Migrantes della diocesi di Monreale, insieme con la Fondazione Migrantes, sostiene il progetto “Come Back”
L’emigrazione di ritorno, da sogno, può diventare realtà. È un passo importante e va seguito, sostenuto e accompagnato. È questa l’idea del progetto Come Back, ideato e seguito da Alfredo Vassallo, sociologo, progettista sociale. Come Back è sostenuto dalla Fondazione Migrantes nazionale ed è realizzato nel suo ufficio nella diocesi di Monreale in stretta collaborazione con il direttore della Migrantes di Monreale, don Bernardo Giglio, e dell’arcivescovo, mons. Gualtiero Isacchi. Il modulo di partecipazione è online (clicca qui per accedere direttamente al modulo).
Leggi il documento di presentazione sotto. Anche dal documento si può accedere al modulo di partecipazione
Come è nato il progetto come back e a chi si rivolge?
Si tratta di un progetto pilota e non potevamo abbracciare un territorio più ampio, per questo il progetto è rivolto ai siciliani. La popolazione siciliana all’estero è la più numerosa alle altre regioni, questo fattore quantitativo può agevolare il progetto. L’idea è quella di riuscire a intercettare persone che vogliono scommettere su se stesse per rientrare in Sicilia e intraprendere una nuova attività produttiva o continuare a fare qui (in Sicilia) ciò che facevano fuori dall’Italia. Per questo saranno supportati nel loro percorso di rientro. Si tratta di un progetto-azione che, sia la Fondazione Migrantes, nella persona di Delfina Licata, la rete delle Caritas siciliane, della Migrantes regionale con Santino Tornesi, ci accompagneranno per il progetto di immigrazione di ritorno. Ciascuno di noi metterà a disposizione la propria rete professionale, per rivolgersi ai centri per l’impiego, per trovare casa.
Quante persone può far rientrare in Sicilia il progetto “Come Back”?
Cinque, una persona per ciascuna nazione coinvolta nel progetto: Regno Unito, Svizzera, Belgio, Francia e Germania. Le persone verranno scelte a seguito di un processo di selezione per il quale abbiamo messo online un modulo per candidarsi. Tutte le persone candidate saranno poi contattate e ci sarà una prima selezione. Seguiranno dei colloqui approfonditi per verificare la fattibilità del percorso di rientro e poi, per ogni nazione si sceglierà il candidato o la candidata con le maggiori possibilità di successo e si procederà all’inserimento in Sicilia.
Come si accede al modulo?
Basta usare il Qr-code e si aprono le domande, molte delle quali sono obbligatorie. Questo sondaggio è strutturato in maniera tale che, oltre ad avere i dati anagrafici, il titolo di studio, le competenze professionali, riusciamo ad avere anche una fotografia del contesto familiare, di rete amicale, sociale della persona interessata all’emigrazione di ritorno: elementi indispensabili per poter costruire un percorso di rientro per questa persona. Il database dei dati serve per gli step successivi.
Fino a quando è possibile partecipare compilando online il questionario conoscitivo?
Il modulo è online da marzo e sarà a disposizione fino alla fine di giugno. Dal 1° luglio cominceremo con la fase di analisi dei dati e a poco a poco con un processo a imbuto andare a individuare le risorse per l’emigrazione di ritorno.
Come è nata l’idea di Come Back?
È nata a seguito dell’analisi del RIM del 2022 e di una proficua chiacchierata con la curatrice, Delfina Licata; l’idea ha trovato conferme, in seguito, nel Convegno nazionale che la Delegazione delle MCI ha fatto qui a Palermo lo scorso ottobre . Da parte di molti intervistati ho visto la nostalgia di casa.
Ma come possiamo immaginare il reinserimento lavorativo in Sicilia?
Sarà come un abito sartoriale, cucito addosso alle esigenze della persona. In base a quello che vorrà fare, attiveremo tutti i canali possibili affinché questo possa avvenire. Siamo potenzialmente in grado di rispondere a qualsiasi esigenza che si dovesse presentare. Faremo un matching sulla domanda e offerta di lavoro, cioè fra quello che è l’occupazione desiderata e quello che offre realmente il mercato del lavoro da queste parti, e poi andare a trovare una soluzione abitativa soddisfacente. Il progetto è stato presentato dalla diocesi di Monreale, siamo collegati e a livello regionale con la Migrantes (direttore, Santino Tornesi). Se qualcuno sente profondamente l’esigenza di tornare in Sicilia, noi vogliamo rendergliela possibile. Potrebbero anche non esserci candidati per il rientro, se, nonostante la nostalgia, si vive in un contesto con possibilità superiori. L’ipotesi di massimo successo è di fare cinque reinserimenti, l’ipotesi peggiore è che nessuno voglia essere reinserito ma in ogni caso resta un dato interessante.