Rubrica a cura dei patronati Acli Germania, Inca Cgil e Italuil. Questo mese Marilena Rossi dell’Italuil
Quando si affronta il tema della pensione, spesso ci si trova di fronte a una serie di complicazioni burocratiche che possono rendere difficile ottenere la giusta trasparenza. Navigare tra le leggi italiane e straniere può essere un vero labirinto, soprattutto quando si tratta di contributi previdenziali versati in più paesi. Tuttavia, grazie al diritto comunitario europeo, i contributi versati in diversi stati membri vengono tutelati e presi in considerazione al momento di richiedere la pensione.
In linea di principio, i contributi versati in Italia, Germania e altri paesi UE rimangono presso gli organismi assicuratori di questi stati. Ogni Stato, quindi, eroga una pensione in base ai contributi versati e ai requisiti previsti dalla propria legislazione. Ciò significa che è possibile ricevere una pensione da più Stati, a seconda di dove siano stati compiuti i periodi assicurativi. Non esiste una “pensione globale” o una “pensione europea”. Ogni Stato in cui si è assicurati concede e calcola la pensione applicando la legislazione in materia previdenziale vigente nel Paese in cui è richiesta.
Per qualsiasi pensione tedesca viene chiesto, come requisito, il versamento di un periodo minimo di contribuzione – chiamato anche periodo d’attesa – e a seconda del tipo di pensione sono richiesti 5, 20, 25, 35 o 45 anni. Tale requisito si raggiunge anche con la totalizzazione (cumulo dei contributi versati in ciascun Paese) che tiene conto dei contributi versati negli altri paesi UE purché non coincidenti. Chi non raggiunge il requisito minimo di cinque anni nonostante la totalizzazione dei contributi italiani e esteri potrà chiedere il rimborso dei contributi tedeschi all’assicurazione pensionistica tedesca, la Deutsche Rentenversicherung (DRV).
Quando il diritto alla pensione viene raggiunto totalizzando i contributi italiani ed esteri, l’importo viene liquidato in pro-rata, cioè in proporzione ai periodi assicurativi maturati nel Paese che eroga la pensione. Se, ad esempio, si hanno 16 anni di contributi in Italia e 10 in Germania, dopo aver accertato il diritto alla pensione, l’importo messo in pagamento dall’Italia sarà calcolato sulla base dei 16 anni di contribuzione italiana. I 10 anni versati in Germania saranno liquidati dall’Ente previdenziale tedesco.
I periodi assicurativi inferiori a 12 mesi o 52 settimane non danno diritto a una prestazione autonoma. Tali contributi possono essere presi in considerazione dall’ente previdenziale presso cui si ha diritto a una pensione
I contributi rilevanti per l’ottenimento della pensione possono variare in base al tipo di pensione richiesta. Oltre ai contributi obbligatori, alcuni tipi di pensione tengono conto anche di contributi figurativi, per esempio il riscatto dei periodi di studio compiuti tra i 17 e i 25 anni, anche se effettuati all’estero, così come i periodi di educazione dei figli. Questi includono un periodo contributivo nei primi 3 anni dopo la nascita, oppure 2 anni e 6 mesi per i figli nati prima del 01/01/1992, e un periodo speciale dalla nascita fino al compimento del 10° anno di età. Tali periodi di contribuzione possono essere riconosciuti solo a uno dei genitori, di solito a chi ha svolto principalmente il compito dell’educazione dei figli.
La pensione in Germania è di tipo contributivo, il che significa che il suo importo dipende dai contributi versati durante la carriera lavorativa. Questi periodi di contribuzione vengono trasformati in punti di remunerazione (Entgeltpunke) e successivamente moltiplicati per il valore della pensione (Rentenwert, attualmente 37,60 €).
L’importo della pensione viene adeguato annualmente con effetto da luglio.
Dal 1° gennaio 2021, qualora siano soddisfatti i requisiti contributivi (33 anni di contribuzione) e reddituali, viene applicata la cosiddetta “Grundrente”, un supplemento pensionistico basato sull’aumento di specifici punti di remunerazione.
Preferibilmente, la regolarizzazione della posizione assicurativa avviene prima della presentazione della domanda di pensione, garantendo così una rapida elaborazione e liquidazione della richiesta. La liquidazione di una domanda di pensione è possibile solo se si dispone di una posizione assicurativa regolare. Si consiglia quindi di iniziare a chiarire la propria posizione assicurativa, compresi i contributi italiani già a partire dall’età di 55 anni. Rivolgendosi ai patronati è possibile ottenere l’estratto conto previdenziale italiano e richiedere l’accredito del periodo di servizio militare e avviare così con la DRV, il chiarimento della posizione assicurativa (Kontenklärung), la quale al termine della procedura emetterà un estratto conto previdenziale completo con il riepilogo dei contributi da lavoro, figurativi e da riscatto versati in Germania e in Italia.
Gli assicurati che hanno superato il 43° anno d’età ricevono dalla Deutsche Rentenversicherung un estratto conto previdenziale senza necessità di una richiesta esplicita. È importante esaminare attentamente il prospetto assicurativo per verificare l’esattezza e la completezza dei periodi riportati su di esso.
La domanda di pensione va presentata nel paese di residenza del richiedente e vale per tutti gli stati membri in cui si hanno contributi. In Germania, la domanda di pensione va presentata presso la Deutsche Rentenversicherung o tramite enti di Patronato riconosciuti che assistono gratuitamente le lavoratrici e i lavoratori. Per chi vive in Italia e ha contribuzione in Germania la domanda va presentata presso l’INPS che provvederà a inoltrare la domanda e i formulari di collegamento all’ente tedesco.
Nel prossimo articolo, esploreremo i diversi tipi di pensione erogati dalla Deutsche Rentenversicherung, tra cui pensioni per ridotta capacità di lavoro, pensioni di vecchiaia e anzianità, pensioni ai superstiti.