Sabato 9 novembre è stata una giornata intensa di ricorrenze in Germania:
30 anni della caduta del Muro di Berlino e 50 dell’istituzione della Sede stoccardese del Patronato INAS e dello IAL, l’istituto di formazione linguistica in terra sveva.
Entrambi gli istituti sono di fatto uno strumento operativo a favore degli oltre 180.000 italiani residenti nel land Baden-Württemberg.
L’Inas si occupa di materia attinente al lavoro (licenziamenti, malattia, ferie, prepensionamento e pensionamento); mentre lo Ial (Innovazione Apprendimento Lavoro) si concentra sull’apprendimento che va dal recupero della scuola dell’obbligo, all’integrazione scolastica locale sino alla diffusione della lingua e cultura italiana.
Ma perché l’allora Segretario di Patronato, il compianto Giuseppe Palumbo volle ed ottenne dalla Cisl l’istituzione di una Delegazione dello Ial (allora Istituto Addestramento Lavoratori)?
Negli anni 60 arrivavano dall’Italia prevalentemente manovali con una carente formazione scolastica. Per favorire un loro dignitoso inserimento era necessario creare le basi.
Esse consistevano nell’apprendimento della lingua tedesca, necessaria per orientarsi meglio in fabbrica e/o nei cantieri. Palumbo, persona socievole e lungimirante, stipulò un accordo di collaborazione con l’Internationaler Bund für Sozialarbeit (Jugendsozialwerk), un ente di formazione professionale fondato dal socialdemocratico Carlo Schmid, uno dei più importanti autori della Legge fondamentali della Repubblica Federale di Germania così come del programma di Bad Godesberg della Spd.
In virtù di questo accordo lo Ialiniziò ad affiancare all’insegnamento del tedesco, corsi di calcoli meccanici e di disegno tecnico. Si trattava in altri termini di creare delle solide basi per accedere ai corsi serali di formazione professionale miranti al conseguimento del Gesellenbrief ovvero del Diploma di Qualifica per saldatori, attrezzisti, tornitori e fresatori. Solo così, sosteneva Palumbo, gli italiani avrebbero potuto conquistare in fabbrica una posizione migliore ed una paga oraria dignitosa. Inoltre la buona conoscenza della lingua locale avrebbe costituito un importante strumento comunicativo per diventare fiduciario sindacale ed assumere il ruolo di membro della Commissione interna della fabbrica (Betriebsrat).
Grazie a questa lungimiranza ogni anno una cinquantina di connazionali riuscivano a tagliare il traguardo del Gesellenbrief.
Dopo la metà degli anni 70, in virtù della Legge 153/71 anche lo Ial iniziò ad organizzare corsi serali di recupero della Licenza della Scuola Elementare e Media volgendo lo sguardo anche verso le carceri in cui la presenza italiana cominciava ad essere piuttosto consistente per rissa, truffa, traffico illegale di auto ed armi, qualche omicidio ecc… L’intervento di recupero scolastico, soprattutto quello nei penitenziari, ha costituito per i tedeschi un unicum.
Nessun altro Paese si è interessato dei propri connazionali come l’Italia.
Il risultato certificato dall’Amministrazione penitenziaria tedesca, è che la recidiva fino al 2009 calò del 78%. Su 100 detenuti rimessi in libertà solo il 22 torna a delinquere e quindi a far ritorno in carcere.
Il lavoro con i detenuti ha spronato lo Ial ad introdurre nella realtà intramuraria attività teatrali, tornei di calcio con la partecipazione di calciatori di squadre italiane locali e tedeschi di Bundesliga.
In molti penitenziari sono state organizzate annualmente feste di Natale, sponsorizzate dalle Associazioni di genitori italiani, dai Circoli sardi, dalle Missioni Cattoliche e dai Servizi sociali della Caritas locale.
Il percorso del recupero è stato dunque favorito anche da questi importanti momenti ai quali hanno partecipato i nostri consoli di turno.
Importante è stata la pubblicazione della “Guida per il detenuto italiano in Germania” sostenuta dai ministeri di giustizia dell’Assia/Renania-Palatinato, Baden-Württemberg e Baviera.
Si tratta di una sorta di Vademecum in italiano e tedesco dei diritti e doveri del recluso, compreso un facsimile di richiesta di trasferimento in carceri italiane e per l’espulsione.
Per favorire il dialogo e lo scambio di esperienze ai massimi vertici fra le Amministrazioni penitenziarie, tedesca ed italiana, e la formazione dei docenti operanti nelle carceri tedesche lo IAL si è reso promotore di scambi durati poco più di un decennio.
Grazie anche a questa fruttifera iniziativa è stato quasi azzerato il fenomeno delle espulsioni degli italiani; i sistemi di vigilanza sono migliorati; e la produttività del variegato ventaglio del lavoro in carcere ha raggiunto livelli apprezzabili.
Oggi lo Ial ripone tutte le sue forze nella diffusione della lingua e cultura italiana in asili e scuole primarie tedesche della Germania centro-meridionale favorendo gli esami di certificazione di competenza linguistica dei livelli che vanno da A1 a C2, secondo il Quadro di riferimento europeo. Annualmente gli alunni che attraverso lo Ial si sottopongono agli esami Cisl dell’Università per Stranieri di Siena oscillano fra 220 e 250.
Inoltre ai fini di una buona integrazione scolastica dei figli di connazionali di nuove emigrazione o mobilità, d’intesa con i Consolati Generali di Francoforte, Monaco di Baviera e Stoccarda lo Ial offre corsi mirati di recupero, potenziamento e sostegno in lingua tedesca e matematica (in tedesco). Grazie al costante dialogo con le istituzioni educative tedesche questo importante aiuto al bambino italiano si attenua il duro impatto con la realtà scolastica tedesca, molto diversa da quella di provenienza italiana. Tutto questo è possibile solo grazie alla volontà politica dell’Italia e del Ministero degli Esteri che supporta finanziariamente questi interventi, ancorati nella Legge n. 64 sulla buona scuola.
Purtroppo la bozza della nuova legge di bilancio non fa menzione di questo capitolo di spesa.
E il Presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, intervenendo sabato scorso 9 novembre alla grande manifestazione del 50esimo dello Ial e dell’Inas di Stoccarda, ha solennemente promesso al mezzo migliaio di connazionali, che al suo rientro in Senato avrebbe approntato un emendamento volto a garantire almeno i 14 milioni finora utilizzati per la realizzazione di corsi di lingua e cultura italiana all’estero.
La collettività italiana in Germania che con i doppi cittadini supera ormai un milione di presenze, ricambia con il consumo quotidiano di prodotti italiani di ogni genere e favorisce sia gli scambi commerciali e sia il turismo verso il Bel Paese.