Alcune riflessioni sui risultati Comites 2021
Con le elezioni Comites 2021 abbiamo avuto la peggiore partecipazione storica di sempre grazie all’assurda e incostituzionale “opzione inversa”, cioè l’obbligo di registrarsi prima di poter votare una pubblica istituzione. Gli optanti nel mondo sono stati 177.835 su 4.732.741 aventi diritto al voto, cioè il 3.76%.
Nel Comites di Francoforte su 115.590 aventi diritto al voto, gli optanti sono stati 2.023, pari al 1,75. Se si considera poi che le buste degli optanti restituite al Consolato sono state ancora di meno, cioè 1.410, la percentuale degli elettori è stata di fatto del 1,22%.
Una percentuale avvilente e umiliante grazie all’intransigente disinteresse del Ministero degli Esteri e dei partiti politici italiani a non aver modificare la legge sui Comites prima delle elezioni. A parole tutti elogiano la collettività degli italiani nel mondo, ma nei fatti se ne infischiano delle loro esigenze e dei loro bisogni.
Ai funzionari diplomatici la presenza degli italiani all’estero iscritti all’Aire interessa principalmente per giustificare la loro trasferta all’estero e percepire uno stipendio d’oro con l’ISE (l’indennità di servizio all’estero), malgrado l’inefficienza dei servizi consolari offerti. Ai partiti per avere più voti alle elezioni politiche ed fare eleggere i propri rappresentanti all’estero. Il tutto a spese dell’erario italiano!
I Comites fin dalla nascita non sono mai stati seriamente considerati. In base alla legge istitutiva, ai Comites viene concessa solamente la possibilità di collaborare con i Consolati, al fine di rappresentare istanze della collettività italiana residente nella circoscrizione consolare alle autorità e alle istituzioni locali, e di collaborare con il Consolato per il miglioramento dei servizi consolari nel quadro della sua disponibilità.
Cosa che può fare ogni associazione italiana all’estero senza la necessità di una apposita legge. Dato che i Comites non hanno nessun potere giuridico verso le rappresentanze diplomatico-consolari nella definizione del quadro programmatico degli interventi nel Paese in cui operano, i Consolati raramente si attengono alla legge sui Comites per programmare insieme il miglioramento dei servizi consolari.
Le rivendicazioni dei Comites, dell’Intercomites e del CGIE sulla necessità di queste riforme innovative non sono mai state prese in seria considerazione. Pertanto, i Comites oggi contano ancora meno di prima, come si è visto dai risultati delle ultime elezioni.
La maggioranza della collettività italiana all’estero li conosce poco, e se si considera che essi non hanno alcuna autorità nei riguardi dei Consolati, vengono considerati inutili. Quei pochi connazionali che li conoscono e li sostengono, se ne allontanano sempre di più. Di conseguenza, la collettività italiana preferisce integrarsi nella società tedesca, mantenendo solamente un legame affettivo con la loro terra di origine e con i propri familiari rimasti in Italia. E niente di più. Di fatto preferiscono “diventare” tedeschi con o senza la cittadinanza tedesca, rimanendo italiani solo sentimentalmente.
Quindi i Comites possono anche scomparire e nessuno se ne accorgerebbe. I pochi e limitati servizi consolari per i cittadini italiani che non hanno la cittadinanza tedesca, possono essere richiesti senza l’assistenza del Comites. Nel frattempo, l’ultima generazione italiana nata in Germania possiede per nascita anche la cittadinanza tedesca che, insieme ai doppi cittadini di genitori italiani e tedeschi e agli italiani che hanno preso la cittadinanza tedesca per naturalizzazione senza perdere quella italiana, nella stragrande maggioranza dei casi, fanno a meno dei servizi consolari italiani.
Se l’Amministrazione e i partiti italiani desiderano avere legami più stretti con la comunità italiana, indifferentemente se italo-tedeschi o solamente italiani, devono coinvolgerla di più, dando più poteri alle loro rappresentanze. Queste rappresentanze dovrebbero diventare dei “consigli comunali” degli italiani all’estero nei confronti delle rappresentanze Diplomatiche-Consolari, possibilmente con le prerogative, i compiti e le funzioni che hanno i consigli comunali in Italia.
Contrariamente, sulla base delle normative comunitarie, le comunità italiane si attiveranno sempre di più ed esclusivamente nelle amministrazioni comunali di residenza locale, a discapito dei benefici politici, democratici e socioeconomici che verranno a mancare all’Italia.