Riunione Intercomites Germania
Le attività sostenute da tutti i Comites nel mondo, che sono 107, sono sostenute dallo Stato italiano, che investe denaro pubblico nella rappresentanza territoriale delle nostre Comunità all’estero. L’assegnazione dei fondi è decisa dal Parlamento Italiano ed è gestita dagli uffici del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. Le procedure per l’assegnazione sottostanno a dei criteri stabiliti ogni inizio d’anno dalla Direzione Generale per le politiche migratorie con il CGIE; nel corrente anno sono oggetto di vivace contestazione da parte dell’Intercomites-Germania per manifeste incongruenze e enormi sperequazioni.
Per orientare i lettori ricostruiamo i fatti.
Per il funzionamento e per il sostegno alle attività di questi organismi il Parlamento Italiano ha stanziato per l’anno corrente un milione di euro in più rispetto al 2019 (per una somma complessiva di 2.248.138 €) destinati a sostenere le attività di tutti i Comites. Tale dotazione finanziaria viene amministrata dal Ministero degli Esteri, nello specifico dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie il cui direttore generale è il diplomatico Luigi Maria Vignali. A lui ed al suo team spetta il compito di ripartire equamente la torta fra i vari convitati. Le enormi differenze nelle assegnazioni hanno provocato l’aspra contestazione di numerosi Comites, soprattutto quelli più virtuosi.
Il dr. Tommaso Conte, Coordinatore dell’Intercomites nonché Presidente del Comites di Stoccarda, che conosce bene le procedure e i meccanismi della Pubblica amministrazione italiana, ha fatto rilevare che ad un solo Comites, mai citato, ma sappiamo trattarsi di quello di Parigi, sia stata assegnata un massiccio finanziamento di 213.731 €, equivalenti a circa il 10% dell’ammontare complessivo del capitolo, mentre agli 11 Comites operanti in Germania (Berlino, Monaco di Baviera, Stoccarda, Friburgo in Bresgovia, Francoforte sul Meno, Colonia, Dortmund, Wolfsburg, Hannover, Norimberga e Saarbrücken) è stata assegnata una somma complessiva di Euro 216.881.
I Comites tedeschi in una recente riunione telematica si sono chiesti il perché di tale sproporzione, e lo stesso Conte facendosi portavoce dei colleghi, ha istruito l’Ambasciata italiana chiedendo se nella sola circoscrizione consolare di Parigi vivono più emigrati italiani che in tutta la Bundesrepublik? Le notizie confermano, del resto, che Parigi è stata fortemente colpita dall’epidemia del Coronavirus! Sono due anni consecutivi che Parigi riceve tanti contributi in maniera sproporzionata: il Comites di Parigi, si è visto assegnare dalla DGIT oltre 300.000 €.
L’Intercomites ha avviato diverse iniziative chiedendo trasparenza e controlli sulle assegnazioni, rivolgendosi all’Ambasciata di Berlino, al CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), ai Parlamentari eletti all’estero, ricevendo sostegno dagli altri Presidenti Comites e Consiglieri del CGIE della Germania, e dallo stesso Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone.
Sembrerebbe che il busillis della questione, risieda in un programma di parecchie iniziative originali presentate con diversi progetti dal Comites parigino. Alcune iniziative potrebbero essere finanziate e sostenute da un’altra direzione generale nella Farnesina, che gestisce molte più risorse che mancano alla gestione ordinaria dei Comites. Sarebbe il caso di promuovere un’indagine conoscitiva parlamentare per acquisire maggiori elementi giustificativi. Nelle tabelle distribuite alla recente assemblea plenaria del CGIE, alla quale è intervenuto il Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, risulta che ben 53.500 € di uno dei progetti significativi parigini siano assegnati per la produzione… di un fumetto! Ci saranno fra i consiglieri di laggiù degli emuli di Uderzo e Goscinny? Dal 19 al 25 ottobre si svolgerà la settimana della lingua e della cultura italiana, che tratterà la cultura italiana espressa dai graffiti, dai fumetti e dalle arti grafiche. Questo programma è inquadrato nella direzione DGSP, che per queste attività in 4 anni ha investito 150 milioni di €. Le risorse per i Comites, anche se sono aumentate servono per farli funzionare dando loro sostegno e indirizzi con prospettive concordate.
