L’angolo della psicologia di Claudia Bassanelli
Esistono circostanze (eventi, persone…) che mettono a dura prova la nostra capacità di resistenza emotiva. Limitarsi ad evitarle non sempre è una soluzione attuabile, né efficace sul lungo periodo: significherebbe soltanto rimandare il problema, con il rischio di ritrovarlo in futuro.
Cambiare gli altri, o le loro reazioni, non è un’opzione praticabile; piuttosto impariamo a cambiare una parte di noi, stabilendo dei sani confini emotivi. Questo ci permetterà di comunicare al prossimo come desideriamo essere trattati e al tempo stesso di distanziarci e differenziarci dagli stati d’animo altrui.
Come faccio a riconoscere un’invasione emotiva?
Sei emotivamente invaso/a tutte quelle volte in cui:
• Fai dipendere dagli altri le tue emozioni, sentendoti inadatto/a ogniqualvolta il tuo sentire sia differente da quello delle persone che ti circondano. Vale sia per le emozioni positive che per quelle negative;
• ti assumi responsabilità che non ti competono, anche gravose, perché ti senti come la cosa riguardasse anche te;
• anticipi i bisogni altrui, ancora prima che vengano espressi e dichiarati;
• permetti che gli altri decidano la tua “agenda emotiva”, cioè discutono di argomenti e problematiche per te dolorose, senza tuo consenso;
• non riesci a dire “no” perché temi di perdere l’affetto e la stima di chi ti circonda, anche se sei al limite delle energie;
• senti di dedicare molto tempo agli altri, poco o nulla a te stesso/a;
• ravvisi stanchezza psicologica e fisica.
Come si stabiliscono i confini emotivi?
1. Gradualità innanzitutto: come dice un famoso proverbio, Roma non fu costruita in un giorno: anche la costruzione dei tuoi confini emotivi richiederà tempo e pazienza. Si tratta di un progetto da portare avanti con costanza.
2. Qualcuno, soprattutto chi tende a invaderti di più, storcerà il naso di fronte ai tuoi cambiamenti. Questo perché fino ad oggi ha fatto comodo che tu mantenessi un certo comportamento accomodante. Poniti come obiettivo il tuo benessere, non è questo il momento per arrabbiarsi o scontrarsi apertamente con gli altri: sarebbe un dispendio inutile di energie preziose.
3. Crea una lista in ordine di difficoltà e parti dai contesti in cui dire “no” ti appare più facile (o meno difficile).
4. Quando dici di no, la spiegazione riguarda solo te stesso/a, non l’altra persona. Evita di attribuire colpe agli altri, punta l’accento sui tuoi vissuti e i tuoi pensieri.
5. Rispetta le risposte dell’altro, anche se non accettano le tue posizioni. Imparare a porre di confini non significa manipolare gli altri o cercare di cambiare a tutti i costi le loro opinioni.
Alcuni esempi pratici:
Leggerò le e-mail/ risponderò alle telefonate di lavoro soltanto in orario d’ufficio, a meno di casi eccezionali (scadenze di bandi, consegna a un cliente,…) preventivamente stabiliti;
Vorrei tanto accompagnarti a fare shopping ma oggi sono davvero stanco/a; capisco la tua delusione ma davvero non ho energie sufficienti per farlo;
Non sono a mio agio nel parlare della fisicità delle persone, è un tipo di critica che disapprovo, non è un argomento del quale intendo dialogare.
Per concludere…
Stabilire dei confini può essere soggettivamente difficile, soprattutto se si è cresciuti in un contesto dove la colpevolizzazione e la manipolazione affettiva la facevano da padroni. Imparare a rispettarsi e farsi rispettare potrà essere visto come un comportamento egoista: spesso è difficoltoso capire come porre dei limiti senza ostacolare quelli altrui. Perciò è importante focalizzare il processo su sè stessi, evitando di tirare in ballo i comportamenti altrui.
Se vivi quotidianamente in balia delle emozioni degli altri e ti senti continuamente invaso/a, prendi in considerazione l’idea di un consulto con un professionista: insieme capirete le origini di questi tuoi vissuti e troverete insieme una strada che ti faccia cambiare e stare meglio.