Sappiamo che il sacramento del Battesimo può essere amministrato in casi eccezionali da chiunque, persino da una persona non battezzata. In alcune diocesi, a Essen in Germania, a Linz, in Austria, a Basilea in Svizzera è consentito a laiche e laici di battezzare e non solo in casi di estrema gravità. Nella diocesi di Rottenburg/Stuttgart il vescovo Gebhard Fürst sta ascoltando i vari organismi pastorali della curia per arrivare per introdurre anche nella sua diocesi questa possibilità. Ma come è possibile? Chi saranno le persone laiche che potranno amministrare il Battesimo? Le Comunità cattoliche italiane sono pronte a questo cambiamento? O considereranno il Battesimo amministrato dal prete di serie A e quello del laico di serie B?
In forza del Battesimo siamo popolo di Dio, siamo popolo sacerdotale e siamo uguali, nel senso di pari dignità, uomini e donne, questa è l’ecclesiologia che sta dietro al Battesimo.
Ecco che allora valutare la possibilità che laici conferiscano il Battesimo va visto nell’ottica di una Chiesa che desidera credenti responsabili e in grado, in base ai propri carismi, di prendersi cura dell’ecclesia con compiti e ministeri che possono apparirci nuovi, ma che nuovi non sono, tantomeno sovversivi.
Quella delle diocesi di Rottenburg/Stuttgart e di Essen non sono iniziative solitarie, perché questa è la linea della Conferenza episcopale tedesca, infatti nella terza assemblea sinodale del febbraio scorso, il presidente della Dbk, vescovo Georg Bätzing, aveva annunciato che la Chiesa tedesca intendeva muoversi in questa direzione.
Tutto questo non deve spaventarci, perché anche in questo modo la Chiesa si interroga su come essere più evangelica, più inclusiva, testimone e portatrice vitale della buona novella.
Per capire meglio che cosa e come si sta decidendo abbiamo fatto alcune domande a due operatori pastorali della diocesi Rottenburg/Stuttgart che lavorano nelle comunità cattoliche italiane, Maria Angela Mariano, responsabile di comunità di Rottweil, e don Denis Mpanga, parroco della comunità di Göppingen. Maria Angela Mariano è una laica, ha funzioni di responsabilità nella comunità, da anni celebra le esequie e fa parte della commissione donne, la Frauenkommission, l’organo consultivo espressamente voluto dal vescovo Fürst nel 2017.
Perché anche laici e laiche potranno amministrare il battesimo? …. È stato valutato che non esista alcun impedimento né di carattere canonico (legislativo) né teologico?
Don Denis: Come sappiamo, in alcuni casi come il pericolo di vita, qualsiasi persona può amministrare il sacramento del Battesimo. Quello che il vescovo Gebhard Fürst vuole, è uscire da questi casi speciali e farlo diventare una prassi ufficiale che prevede che anche i laici possano amministrare il sacramento del Battesimo. In questo modo il vescovo intende inviare un segnale chiaro nel dibattito attuale sulla riforma della Chiesa cattolica in Germania e nel mondo, volendo sostenere esplicitamente una maggiore partecipazione dei laici, grazie al sacerdozio comune conferitoci con il battesimo.
Maria Angela: Il Battesimo è e resterà sempre un sacramento. Ci sono delle eccezioni, come diceva don Denis sopra, in casi di pericolo anche i laici possono battezzare, bambini prematuri o in punto di morte, incidenti guerre… Ora i vescovi hanno la possibilità nelle proprie diocesi di aprire al Battesimo conferito dai laici perché, secondo il diritto canonico, questo sacramento non è strettamente legato né al ministero ordinato del sacerdote o del diacono né alla confessione di chi amministra il Battesimo.
Si tratta di un cambiamento che entrerà nelle pratiche delle comunità. C’entrano le poche vocazioni? Ma ci sono anche pochi battesimi rispetto a un tempo, o no?
Don Denis: Vedendo il calo dei numeri di sacerdoti, diaconi, e i territori parrocchiali che sempre si stanno allargando enormemente, non sarebbe sbagliato vedere che siamo vicini a dichiarare tutto un caso di emergenza che necessita attenzione. Grazie a Dio il numero delle famiglie che richiedono il Battesimo per i loro bambini non è piccolo. Ora per facilitare la prassi dei battesimi, e non dover far aspettare le famiglie fino a quando il sacerdote può battezzare, bisogna pensare a una soluzione.
