Nella foto in alto: La scuola finita

Fabio Vercelli di Göppingen/Stoccarda motore di un progetto scuola in Uganda

Fabio, classe 1983, sposato, padre di due figli, laurea tedesca in Economia aziendale e Management ed imprenditore di successo, nel 2019 avverte la necessità di fornire aiuti concreti a bambini nel Terzo Mondo.

Grazie alla presenza di don Denis Mpanga, capo spirituale della nostra comunità di Göppingen (città di provincia situata ad una quarantina di km a sud-est di Stoccarda) non è stato difficile individuare in Uganda una località molto bisognosa di aiuti concreti soprattutto a favore di bambini abbandonati, orfani e figli di famiglie poverissime.

La scelta cade su Kasanje, un piccolo villaggio che si trova a 40 km a sud di Kampala, capitale dell’Uganda che attualmente conta scarsi 49 milioni di abitanti. Su un lotto di terreno di proprietà della famiglia del missionario don Denis, la nostra comunità di Göppingen decide di costruire una scuola per 300 bambini.

Nonostante l’interruzione dei lavori nell’anno della pandemia, Fabio e don Denis oggi possono vedere il loro sogno realizzato. L’edificio scolastico accoglie oggi ben 300 bambini (provenienti anche da altri villaggi grazie all’acquisto di 2 scuola-bus che quotidianamente trasportano 80 scolari).

Questo spirito del fare di Fabio per i meno abbienti ha contagiato sia suo fratello Roberto che il suo amico-fratello Filippo Salvia che spontaneamente si è prestato per la costruzione del tetto della scuola, con l’installazione di alcuni parafulmini e costruito una struttura adibita a cucina che, dato il vistoso aumento del numero di alunni ne vorrà costruire una molto più grande, in grado di poter cucinare per 400 persone fra alunni e personale docente e non docente. Grazie poi alla raccolta dell’acqua piovana è stata installata una lavanderia ed è sorto anche un orto per la coltivazione di pomodori e legumi.

Per la realizzazione del progetto nei trascorsi 4 anni sono stati raccolti ed investiti fino all’ultimo centesimo 180mila euro.

Ma non finisce qui. Ora sta bussando al Rotary Club per racimolare altri 80 mila euro, necessari per la costruzione di una grande cucina ed un campo sportivo polivalente.

Il progetto dovrebbe vedere la sua realizzazione nell’arco del 2025/26.

Ma da che cosa nasce questa “vocazione” per il Terzo Mondo?

Il protagonista Fabio Vercelli esordisce così:

“Il mio impegno per l’Uganda è profondamente legato alla consapevolezza delle ingiustizie globali. Certo, anche in Italia cerco di fare la mia parte, ma in Uganda ho trovato una realtà con enormi carenze educative e risorse estremamente limitate, dove anche un piccolo aiuto può fare la differenza. Credo che qui in Europa, pur con le nostre sfide, stiamo comunque meglio rispetto a molte realtà del cosiddetto “Terzo Mondo”.

Perché proprio l’Uganda?

L’Uganda è un paese ancora segnato dalla povertà e da bassi tassi di istruzione. Grazie a contatti personali e alla mia presenza sul posto, ho potuto verificare che l’aiuto arriva davvero là dove c’è più bisogno.

In quale località siete intervenuti o state intervenendo?

Il nostro progetto si svolge a Kasanje, presso la St. Monica Junior School, dove finora erano carenti sia le infrastrutture sia l’offerta educativa.

Che cosa siete riusciti a realizzare finora?

Abbiamo già costruito un’altra scuola per accogliere 150 bambini in più e avviato altre iniziative educative e sanitarie per garantire l’accesso ai servizi di base. Con la nuova scuola i ragazzi possono conseguire il diploma di settima classe, che consente loro di proseguire in una scuola superiore a Kampala. Inoltre abbiamo creato posti di lavoro nella scuola che è un grande beneficio per la popolazione locale, e sostenuto la costruzione di un centro medico.

Come si riesce a fornire acqua, corrente e cibo?

Abbiamo installato sistemi di raccolta dell’acqua piovana, un impianto solare e una cucina con un focolare aperto per offrire pasti quotidiani. Inoltre, un anno fa abbiamo scavato un pozzo, che ci fornisce acqua corrente.

Siete riusciti a coinvolgere attivamente la popolazione locale?

