Cos’è una delusione d’amore?
Superare una delusione d’amore o un rifiuto non è facile e può essere addirittura devastante per chi la vive, specialmente se accade in un momento di particolare vulnerabilità o per via di eventi gravi. La delusione è un meccanismo emotivo molto complesso. La delusione nasce dal nostro atteggiamento mentale di attribuire a una persona delle qualità che in realtà non possiede o che possiede in misura minore. In questo modo, tendiamo a sopravvalutare e idealizzare la persona che amiamo, generando delle aspettative. Queste verranno puntualmente disattese, perché quell’immagine che abbiamo costruito non corrisponde alla realtà. Così, la persona cadrà dal piedistallo sul quale era stata da noi collocata e subentrerà la disillusione, che ci farà soffrire. Spesso è questa la dinamica psicologica che si nasconde dietro la fine di una relazione.
Cosa dice la scienza a riguardo?
Qualsiasi sia il motivo della rottura, sfuggire alla sofferenza è difficile. Secondo una revisione sistematica, la rottura di un amore può portare a un quadro sintomatologico serio, caratterizzato da pensieri invadenti di lutto, insonnia, ridotta attività vagale, aumento del cortisolo disfunzioni immunitarie e addirittura alla sindrome del cuore infranto. Quest’ultima è una patologia che simula un infarto, anche se diversi studi hanno dimostrato che non causi né ostruzioni di arterie né danni cardiaci permanenti. In ogni caso, una delusione d’amore può avere l’effetto di disregolatore chimico-biologico. Un interessante studio del 2011 condotto dalla Columbia University ha evidenziato come il dolore per la fine di una relazione stimoli le stesse aree cerebrali che percepiscono il dolore fisico. Probabilmente questo ha un significato evolutivo: gli umani sono predisposti psico-biologicamente creare e mantenere legami affettivi.
Le fasi delle delusioni d’amore
I meccanismi per superare il dolore per una delusione amorosa sono simili a quelli dell’elaborazione del lutto. Ecco le 5 fasi attraverso cui si passa:
Negazione: la prima reazione è il rifiuto della perdita. Per alcuni mesi, si tende a non accettare e non volere rendersi conto di ciò che è accaduto. Questa negazione è la risposta all’abbandono e sorge con la funzione di proteggersi dalle proprie emozioni. Spesso si vuole convincersi che si tratti di una crisi momentanea o che è solo un brutto momento. A volte in questa fase ci si lancia in comportamenti disfunzionali, come l’abuso di alcol, l’iperlavoro o la promiscuità sessuale. È utile in questa fase comunicare la delusione o la rottura agli altri ed anche a noi stessi, dicendolo mentalmente, perché mettendolo a parole è più facile prendere coscienza.
Rabbia: ci si fa mille domande e sorge una reazione emotiva. È tipico sentirsi vittima e provare rabbia. Si ha voglia di esprimerlo all’altro e a sé stesso. Questa fase può anche verificarsi dopo la negoziazione.
Negoziazione: si inizia a questionare la delusione e si inizia a pensare che possa essere una prova da superare per poi ritornare insieme. È un vero e proprio patteggiamento, alimentato dalla speranza. Si vuole convincere l’altro a tornare indietro, anche a livello inconscio, per esempio assumendo atteggiamenti mirati a farlo ingelosire o a farsi notare. Sebbene possa sembrare un momento di mancata lucidità, in realtà è un gran passo avanti nell’elaborazione dell’accaduto, perché segnala che non si sta più negando la situazione e che la si vuole in qualche modo superare.
Depressione: dopo la perdita delle speranze, si affronta la delusione faccia a faccia. Subentra una fase di tristezza e sofferenza profonda, o incluso di disperazione, in cui ci si rende conto che la separazione è reale e la perdita è irrimediabile e definitiva.
Accettazione: alla fine della lunga elaborazione, arriva il momento in cui accettiamo l’accaduto e lo lasciamo andare. Si inizia a vedere un nuovo cammino, in cui rimettersi in gioco e trasformarsi. Inoltre, si utilizza la dolorosa esperienza appena passata per guardarsi meglio dentro e comprendere i propri bisogni e i propri limiti.
Tipi di delusioni d’amore
Le delusioni d’amore variano in dipendenza di molti fattori, come l’età delle persone coinvolte, il loro stato psico-fisico, la gravità del fatto che ha causato l’accaduto e il tipo di relazione. Alcune arrecano solo un disagio momentaneo, altre lasciano dei segni e altre ancora arrivano a compromettere il benessere psicofisico della persona anche per anni. Possiamo distinguere tre tipi di delusioni amorose in base alla loro gravità:
Delusioni lievi: Arrecano una sofferenza di lieve entità e non lasciano segni psicologici seri. Si accetta facilmente e rapidamente la situazione e non ci si affligge con i sensi di colpa. Si finisce con il provare affetto per quella persona, consapevoli che non era quella giusta, o al massimo si sente indifferenza.
Delusioni forti: Arrecano una gran sofferenza, legato alla perdita di una persona che si amava veramente. Avvengono quando i sentimenti di un partner cambiano, o quando si è costretti a lasciarsi per cause esterne. Il dolore dura diversi mesi.