Maria Angela: Per ovviare alla scarsità di vocazioni sacerdotali si sta pensando al Battesimo conferito dai laici. Non a tutti però questa impostazione sta bene perché questa possibilità non deve essere concessa per sopperire alla mancanza di sacerdoti ma essere parte integrante della pastorale più sinodale. Certamente c’è anche la questione dell’accettazione dei cattolici a livello mondiale e locale. Se sono cattolici molto legati dalla tradizione, ciò impedisce a volte l’apertura al nuovo nella Chiesa.
A quali laici e laiche sarà consentito di battezzare? Che presupposti o che tipo di preparazione dovrebbero avere i laici?
Maria Angela: La formazione deve basarsi sugli aspetti teologici riguardanti il Battesimo. Ancora non sono state appurate le condizioni di come preparare i laici. Si sta pensando a formare i laici/laiche già assunti dalla Chiesa locale e che si trovano a lavorare nella pastorale. Naturalmente bisogna anche guardare a chi dare questo compito perché non tutti sono idonei a questo.
Don Denis: Questo è uno dei temi su cui si sta lavorando nei comitati stabiliti.
Secondo voi come recepirebbero le nostre comunità questa novità?
Maria Angela: Si dovrebbe preparare i fedeli che anche i laici possono battezzare. In molte coppie giovani questo problema non si pone più. Le “vecchie” generazioni dicono: “meno male che non mi trovo in questo cambiamento e che i miei figli sono stati battezzati dal sacerdote”. Diversi sacerdoti poi vedono nei laici una concorrenza e incominciano anche a capire che la loro autorità si sta indebolendo.
Don Denis: Le nostre comunità di madrelingua che sono ancora legate ai chierici come ministri dei sacramenti, secondo me, avranno difficoltà ad accogliere questa novità. Ma si abitueranno, anche perché vedendo il calo dei numeri dei sacerdoti che sono meno presenti nella vita delle famiglie (per motivi di grandi territori parrocchiali), lo accetteranno. Personalmente vedo questo passo positivamente, in quanto I laici potranno fornire un sostegno pastorale più personale, di vicinanza alle famiglie, anche coi battesimi.
Che relazione esiste fra il Battesimo da parte di laiche e laici e il diaconato delle donne?
Don Denis: Come ho accennato sopra, con questi temi (Battesimo da parte dei laici e laiche, e il diaconato delle donne), il vescovo Gebhard Fürst, vuole inviare un segnale chiaro, spronando una maggiore partecipazione dei laici nella Chiesa, perché i laici, in forza del loro Battesimo, sono chiamati a partecipare nella salvezza delle anime e nessuno deve essere escluso a causa del sesso.
Maria Angela: Mentre sulla questione del Battesimo la decisione è di tipo diocesano, il diaconato delle donne riguarda la chiesa universale e pertanto deve scaturire da Roma, anche se il nostro vescovo è a favore del diaconato delle donne
Il vescovo sta consultando i vari organi diocesani e ha sentito anche il consiglio dei preti (Priesterrat). Che valutazione ne è uscita?
Don Denis: Il Consiglio dei preti, dopo aver fatto presente i pro e contro, ha chiesto al vescovo di fare consultazioni approfondite per evitare irritazioni o addirittura divisioni nella chiesa. Infatti il vescovo ha istituito un gruppo che esaminerà in base al diritto canonico “come e a quali condizioni gli operatori pastorali non consacrati possono amministrare il sacramento del Battesimo. Un ulteriore comitato svilupperà successivamente un concetto pastorale concreto a stesso riguardo.
Il vescovo Fürst ha consultato anche la Frauenkommission, l’organo consultivo voluto da lui per comprendere la realtà delle donne, nella curia, nella Chiesa e nella società.
Maria Angela: La Frauenkommission come anche il Berufsverband e altri gruppi della chiesa desiderano che il Battesimo, amministrato dai laici/ laiche venga compreso e accettato come un servizio in sé e sradicato dall’idea: “mancanza dei sacerdoti, allora si ripiega sui laici”. Il vescovo vorrebbe che entro marzo 2023 che questo argomento venisse trattato in tutti gli organismi diocesani importanti (Priesterrat, Diözesanrat e tutti i movimenti laici della diocesi) per poi poter dare il via ufficiale.