Nell’ultima riunione dell’Intercomites Germania si è parlato delle carte d’identità e molto altro
Parecchia carne al fuoco nel programma della riunione dell’Intercomites che si è svolta il 12 e 13 ottobre a Dreieich presso Francoforte. Era la seconda ed ultima del 2019 e trascinava con sé diversi problemi irrisolti. Presenti erano quasi tutti i presidenti dei Comites locali della Germania, sotto la presidenza del dr Tommaso Conte di Stoccarda, oltre alla consigliera d’ambasciata Susanna Schlein, venuta apposta da Berlino, ed al nuovo console generale di Francoforte Andrea Esteban Samà. Erano presenti, fra gli altri, Calogero Ferro (pres. Comites di Francoforte), Giuseppe Scigliano (pres.Comites di Hannover), Lucio Albanese (del Comites di Norimberga), Luca
Tagliaretti (del Comites di Francoforte), Michele Di Leo (pres. Comites di Friburgo in Bresgovia), Giuseppe Maggio (del Comites di Friburgo in Bresgovia), Luigi Cavallo (del Comites di Wolfsburg), Marilena Rossi (pres. Comites di Dortmund), Daniela Di Benedetto (pres.Comites di Monaco di Baviera), Il cav. Giovanni Di Rosa (presidente del Comites di Saarbrücken), Giuseppe Laudani (del Comites di Colonia), Tony Mazzaro (IAL-CISL).
La consigliera Schlein ha aperto i lavori subito focalizzando il problema più scottante al momento: la carta d’identità elettronica.
Remember: quando essa fu introdotta in Italia, le autorità governative annunciarono che per i residenti all’estero restava in vigore „temporaneamente“ quella cartacea. Da allora sono trascorsi ben 12 anni, e più ne sarebbero trascorsi senza l’iniziativa del primo governo Conte. E naturalmente i nostri connazionali si sentono presi per il naso per l’ennesima volta dalle proprie autorità, visto e considerato che oramai le vecchie e brutte tessere di carta, le uniche che vengono loro concesse, sono facilissime da falsificare da qualsiasi immigrato clandestino, e non vengono più accettate in giro. Risultato: i nostri emigrati possono fare affidamento solo sul proprio passaporto, costosissimo, e che non è di quei documenti adatti a esser portati dovunque in giro nella borsa della spesa.
La consigliera Schlein ha esordito annunciando che l’introduzione sperimentale (dal nostro giornale già preannunciata) nelle sedi di Atene, Vienna e Montecarlo sta andando bene, e che fino ad ora non è sorto problema alcuno. Dunque si prevede che già all’inizio dell’anno prossimo sarà possibile allargarne l’offerta ad ogni connazionale in ogni sede consolare dell’EU. Il prezzo dovrebbe essere 16,70 € più eventuali spese di spedizione. Qui però si apre un problema logistico: si teme che all’inizio gli uffici consolari restino sommersi e travolti da uno tsunami di richieste, ben comprensibili data l’urgenza del problema. A rigore, ciò non dovrebbe avvenire perché si può richiedere la nuova carta d’identità solo alla scadenza della vecchia. Ma è facile immaginarsi quale ondata di denunce (vere o false) per smarrimento o furto o deterioramento si solleverebbe all’istante.
Per evitare enormi liste di attesa, tutti gli uffici delle carte d’identità avrebbero bisogno di venir potenziati da nuovi collaboratori assunti sul posto, visto che (questo è un problema a parte) non si trova personale ministeriale disposto a venire in Germania, e le liste dei trasferimenti restano regolarmente vuote. Purtroppo le cose stanno così: mentre gli italiani disoccupati vengono in massa in Germania, quelli con comoda occupazione ministeriale non vogliono saperne.
Per assumere personale sul posto, però, il ministero dovrebbe mettere a disposizione dei consolati i fondi necessari, e se questo effettivamente verrà fatto, su questo punto la consigliera Schlein ha sorvolato: ma ci è parso di capire che non sarà tanto facile. Soluzioni alternative ci sarebbero: intanto le carte d’identità renderebbero superflui i passaporti, le cui richieste dovrebbero diminuire in proporzione, e dunque si potrebbe trasferire del personale da un ufficio all’altro. Inoltre la consigliera Schlein ha fatto trapelare un bagliore di luce in fondo al tunnel: se fosse possibile (come forse sarà) permettere ai nostri connazionali di farsi la carta d’identità anche nel proprio domicilio italiano, allora molti opterebbero per questa soluzione, soprattutto se sono originari di piccoli comuni dove le pratiche burocratiche vengono assolte con minori intoppi.