Un altro progetto culturale, più d’interesse dell’Istituto italiano di Cultura, è un volume intitolato “Guida alle radici italiane” al quale sono stati corrisposti altri 50.000 €, comprensivi di traduzione in francese, trascrizione in Braille, edizione audio e multimediale. I presidenti dell’Intercomites Germania si sono chiesti quanti siano gli italiani non vedenti a Parigi. In forma modesta, sempre il Comites di Parigi, ha ottenuto 5.000 € per l’apertura di una radio web. Su questa materia non esiste una normativa consolidata e ci si chiede quale sarà lo status giuridico della nuova stazione radio, un’emittente pubblica o privata? Nella disamina dei progetti risulta essercene un altro da realizzare con la cifra di 48.000 € sotto la voce “nuova mobilità”, in tempo di Coronavirus? Chi ha deciso di sostenere questi progetti è l’Ufficio Primo della DGIT. È interessante ricordare che le iniziative sulla guida alle radici italiane in Francia vengono organizzate in Hotel stellati.
A fronte di questa manna, in Germania ci sono tanti Comites, che non hanno una sede propria, che devono elemosinare ospitalità in pochi metri quadrati presso associazioni, patronati, o addirittura usano gli spazi nello studio privato del proprio presidente. L’Intercomites è intervenuto presso il Segretario Generale del CGIE Michele Schiavone, per chiedere chiarimenti e incalza il CGIE a intraprendere tutte le azioni ritenute necessarie, sia politiche che giudiziarie, contro chi o coloro che da anni nella DGIT agiscono seguendo questo modus operandi.
In maniera ancora più esplicita l’Intercomites Germania, in una lettera inviata alla Consigliera d’Ambasciata Susanna Schlein, ha richiesto la visione degli atti probatori: “Trattandosi di fondi pubblici, è lecito e legittimo consultare gli atti pubblici, a maggior ragione se si è parte integrante di un sistema”.
Sia l’On.le Schirò che la Sen. Garavini, entrambi elette nella ripartizione Europa, hanno scritto e dichiarato durante la riunione a distanza, che il milione di euro aggiuntivo assegnato per quest’anno, è stato messo a disposizione dei Comites, per assicurare loro una dignitosa sede con un ufficio autonomo e una segreteria.
L’assunzione di una segretaria è prevista dalla legge Nr. 286 del 23 ottobre 2003, che dispone all’articolo 4, comma 3: “Compatibilmente con le esigenze di bilancio, per lo svolgimento delle proprie funzioni, il Comites può avvalersi del personale di segreteria, che in ogni caso non può superare le due unità e che è assunto con contratto di lavoro subordinato privato regolato dalla normativa locale”.
La Circolare applicativa Nr. 2 emessa il 28 luglio 2020, invece dispone che: “l’ufficio diplomatico consolare competente territorialmente, nella relazione sull’attività del Comites da presentare a corredo della documentazione preventiva, dovrà esprimersi sulla reale necessità di tale spesa in considerazione dell’attività svolta e che intende svolgere il Comitato. Si sottolinea che la spesa per l’elemento di segreteria verrà ammessa al finanziamento ministeriale solo se preventivamente approvata dall’ufficio diplomatico consolare di riferimento”.
Sono queste decisioni amministrative che mettono in discussione la legge stessa. Si ricorda per onestà che, molti membri dei Comites in Germania rinunciano al rimborso spese di viaggio quando partecipano alle riunioni, perché l’interpretazione errata della DGIT impone che debbano scegliere le tariffe più economiche. Chiunque conosca i trasporti pubblici in Germania, sa bene che questo condizionamento spinge a percorrere la via più lunga e complicata per essere presenti alle riunioni.
Le elezioni per il rinnovo dei Comites sono state rinviate all’anno prossimo; siamo ancora alle enunciazioni e ai desideri, diventa difficile trovare tra i nostri connazionali in Germania delle persone disposte a svolgere un ruolo di rappresentanza, di conseguenza a formare delle liste elettorali. Le elezioni hanno un costo, contrarre le spese riducendo la rappresentanza territoriale, com’è successo con il referendum, potrebbe essere l’obiettivo di alcuni papaveri ministeriali, a cui la legge fondativa del Comites ed i suoi buoni propositi non sono mai andati a genio.