Nella foto: Peppino Esposito con il gruppo anziani

Il lento declino della prima generazione di emigrati italiani in Germania e la sfida di preservare legami e comunità fra due Paesi

La prima generazione dei nostri connazionali in Germania sta inesorabilmente invecchiando. Molti pendolano fra il paese d’origine e quello di accoglimento, sia per motivi affettivi che per l’assistenza sanitaria e per il clima sociale e meteorologico. D’altronde qui risiedono figli, nipoti e pronipoti, mentre nelle località d’origine vi sono solo parenti e coetanei, con esperienze di vita spesso molto diverse o molte simili.

Per i Comuni di origine poter contare su una presenza, anche temporanea, di concittadini pensionati iscritti all’AIRE significa ripopolare molte abitazioni che in passato restavano chiuse per 11 mesi all’anno. Questo temporaneo ripopolamento produce di fatto anche microeconomia, costituita dal consumo quotidiano di prodotti agro-alimentari e dal settore terziario: bar, negozi, artigianato e servizi.

In questo circuito vi sono principalmente connazionali pensionati che di regola vivono in Paesi europei quali Svizzera, Germania, Austria, Francia, Benelux, Inghilterra e Paesi Scandinavi. Per incrementare un turismo di ritorno il nostro Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale (MAECI) ha elevato il 2024 ad Anno del Turismo delle Radici.

Con questa strategia di mercato il MAECI, d’intesa con il Ministero del Turismo e della Cultura, ha e sta favorendo flussi turistici di italo-discendenti, residenti soprattutto nelle Americhe ed Australia. Per l’accoglienza, molti Comuni si sono prodigati nell’individuazione e costruzione di percorsi turistici, volti alla scoperta delle radici in località di Puglia, Basilicata, Sicilia, Molise e Lombardia.

I risultati di questo movimento turistico non si conosce ancora. È noto, però, che grazie a contributi ministeriali, molti Comuni hanno potuto organizzare manifestazioni di ampio respiro dando così opportunità di formazione e lavoro a giovani residenti in aree colpite dal progressivo spopolamento, che sono poi quelle più indicate per il turista delle radici.

Grazie dunque al pendolarismo dei pensionati italiani iscritti all’AIRE e residenti in Europa quest’estate si è respirato in molti paesini un clima di attenzione sociale e culturale che risulta essere salutare per l’intero Bel Paese.

Ma si sa, per quanto vitali ed importanti possano essere feste e ricorrenze, dopo Ferragosto finiscono e la quotidianità riprende il suo posto e per gli anziani incombe il pericolo di malattie e della solitudine. Ciò vale anche per gli anziani che dopo l’estate fanno ritorno nelle località dei Paesi di emigrazione.

Se per la cura di malattie vi sono medici, farmacisti e ospedali, più difficile è affrontare la solitudine, che con la pandemia ha peggiorato i contatti sociali. Un esempio è il Gruppo Anziani italiani di Stoccarda, costituito già oltre 20 anni fa da Valerio Polimeni, allora Assistente Sociale della Caritas. Ad ereditare il Gruppo dei nostri Anziani è Peppino Esposito, infermiere geriatrico (Altenpfleger), ormai anche lui pensionato. L’obiettivo è quello di continuare ad offrire un’opportunità d’incontro a connazionali pensionati per scambiarsi esperienze di vita e coltivare le tradizioni delle località d’origine.

Per favorire queste opportunità d’incontro la Caritas stoccardese mette gratuitamente a disposizione una sala e l’occorrente per un pomeriggio attivo. Ciononostante, da 30/40 partecipanti iniziali, il gruppo oggi si è ridotto ad una dozzina di pensionati e di diverse nazionalità. Gli italiani oggi si possono contare sul palmo di una mano.

Eppure il ventaglio delle attività possibili sono molteplici, ci dice l’attivissimo Peppino Esposito:

Facciamo

– ginnastica, per mantenere in forma la muscolatura e le articolazioni,

– esercizi per la memoria,

– musica e balli di gruppo,

– canto corale in varie lingue,

– conversazioni con caffè e dolci e

– una volta al mese di cucina un pranzo tipico italiano.