Sì, la popolazione locale partecipa al progetto sia nella costruzione sia nell’organizzazione. In questo modo promuoviamo uno sviluppo sostenibile e autonomo. Anche i genitori dei bambini sono coinvolti nel miglior modo possibile.

Con quali fondi siete riusciti a operare?

Il finanziamento proviene principalmente da raccolte fondi in Germania e da sostenitori privati. Naturalmente siamo sempre alla ricerca di nuovi donatori e volontari che ci diano una mano.

Chi ha progettato ed eseguito i lavori?

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con architetti e ingegneri locali, esperti delle esigenze della regione. Hanno realizzato ogni cosa secondo i nostri piani, il che ha richiesto una collaborazione molto stretta.

Avete trovato il sostegno politico ed ecclesiastico locale?

Non abbiamo avuto un appoggio diretto dalle autorità o dalle altre scuole locali, trattandosi di una scuola privata. Tuttavia è importante sottolineare che abbiamo lavorato molto bene con gli uffici edilizi, il che ha permesso di far avanzare la costruzione rapidamente e in sicurezza.

Quanti soldi avete finora raccolto e chi li ha gestiti?

Dall’inizio del progetto nel 2019, abbiamo raccolto circa 180.000 euro. I fondi sono gestiti dall’associazione “Uganda-Hilfe Unterland e.V.”, che garantisce trasparenza e un utilizzo sostenibile delle risorse.

Chi ha seguito le fasi di avanzamento dei lavori di costruzione?

Un team locale di ingegneri ha supervisionato lo stato di avanzamento e di completamento dei lavori. Eravamo in contatto costante per garantire che tutto procedesse correttamente.

Quanti bambini riesce ad accogliere la struttura?

La scuola può ospitare attualmente circa 300 bambini, con spazio per accogliere altri 60-80 studenti.

Chi può frequentare?

La scuola è aperta a tutti i bambini, ma è richiesto alle famiglie un contributo di circa 6 euro al mese.

Chi reperisce il personale educativo, scolastico e di guida gestionale?

Collaboriamo con un’organizzazione educativa di Kampala. La nostra direttrice Jane si occupa di gestire il corpo insegnante, selezionando docenti con le migliori qualifiche ed esperienze.

Si tratta di una scuola legalmente riconosciuta dalle autorità locali?

Sì, la scuola è riconosciuta dalle autorità locali; il che garantisce agli studenti ulteriori opportunità di istruzione. Soprattutto con la nuova costruzione, gli studenti possono ora sostenere esami che permettono loro di proseguire a Kampala. E per questo che la nuova struttura era così importante.

Di quanti anni consta la scuola di base in Uganda?

Dura sette anni e fornisce un’educazione di base e preparazione per la scuola secondaria.

Che cosa fanno i ragazzi al termine del percorso?

Possono proseguire nella scuola secondaria o iniziare una formazione professionale.

Hanno genitori questi ragazzi?

Alcuni studenti sono orfani, altri provengono da famiglie normali. Alcuni genitori non riescono a coprire i costi scolastici, quindi contribuiscono fornendo materie prime per la cucina o svolgendo lavori nella scuola, come ad esempio lavori di giardinaggio.

Chi ti aiuta in questa avventura?

I nostri donatori fedeli, il team di Uganda di Göppingen, la mia famiglia e i miei amici, che mi supportano con passione.

Che dice la tua famiglia?

La mia famiglia mi sostiene con grande comprensione ed è orgogliosa dei cambiamenti positivi che il progetto ha portato. Sono felicissimi di ciò che abbiamo realizzato finora e ne vanno fieri.

Come risponde la comunità di Göppingen?

La comunità di Göppingen mostra un grande interesse e ci sostiene con raccolta fondi e eventi. Senza di loro, tutto questo non sarebbe possibile. Un grazie speciale a tutti quelli che hanno sostenuto il progetto!

Avete mai pensato di creare una rete di rapporti per un coordinamento e scambio di esperienze?

Sì, è nei nostri piani. Collaborare con altri progetti e missioni ci aiuterebbe a raggiungere obiettivi ancora più grandi insieme.

Quali progetti o scadenze vi siete dati per il 2025?

Vogliamo ampliare la scuola e creare una struttura per la formazione professionale, offrendo così ai ragazzi una prospettiva di futuro.