A partire dal primo luglio i pensionati italiani residenti all’estero dovranno pagare nuovamente l’IMU
Troviamo ingiusta e discriminante la reintroduzione dell’imposta IMU sulla prima casa in Italia per i pensionati residenti all’estero. È un’ingiustizia contro quei pensionati i quali, dopo aver fatto sacrifici costruendo e mantenendo l’immobile sfitto in Italia, e non potendo considerare il proprio bene come abitazione principale, si vedono costretti nuovamente a versare la nuova quota IMU assieme alle altre tasse previste dalla legge.
La situazione paradossale consiste nel fatto che, per non discriminare gli stranieri, bisogni discriminare gli emigrati. Infatti la vecchia normativa prevedeva l’esenzione dall’IMU solo per i cittadini italiani, e ciò comportava una situazione discriminatoria nei confronti di questi ultimi, in aperta violazione dei principi di uguaglianza sanciti nei trattati europei. Infatti l’articolo 18 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), così recita: “Nel campo di applicazione dei trattati e senza pregiudizio delle disposizioni particolari dagli stessi previste, è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità”. Ora, a un cittadino tedesco con immobile d’abitazione in Italia naturalmente dispiaceva di pagare l’IMU mentre gli italiani pensionati in Germania ne erano esentati, ed ha fatto ricorso alla Corte Europea allo scopo di godere lui pure dell’esenzione. Quello che ha invece ottenuto è il contrario: adesso tutti pagano come lui.
La nuova legge votata dalla coalizione al governo PD, IV, 5S e già pienamente in vigore, novella la disciplina dell’IMU prevedendo ai commi 738-783 che “L’Imposta Municipale Propria (IMU) è disciplinata delle disposizioni di cui ai commi da 739 a 783” senza riprodurre l’esenzione presente nella normativa precedente. Naturalmente sono seguite le polemiche. Il deputato dell’opposizione Simone Billi (Lega) ha dichiarato: “Come al solito vediamo la doppia faccia del PD e di Italia Viva, che da una parte promettevano l’abolizione dell’IMU sulla prima casa in Italia per tutti noi italiani all’estero, dall’altra, oggi che sono al governo insieme, non mantengono la promessa, anzi, addirittura aboliscono l’esenzione dall’IMU per i pensionati esteri. Quindi i pensionati italiani con pensione estera ed una casa in Italia si troveranno a pagare una nuova tassa nel 2020”.
Le repliche da parte della coalizione non si sono fatte attendere: anche i suoi parlamentari si dichiarano essere stati per l’abolizione dell’IMU, ma di essere stati costretti dalla “Forza Maggiore” della Commissione Europea che ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia lamentando una condizione di disparità fra i pensionati italiani e quelli d’altra cittadinanza dell’Unione Europea che siano possessori di immobili in Italia. Quindi il governo italiano, con il solito ritornello “Non aveva alternative”.
L’alternativa c’era invece, ed era semplicissima: allargare l’esenzione dell’IMU anche a tutti gli stranieri comunitari. Come fa notare il presidente della Fondazione Italiani in Europa Giuseppe Arnone, che ha scritto una lettera indirizzata ai sindaci d’Italia, il Parlamento Italiano avrebbe potuto facilmente individuare il numero delle case possedute in Italia dai cittadini di altri stati europei e capire se il costo dell’esenzione IMU anche per loro fosse oggettivamente sostenibile per le casse dello Stato. Non vi è stata, da parte della politica, alcuna lungimiranza né un’adeguata presa di coscienza per mantenere vivo il legame tra gli elettori e i connazionali e neppure tra questi ultimi e il territorio di appartenenza. Per tentare di evitare una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles, dunque, il governo ha preferito scegliere questa strada che penalizza gli italiani all’estero.