Delusioni traumatiche: Colpiscono profondamente la persona e lasciano una grossa ferita interiore. Sono tipiche dei tradimenti o di un innamoramento improvviso per un’altra persona. Ci si trova a scontrarsi con la sensazione di avere subito un torto e si provano sentimenti negativi, come rancore, odio, voglia di vendetta. Anche la tristezza e la depressione possono essere marcate, tanto da portare ad avere pensieri ossessivi e a sperimentare isolamento sociale e problemi lavorativi. Ci si sente smarriti e confusi e, dopo aver superato la solitudine, è tipico cercare solo storie brevi per diversi anni e avere paura di amare. Emozioni interiori come possono durare davvero a lungo.
Che atteggiamento avere dopo una delusione amorosa?
Non imbarcarsi in tentativi di recuperare l’amore dell’altra persona. Bisogna lasciare andare l’altro, l’amore non si può imporre. La sofferenza va accettata. Atteggiamenti come il resistere, il fingersi forti e il far finta di niente non servono a nulla. Significherebbe solo alimentare l’orgoglio e recitare il copione dell’indifferenza. Il pianto è uno sfogo purificatore e non va trattenuto. Bisogna affrontare la tempesta e avere pazienza. Prendersi del tempo per ascoltare il dolore è fondamentale, ricordandosi che a poco a poco se ne uscirà. La psicoterapeuta Gianna Schelotto scrive: “L’espressione cuori infranti non è solo un modo di dire, ma un’immagine che rende perfettamente la sensazione anche fisica che vivono gli innamorati delusi. Certo, il cuore non si rompe, ma sembra stretto in una morsa, oppresso da un peso troppo grande per non temere che possa spezzarsi da un momento all’altro. […]Un giorno, a sorpresa, vi sveglierete e scoprirete che ogni dolore è svanito.”
Guardati dentro. Apri il tuo cuore ed esamina le dimensioni e la gravità della ferita. A volte si comprende che in realtà non abbiamo perso un grande amore, ma che la nostra percezione era contaminata da tutte le aspettative che avevamo riposto in lui. Non prolungare il dialogo interiore, è solo una perdita di energie. Alimentando i pensieri sulla delusione si può giungere ad ossessionarsi e a perdere di vista la realtà. La tendenza al rimugino è tipica della mente umana e può anche essere utile per esaminare ricordi al fine di individuare ciò che non ha funzionato. Quando però i pensieri diventano intrusivi, si entra in un circolo vizioso che acuisce la sofferenza. Una soluzione è cercare di “educare” la nostra mente, per esempio programmando 15 minuti al giorno in cui pensare alla delusione.
Non auto-svalutarsi. I sentimenti di colpa sono comuni, ma bisogna razionalizzarli e lasciarli andare. Anche dare la colpa all’altro non serve a nulla. Piuttosto, perdoniamo noi stessi e perdoniamo anche l’altro. Così si potrà far pace con l’accaduto. Non idealizzare l’altro, e se proprio non ci riesci, allora sforzati di ricordarne anche i difetti, evocando non solo i bei ricordi ma anche quelli brutti. Sii chiaro con te stesso e con gli altri. Ascoltati e conosci la tua visione della vita. Insieme alla chiarezza interna ci deve essere una coerenza per esplicitare agli altri il tuo mondo interiore.
Non fare paragoni con il passato o il futuro dell’altro, soprattutto se ci sono altre persone coinvolte (esempio: aveva detto che non voleva storie serie e già ha convive con un’altra). Tutto cambia continuamente, le persone, le circostanze, i sentimenti… non possiamo giudicare la complessità della vita altrui.
Consigli pratici: cosa fare? Come comportarsi?
Evitare i contatti. È fondamentale, soprattutto in un primo momento, per diminuire le speranze, le illusioni e la rabbia. Continuare a indagare la vita dell’altro, e ancor di più cercare il sostegno emotivo dell’altro, peggiora l’umore e ostacola il processo di elaborazione. Va anche bene liberarsi di tutti gli oggetti dell’ex. Questi comportamenti aiutano a voltare pagina. Nei casi in cui è impossibile non vedersi (come quando si hanno figli in comune), è bene incontrarsi con delle specifiche condizioni, come scambiarsi solo le informazioni necessarie e non affrontare nuovamente le ragioni che hanno portato alla rottura. Prenditi cura di te. Non chiuderti al mondo, conosci persone nuova, viaggia, esci con gli amici. Intrattieniti e dedicati agli hobby e alle attività piacevoli. Svolgi attività creative, ricreative o spirituali, come scrittura, sport, tecniche di grounding (di rilassamento) e meditazione. Crea nuove abitudini per promuovere il tuo cambiamento. Può essere una buona idea anche cambiare look, magari con un taglio di capelli nuovo. Ricevi l’affetto dei tuoi cari e parla con gli amici, quelli veri, che sanno ascoltarti. Potrebbero avere la capacità di sdrammatizzare incredibilmente la situazione che stiamo vivendo. In caso di relazioni tossiche, spesso il processo di elaborazione della delusione si blocca. Una terapia psicologica può essere un aiuto molto valido per comprendere dinamiche interne, rimodulare la propria vita, integrare gli aspetti del passato, superare i traumi e farne tesoro.
Conclusione
Una volta accettata e metabolizzata una delusione d’amore, bisogna avere fiducia nel cambiamento. Superare una rottura può essere un’esperienza da cui trarre insegnamento. Farne tesoro può permetterci di fare molta introspezione e chiarezza sui noi stessi e comprendere che tipo di persona vogliamo accanto a noi.