Lunedì 22 gennaio, ore 5.20, una ragazza ventenne di Palma di Montechiaro, Agrigento, a Ludwigshafen da ca. 3 anni e mezzo, figlia della nuova emigrazione, saluta i genitori e la sorella, sale sulla sua Fiat Punto nera e si dirige verso il Klinikum dove frequenta il secondo anno per diventare infermiera.
A pochi Km da casa, per cause sconosciute, la Fiat sbanda e si schianta contro un albero. Immediatamente giungono sul luogo soccoritori e pompieri, che estraggono la giovane dalle lamiere. Riescono a rianimarla, ma dopo pochi minuti il suo cuore smette di battere.
Verso le 8 la polizia si reca a casa dei genitori per avvertirli dell’accaduto. Ad Oggersheim, quartiere della città molto noto, dove è vissuto il cancelliere Helmut Kohl fino allo scorso giugno, la triste notizia si diffonde in un baleno e la gente, incredula e sbalordita, si avvolge nel dolore e nel silenzio.
Il pensiero va a una giovane esistenza stroncata all’alba di un mattino feriale, mentre tutto intorno riprendevano i ritmi quotidiani, e ai genitori confrontati con un’incredibile sofferenza, il vuoto incolmabile per la tragica perdita della loro secondogenita.
Una coltre di lutto cala sui famigliari, parenti, amici, conoscenti, paesani, connazionali e compagni di scuola.
Giusi era una cara ragazza, amata ed apprezzata da tutti per la sua bontà, disponibilità e naturalezza nei rapporti umani. Era convinta che con l’impegno e la forza di volontà tutto era raggiungibile.
Giunta in Germania dopo aver frequentato il 3° anno del liceo scientifico in Sicilia, ha frequentato corsi di tedesco e poi si è iscritta al corso di infermieristica superando il test di ammissione con grande bravura, tanto da far meravigliare la commissione esaminatrice.
Amava la sua professione. Voleva aiutare le persone provate dalla malattia a riacquistare la salute e la voglia di vivere, quella voglia di vivere che nella sua esuberanza trasmetteva a tutti.
Giusi, giovane della nuova emigrazione con una grande fretta di integrarsi, di partecipare attivamente alla vita della società e con grandi sogni per il domani, è un esempio per tutti i nostri giovani emigrati, che vogliono inserirsi a pieno titolo nella nuova patria di adozione.
La sorella, maggiore di 4 anni, stava preparandosi al matrimonio, che si doveva celebrare la prossima estate. Giusi scoppiava dall’entusiasmo, voleva organizzare un matrimonio favoloso. Curava tutti i dettaglli fino ai minimi particolari, come se fosse stato il suo matrimonio. Una settimana dopo si è celebrato il funerale al cimitero di Oggersheim, dove Giusi è stata sepolta alla presenza di una grande folla di uomini, donne e giovani venuti da diverse città della Germania e della Sicilia, tra loro un’amica d’infanzia, che ha affrontato un lungo viaggio per vedere e porgere a Giusi un estremo saluto. Le compagne del corso hanno espresso la loro testimonianza ricordando le doti più spiccate di Giusi: amicizia, bontà, disponibilità, generosità, comprensione, rispetto, impegno, sempre pronta a fare un passo indietro e a dare una mano a chi si trovava in difficoltà. Hanno tenuto a sottolineare che, pur essendo di madre lingua italiana, era la migliore del corso. Un motivo d’orgoglio per la famiglia e per tutti noi. Stretti in un grande abbraccio, abbiamo accompagnato Giusi all’ultima dimora, asciugando le lacrime e sussurando una preghiera mentre i palloncini bianchi, sprigionati, volteggiavano su nel cielo.