Accettare non significa approvare quello che stiamo vivendo. Possiamo riuscire ad accettare una situazione anche se non la approviamo. Se riusciamo ad accettare una situazione non vuol dire che ci siamo arresi o rassegnati. Accettare non significa provare compassione. È soltanto più facile provare compassione se si accetta la realtà. Accettare significa essere consapevoli che la situazione che stiamo vivendo che ci crea dolore non può essere cambiata e permettere alla tristezza di venire fuori, per poi lasciare spazio alla calma e alla liberazione finali.
Quando è utile accettare?
Di fronte ad un trauma o ad un grande dolore. Accettare vuol dire curare lentamente la ferita fino a che il dolore si attenua, anche se non scompare del tutto perché la cicatrice rimane. La situazione che genera dolore non può essere cambiata in questo momento. L’accettazione è un processo lungo che richiede il passaggio attraverso alcuni aspetti da affrontare. Riconoscere e distinguere quello che può essere cambiato da quello che non può essere cambiato. Dobbiamo accettare solo i fatti reali che riguardano il nostro presente, il nostro passato e i nostri limiti riguardanti il futuro, ovvero gli ostacoli al raggiungimento dei risultati che vorremmo ottenere.
Non dobbiamo accettare tutte le convinzioni o distorsioni della realtà che non sono fatti reali:
Le esagerazioni: “Non mi piace niente della mia vita”.
Le convinzioni catastrofiche: “Da quando mi ha lasciato non ho più niente”.
Le distorsioni del passato: “Mio padre non mi ha mai voluto”.
I giudizi: “Mia sorella è una stupida”.
Queste convinzioni ci portano sofferenza, ma possono essere modificate in quanto possiamo metterle in discussione e creare nuove credenze che migliorano la nostra qualità di vita. Una volta che abbiamo chiara questa differenza possiamo chiederci se ci stiamo ostinando contro i fatti reali e possiamo ricordare a noi stessi che la realtà, anche se è spiacevole, non può essere cambiata: questo è quello che è accaduto.
Prendere in considerazione le cause della situazione che si sta tentando di accettare
Scavare nel passato analizzando l’ambiente in cui siamo cresciuti, le esperienze che abbiamo fatto, le relazioni e così via possiamo comprendere meglio le nostre vulnerabilità e i nostri limiti: date queste cause, questo è il modo in cui i fatti sono accaduti. Questo ci aiuta a definire gli obiettivi più adeguati a noi stessi per migliorare la qualità di vita.
Coinvolgere corpo e mente nell’accettazione
Mentre cerchiamo di capire cosa siamo disposti ad accettare, è importante utilizzare anche strumenti che ci aiutano a stare con le sensazioni, con i pensieri e con le emozioni che viviamo nel momento presente, come la Mindfulness, esercizi di rilassamento o visualizzazioni guidate.
Immaginare di avere già accettato
Possiamo fare una lista di tutti i comportamenti da utilizzare se avessimo già accettato i fatti. Successivamente possiamo provare a mettere in atto quei comportamenti proprio come se avessimo già accettato i fatti. Cerchiamo di capire cosa stiamo provando e cosa ci passa per la mente.
Vivere il dolore
Il dolore ci segnala che qualcosa non va e non può essere evitato. Solo accettando il dolore possiamo accettare anche la realtà.
Proviamo a lasciare spazio alla rabbia, alla vergogna, al rimpianto, alla delusione e liberiamo la tristezza.
Per arrivare all’accettazione è inevitabile passare attraverso la tristezza. Spesso abbiamo paura di lasciarci andare alla tristezza e abbiamo il terrore di far scorrere le lacrime perché siamo convinti di non uscire più dal baratro. In realtà è solo vivendo quella tristezza che ci liberiamo dai pesi. Liberazione e profonda calma sono le emozioni che seguono. È in questo momento che saremo pronti per impegnarci nell’accettazione.
Ogni persona ha i suoi tempi e vive il dolore in modo diverso. Non c’è un tempo adeguato per il percorso di accettazione. Esiste semplicemente il nostro tempo.