Nella foto: Michele Schiavone

Non è bastato un anno per cancellare dai nostri cuori il ricordo di Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE dal 2016 fino alla sua triste scomparsa nel marzo del 2024. A soli 63 anni, un’inesorabile malattia lo strappava ai suoi cari, ai suoi amici, ai suoi incarichi onorari cui ha dedicato fino all’ultimo tutte le sue energie senza alcun interesse materiale e personale. Come dicevo non è bastato un anno per cancellare il suo ricordo,infatti, oggi più che mai, siamo chiamati a seguire il suo esempio, ad orientarci verso il suo stile e a tenere fermo lo sguardo sugli obiettivi, proprio come faceva lui. Il suo esempio è stato quello dell’impegno disinteressato. L’impegno di un soggetto politico che ha saputo dare significato al termine “politica” nel senso più nobile della parola.

Politica nel senso puro di “Polis”, di comunità. E la sua comunità è stata quella degli italiani che vivono oltre i confini della Patria. E qui siamo chiamati in ballo noi, quale Organismo consultivo di un governo che per volontà propria, per intrecci internazionali o per stringenti problemi interni tende sempre più spesso a tenere lo sguardo lontano da una realtà costituita da sette milioni di cittadini residenti oltre i confini dell’Italia. Ci siamo indignati contro l’esclusione degli italiani all’estero dall’adeguamento delle pensioni oltre i limiti minimi, continuiamo ad accendere un faro sulla demolizione sistematica dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana, diamo l’allarme sulla necessità di miglioramento dei servizi burocratici forniti da una rete consolare allo stremo delle proprie capacità e priva di risorse. Facilmente, i toni si fanno più accesi e meno garbati.

Ma qui ci torna in mente Michele Schiavone, che era in grado di affrontare anche le tematiche più controverse senza mai alzare il tono della voce e con il sorriso sulle labbra. Facilmente, restiamo preda della disperazione, quando ci assale il senso dell’inutilità di fronte a evidenti squilibri nel trattamento dei cittadini italiani all’estero. Ma qui ci torna in mente Michele Schiavone con il suo esempio di perseveranza, pazienza e coerenza, secondo la strategia che l’impegno assunto di fronte a chi ci ha eletti non ci permette di rinunciare al primo tentativo. Facilmente, il nostro indirizzo politico e partitico ci porta a deviare il dialogo in seno al nostro Consiglio giacché un risultato ottenuto, potrebbe essere sfruttato dalla corrente avversaria, dall’altro partito politico.

Ma anche qui, ci torna in mente Michele Schiavone, il quale ha sempre assicurato a tutti pari opportunità di intervento con una straordinaria capacità di mediazione.       

Ed è per tutto questo impossibile dimenticare Michele Schiavone.  Troppo chiaro è l’esempio dato a tutti noi, troppo forte è l’umanità che ci ha lasciato, troppo chiara è la luce che emana il suo ricordo.  Una luce di cui abbiamo bisogno, come naviganti nella notte, in un mare che purtroppo è ancora nero e burrascoso, mentre cerchiamo di accendere a nostra volta un faro sulla nostra gente, che con orgoglio, dignità e onestà, vive fuori dall’Italia.