Inoltre in questo Centro della Caritas (Begegnungsstätte) vengono offerte molte altre attività, dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì.

Una volta al mese poi c’è la proiezione di un film e due volte al mese si fa recitazione. Inoltre si danno informazioni riguardanti i problemi dell’anzianità e si prende cura di un gruppo afflitto da demenza senile.

Quando vi incontrate?

Per ora ci incontriamo una volta alla settimana, il martedì dalle 14 alle 17.

Chi sono gli animatori/animatrici?

Sono il solo ad assistere questo gruppo, ma in caso di necessità, mi aiutano le signore della Caritas.

È facilmente raggiungibile il Centro Caritas?

Il centro è facilmente raggiungibile. Si trova a 150 metri dalla Charlottenplatz (centro città). L’indirizzo del Centro Caritas è Wagnerstr. 45.

Gli anziani che partecipano sono tutti autosufficienti?

Sì, i frequentatori del centro sono quasi tutti autosufficienti.

È stato mai fatto un sondaggio per capire che cosa è gradito dal gruppo?

Si, sono tutti grati di potersi godere insieme queste poche ore di attività ricreative.

C’è un coinvolgimento di bambini, giovani e adulti nella definizione di una bozza di Programma delle iniziative da proporre?

No, perché il programma di iniziative che offre questo Centro è, per ora, rivolto alle persone anziane e copre quasi tutte le richieste dei partecipanti.

Di associazioni italiane ancora attive a Stoccarda c’è rimasto ben poco. Le più note sono: le Acli, il Su Nuraghe, gli Emiliano Romagnoli, l Lucani, l’Arces, l’Ettore Scola e le Compagnie teatrali Le Maschere e Teatralia Europa. C’è un loro coinvolgimento?

Non ci è stato finora alcun coinvolgimento di associazioni italiane.

Organizzate visite guidate alla città?

Si, per coloro che sono in grado di camminare, alcune volte all’anno.

Promuovete viaggi culturali in Germania e in Italia, magari in periodi e per mete meno costose?

Prima del “Covid” abbiamo organizzato un bel viaggio ad Ischia.

Riuscite a coinvolgere le istituzioni italiane, pubbliche e private, quali: Consolato, Istituto di Cultura, Ufficio Scuola, Comites, Dante Alighieri ed altre realtà associative italo-tedesche?

Non abbiamo avuto contatti con istituzioni italiane.

Che cosa riesce ad offrire la Caritas stoccardese oltre ai preziosi locali?

A seconda delle necessità la Caritas si è dimostrata sempre disponibile a soddisfare qualsiasi nostra richiesta di attività nella loro sede.

Esiste una sorta di Comitato di italiani ultrasessantenni?

Non sono a conoscenza che vi sia un comitato per “Senioren” italiani.

Come pensi di sensibilizzare altri connazionali?

Dovremmo trovare il modo di portare a conoscenza agli anziani e pensionati italiani, che con lo stare in compagnia si possono curare anche molti disturbi fisici e mentali che, purtroppo arrivano col passare degli anni. Ci attendiamo quindi di trovare connazionali disposti a volersi impegnare ad aiutarci ad accompagnare questo nostro gruppo nelle varie attività. In programma per l´anno prossimo avremmo una vacanza al mare in Italia.

A chi si possono rivolgere enti, istituzioni e connazionali interessati ad entrare in contatto col vostro Gruppo Anziani?

A me. Mi si può contattare per telefono 0160 92 606 361 oppure per E-mail gpeppe70@gmail.com

Se le seconde e terze generazioni non si rimboccano le proverbiali maniche per offrire momenti ed occasioni d’incontro a questa sempre più nutrita componente della nostra collettività, il pericolo della solitudine e dell’abbandono è dietro l’angolo. L’assistenza degli anziani non può essere solo compito e dovere della Chiesa. Presto o tardi toccherà ognuno di noi, oggi o domani.