsamente democratica anche perché vien meno il rispetto e la disciplina verso se stesso e la propria persona, come pure verso il prossimo.
Questa non è una accusa, piuttosto un lamento, che non risolve i problemi sociali!
Io penso, adesso di essere andato al di là della questione di Dante e desidero innanzitutto ringraziare il Corriere d’Italia ed in particolar modo Lei Signor Vignola, di avermi stimolato a pensare ed a scrivere a mano questa lettera… Ci saranno errori di stile e forse anche di contenuto. Perdonatemi!
Con questa azione volevo accostarmi alla Sua critica giusta contro le posizioni, direi diffamatrici della signora Sereni, che si prende la libertà d’azione, sotto il sostegno del Comitato “Gerush92” di esprimere dei giudizi con concetti d’espressione anacronistici e quindi inadeguati, il cui contenuto, d’altra parte, lascia intravedere di non aver voluto capire il poema di Dante. La sua posizione è sensibilmente arrogante che scientifica! È una provocazione piuttosto voluta perché rispecchia la realtà d’oggi, in cui si generano rispettivamente contrapposizioni.
Tanti cari saluti al Corriere d’Italia e a Lei, signor Vignola, cordialmente