Quando la comunicazione diventa una trappola per anassertivi
Le risposte mi vengono sempre dopo!”
“Avrei proprio dovuto dirgli che…”
“Ogni volta che sono in procinto di andare a casa mi rifila un lavorone e alla fine…”
“Quando mi parla così mi blocco e la testa si svuota”
Eccetera, eccetera, eccetera.
Quante volte è accaduto di trovarsi incastrati in una conversazione a senso unico dove, a perderci, sono sempre e solo le nostre necessità?
Dove, a finire nel dimenticatoio ,sono le nostre risposte non date?
Tutte le volte in cui ci troviamo un passo indietro rispetto a ciò che vorremmo essere, la frustrazione si àncora al petto mentre la leggerezza d’animo tipica di chi crede nelle proprie capacità di gestione si volatilizza in un battibaleno lasciando spazio solamente a sconforto prima, a rabbia poi.
Altrettante volte ci capita di descriverci usando frasi tipo:
“Tengo, tengo, tengo… E poi esplodo!”
“Sono brava e paziente ma quando mi arrabbio io…”
Includiamo dunque nel nostro repertorio litigate da cestinare, parole volanti e urla che mirano proprio a colpire lì dove fa più male alla persona che abbiamo di fronte e con l’intenzione di ferirla.
Gli exploits appena accennati non sono nient’altro che il frutto dell’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso ed è proprio qui che sta il punto:
Quel vaso saremmo noi.
L’ennesima goccia è quella che si va a sommare a tutte le gocce di bisogni inespressi, espressi poco efficacemente o “inascoltati” per chissà quale ragione.
Dunque per confrontarsi con l’altro è necessario alzare il tono, usare l’imposizione o esplodere a settimane alterne?
La risposta è sì, se vogliamo perderci in salute e autostima utilizzando lo stile passivo – aggressivo: una modalità comunicativa che può facilmente essere generalizzata ad uno stile di vita.
La risposta è no, se desideriamo che il nostro bisogno, il nostro punto di vista, la nostra posizione vengano compresi, non necessariamente soddisfatti, tuttavia accolti tra le informazioni da tenere a mente quando le persone si relazionano con noi. Chi si dirige in tale direzione utilizza solitamente uno stile comunicativo assertivo.
Risulta tuttavia complicato non sperimentare senso di colpa quando si dice di no alle richieste altrui o considerare il parere degli altri, importante tanto quanto il nostro.
Per iniziare ad acquisire gradi di libertà comunicativa adeguati al proprio stato di benessere, donando lustro (senza vergogna alcuna) alla propria dimensione sociale-emotiva, è possibile sperimentarsi in seduta attraverso esercizi di comunicazione assertiva preparati appositamente, e orientati alla gestione delle circostanze più critiche per la persona che sceglie di intraprendere il percorso psicologico ritagliato su misura per lei.