Una brillante soluzione, questa: peccato che le autorità non ci avessero pensato prima (diciamo, 12 anni fa). Alla successiva riunione dell’Intercomites, che avrà luogo nel 2020, avremo certo molte più risposte dall’esperienza diretta.
Elezioni Comites
Le prossime elezioni per i nuovi Comites sono fissate per il prossimo mese di aprile, ma da diverse parti si sono espressi dubbi che la scadenza sarà mantenuta. Il dr. Conte ha preannunciato che non si candiderà più e si ritirerà dalla politica.
Consolati
Sono sorte lunghe discussioni di natura politica sulla situazione degli Affari Esteri e sulle prospettive che cambiano con il nuovo governo.
Chi è adesso il responsabile per gli italiani all’estero? Il vecchio /nuovo sottosegretario Ricardo Antonio Merlo continuerà a favoreggiare sfacciatamente la sua circoscrizione sudamericana trascurando quella europea?
Sembra che egli sia riuscito a fare riaprire alcuni consolati sudamericani che erano stati falcidiati dall’ondata risparmiatrice di Renzi & C. ma non abbia fatto un bel nulla per quelli europei, che contano molti più emigrati. Per non dire dei consolati di Amburgo (secondo porto del continente), Norimberga e Mannheim, e della vergognosa soppressione dell’Istituto Italiano di Cultura di Francoforte, città altamente rappresentativa, come invece hanno capito altre nazioni. In particolar modo, ha sottolineato il cavaliere Di Rosa, presidente del Comites di Saarbrücken, risulta incomprensibile e radicalmente errata la politica contro gli italiani nel Saarland, dato che la sede consolare era messa a disposizione gratis, e quindi chiuderla non comportava alcun risparmio, ma solo disagi per i nostri connazionali. Il console onorario che è stato installato al suo posto, a mo’ di contentino, si è rivelato largamente incapace di soddisfare i loro bisogni. Particolarmente irresponsabile è stato il suo rifiuto di prendere in consegna la macchinetta per rilevare le impronte digitali, procedura indispensabile per il rilascio dei passaporti, e presto anche per le carte d’identità. Su queste aspre critiche tutti i membri dell’Intercomites si sono dichiarati d’accordo. Ma come questa unanimità venga valutata alla Farnesina, è un altro paio di maniche. Alcuni membri esprimono la loro convinzione che il Ministero stia cercando in tutti i modi di depotenziare la loro assemblea limitandone il più possibile i fondi e le competenze.
Altri punti discussi
La signora Marilena Rossi, presidentessa del Comites di Dortmund, ha presentato la sua bozza provvisoria per una guida alla terza età come risposta al fenomeno del ritorno degli anziani. Molti emigrati che hanno lavorato in Germania con la prospettiva di tornare nel loro paese d’origine, una volta raggiunta la pensione; ma dopo aver constatato di persona le condizioni di vita attuali del nostro paese, preferiscono tornare definitivamente in Germania. La signora Rossi ha assemblato numerosi testi con informazioni utilissime per loro, ma la versione definitiva non è ancora pronta.
Si è registrata pure una lunga e combattuta discussione sul vecchio problema degli appuntamenti in consolato
Nessuna obiezione sul fatto che sia lecito farli: ma è lecito pure escludere chi non ce li ha? È lecito renderli obbligatori e a numero chiuso? È umanamente giusto rimandare a casa chi ha fatto centinaia di chilometri per avere un documento? La questione sembra ruotare attorno a questo perno: il numero chiuso non sarà lecito, però è reso indispensabile dalla scarsità del personale disponibile. Una cosa è il principio, un’altra la contingenza. L’unico consolato che attualmente pratichi rigidamente il numero chiuso sembra essere quello di Colonia; tutti gli altri cercano di adottare varie soluzioni di compromesso, che però non sono del tutto soddisfacenti, anzi non lo sono per nulla secondo alcuni membri dell’Intercomites. Ovviamente viene data la precedenza a chi ha fatto l’appuntamento, ed i posti liberi vengono lasciati, nell’ordine, a chi si è presentato senza averlo fatto. Ma quanti pochi posti restano liberi, nei periodi di piena, e quanti connazionali si presentano spontaneamente, questi due numeri divergono troppo spesso.