La Settimana della Lingua italiana nel mondo è una manifestazione promossa ogni anno nella terza settimana di ottobre dal MAECI intorno a un tema che funge da filo conduttore per un vasto programma culturale focalizzato sulla diffusione della lingua italiana. Quest’anno il Consolato Generale di Hannover ha incluso tra le manifestazioni della XVIII Settimana (dal 15 al 21 ott.), lo spettacolo “Risonanze – Le voci dell’Appennino”. Lo spettacolo è una delle massime espressioni della Scuola di Narrazione Territoriale (http://www.attivaree-oltrepobiodiverso.it/scuola-narrazione-territoriale-snt/) nata nell´ambito del progetto “Oltrepobiodiverso” varato da Fondazione Cariplo e in corso di realizzazione da parte della Compagnia della Corte e della Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese, con l’obiettivo di dare voce al patrimonio di storia, cultura, giacimenti di risorse e nuove energie dello spicchio più settentrionale di quell’Appennino che percorre tutta la penisola, la spina dorsale che unisce l’Italia. In tre serate svoltesi ad Hannover, Hildesheim e Osnabrück Davide Ferrari, accompagnato alla fisarmonica da Giacomo de Barbieri, ha raccontato l’Oltrepò come una sintesi dell’intero Appennino, facendo rivivere l’anima segreta di luoghi ed eventi che ne hanno segnato la storia e la memoria lungo più di venti secoli. Un pubblico numeroso e attento ha ascoltato come in quei luoghi sono transitati gli elefanti di Annibale e le legioni romane, i Longobardi e gli altri popoli che irruppero al crollo dell’impero e Carlo Magno fondatore di un nuovo ordine. E poi i pellegrini e i crociati diretti verso l’Oriente e i mercenari come John Hawkwood, terrore dei borghi d’Oltrepò. Ma le risonanze delle voci d’Oltrepò, e dunque dell’Appennino, sono anche quelle di contadini e vignaioli, di cantinieri e narratori di paese, eredi dei cantastorie e trovatori provenzali che al tempo di Dante furono ospitati proprio nel severo castello di Oramala, posto a presidio della Valle Staffora. Con “Ricordarsi è vivere” Davide Ferrari incoraggia con arguzia e spontaneità la parte più settentrionale dell’Appennino ad avere una propria voce, ma anche il pubblico d’Oltralpe a rivivere momenti di una storia che per molti aspetti ci accomuna. L’artista italiano riassume così le sue impressioni:
«Fare questa tournée in Germania in occasione della XVIII Settimana della Lingua italiana nel mondo per noi è stata una grande soddisfazione e ci riempie di felicità e orgoglio. Soprattutto per la grande opportunità di parlare e raccontare di un territorio, l’Oltrepò pavese e più in generale l’Appennino italiano, così ricco di storia, di tradizione e cultura. Abbiamo portato il nostro lavoro Risonanze – Le voci dell’Appennino ad Hannover, Hildesheim e Osnabrück, e in ognuna di queste città siamo stati accolti con un entusiasmo e un interesse che andava ben oltre le nostre aspettative. Tra tutte merita di essere ricordata la prima data ad Hannover il 20 ottobre presso il Museo August Kestner: è stato il debutto e dunque sia io che il mio collega Giacomo De Barbieri, che ha scritto e suonato le musiche originali per il mio testo, eravamo molto concentrati e emozionati, anche e soprattutto perché è sempre un rischio portare un lavoro teatrale incentrato sulla narrazione territoriale in un luogo con una cultura e una lingua diverse. Non sapevamo come saremmo stati accolti, se il nostro messaggio sarebbe stato recepito in pieno, e abbiamo sentito la responsabilità nei confronti del pubblico, di chi ci ha ospitato e della storia che avremmo raccontato. Ma la professionalità e la gentilezza di Frau Pia Drake, vicedirettore del museo, ci ha messo subito a nostro agio; è stato meraviglioso recitare davanti a quella che un tempo era la facciata originale del museo e che ci ha fatto, per così dire, da scenografia naturale. Al termine è stato bellissimo ascoltare i dialetti italiani di alcuni immigrati in Germania oltre trent’anni fa. Significa che la cultura può creare relazioni e ponti, anche emotivi, indipendentemente dai confini e dalle situazioni politiche.»