DARMSTADT – Riaprono le indagini sul caso del 24enne adranita morto in circostanze poche chiare lo scorso 18 luglio in Germania
Vivere all’estero è difficile.
Amici e parenti guardano ciò che si raggiunge ma non conoscono i sacrifici fatti. L’integrazione, la ricerca di un lavoro, il ricostruire una vita sociale e affettiva.
Partire da zero con l’aggravante di una lingua ostica che non viene in aiuto a chi vive in Germania.
Questa è la storia di tanti italiani ed è anche la storia Anthony Bivona, un ragazzo di Adrano e che si è trasferito a Darmstadt trovando un lavoro a tempo indeterminato, una bellissima ragazza e una vita in salute fatta di sport e speranze.
Tutto questo è stato possibile fino al 18 luglio 2021 quando Anthony viene ritrovato morto nelle scale di casa sua. Da questo punto in poi abbiamo due storie: quella della polizia di Darmstadt e quella scoperta da Ismaele La Verdera attraverso il programma Le Iene.
Se leggiamo il rapporto di quella notte la prima cosa che salta all’occhio è come si è chiuso il caso: morte per suicidio da impiccagione.
Dopo le ricerche della Iena scopriamo che il solco lungo il collo non è continuo, anzi è solo sulla parte posteriore, la cintura utilizzata non era conforme a un’impiccagione di un uomo di quella stazza e le scale non rendevano il suicidio facile in quanto Anthony avrebbe dovuto salire in piedi sul corrimano della scala, mettersi la corda, restare in equilibrio e saltare.
Un altro particolare che ha lasciato perplesso chi si è imbattuto in questa storia è il ruolo e la testimonianza della fidanzata.
Lei racconta agli inquirenti che quella notte stava guidando la macchina di Anthony e mentre andavano a casa di lui hanno avuto un incidente e hanno dovuto proseguire con il taxi. A casa lui sente la sorella e quando si mette nel letto cerca di abbracciare la fidanzata ma lei era arrabbiata in quanto non le ha chiesto come stava, poco dopo lui si alza prende una cintura ed esce. Lei si addormenta ma verrà svegliata dalle urla di Nina la vicina di casa.
Questo è quello che è bastato alla polizia di Darmastadt per archiviare il caso.
La versione della ragazza risulta credibile e attendibile.
Hanno sentito un solo testimone e non hanno neanche guardato le telecamere poste davanti l’entrata per vedere se qualcuno fosse uscito o entrato.
Registrazioni che ormai sono perse avendo una vita di due settimane.
Intervistando i condomini La Verdera ha scoperto che la cintura in plastica non era appesa alla tromba delle scale ma era stretta al collo e Mohamed, il vicino, quando ha trovato il corpo l’ha allentata e ha cercato invano di fare un massaggio cardiaco.
La cosa strana è che nel rapporto della polizia Ilayda, ovvero la fidanzata racconta che ha tagliato lei stessa la corda, una corda che prima non esisteva ma è apparsa sulle foto degli inquirenti e che a trovare il cadavere non fosse stata Nina, ma lei stessa.
Troppe incongruenze e inesattezze che gettano il dubbio dell’omicidio, un dubbio che solo attraverso l’autopsia si può sciogliere.
Riguardando il verbale leggiamo che ad Anthony avevano ritirato la patente per droga o alcool invece era per eccesso di velocità (aveva superato il limite di 75 km/h), aveva tentato già il suicidio, ma non ci sono documenti medici che lo attestano e che era disoccupato quando, in realtà, aveva un lavoro da più di 6 mesi ed era apprezzato e amato dal suo capo.
L´On. Michele Sodano ha portato la storia di Anthony in Parlamento “per sostenere la richiesta di giustizia della famiglia Bivona”. ll deputato nazionale Eugenio Saitta ha presentato un´interrogazione al ministro degli Esteri, Di Maio, il quale è stato sollecitato “a farsi portavoce delle esigenze di verità della famiglia chiedendo alle autorità tedesche la riapertura delle indagini”.
L’avvocato tedesco della famiglia, invece, ci fa sapere che anche la Polizia di Darmastadt ha deciso di riaprire il caso.
Ancora ci sono molte domande e risentendo Ilayda, la fidanzata, si è parlato anche di droga.
Non ci è dato sapere perché non ne abbia parlato prima oppure se è l’ennesima congettura.
Dobbiamo solo attenerci ai fatti e in questo caso al corpo: solo lui può raccontarci cosa è accaduto la notte del 18 luglio.
Grazie al clamore mediatico che questa storia ha avuto si potranno dare delle risposte alla famiglia Bivona.
Possiamo sperare che giustizia sia fatta e che le autorità competenti diano voce ad Anthony e lo aiutino a riposare in pace.