È forse appena il caso di ricordare che Il MAIE è quel movimento per gli italiani all’estero che, nato in Sud America, piano piano e nel tempo si è creato spazi in altre zone geografiche dov’è cospicua la presenza di connazionali.
Ultimamente ha intensificato la sua azione e allargato le sue mire espansionistiche in quasi tutta Europa, allestendo una fitta rete organizzativa, aspirando evidentemente a diventare un protagonista di primo ordine della politica per gli italiani all’estero.
Il suo obiettivo in definitiva sembra quello di soppiantare i vecchi partiti presenti in emigrazione che attualmente, almeno in parte, registrano una palese situazione di sofferenza, dovuta anche alle loro vicende interne a livello nazionale, che se confermata a livello elettorale anche all’estero, vedrà consacrata con molta probabilità l’ascesa del Maie, al quale spetterebbe poi il ruolo di volano per la politica futura degli italiani all’estero.
Tal circostanza potrebbe tuttavia rappresentare una sorta di mina vagante con il peggioramento del rapporto dell’emigrazione italiana nei confronti del panorama politico italiano e con la destabilizzazione degli equilibri attuali. Le conseguenze sarebbero imprevedibili, con parecchie incognite rispetto ai vantaggi o agli svantaggi per l’emigrazione medesima e del suo livello di rappresentatività parlamentare.
Per evitare speculazioni sulla rotta del Movimento Associativo per gli Italiani all’Estero –MAIE_ sarebbe ovviamente utile che il MAIE stesso desse ragguagli circa il modo come intende interpretare il ruolo per il quale si propone, non limitandosi a ribadire semplicemente che sarà sempre , ovunque e comunque dalla parte degli italiani all’estero. Per intenderci, quello che manca è un programma chiaro, comprensibile, definitivo e dettagliato. Tutto ciò che, in buona sostanza, l’elettorato chiede normalmente a tutte le sue forze rappresentative!
Comunque già, con il progressivo avvicinarsi della scadenza elettorale, si vedrà se i partiti tradizionali ed i loro rappresentanti all’estero, di nuova o vecchia nomina, vorranno lasciare il campo a tale ascesa o se tenteranno di contrastarla per riconquistare parte del loro elettorato e rafforzare le loro posizioni. Un rafforzato rinascere quindi di un interesse dei partiti già attivi all’estero, opportunamente poggiato su premesse diverse rispetto ai risultati conseguiti finora e su un programma elettorale ben definito, che accolga le istanze sul tappeto, capace pertanto di fornire un quadro dei loro intenti in prospettiva, potrebbe essere visto in positivo per evitare una forma di egemonia che, per sua stessa natura, tante incognite comporta.
Si potrebbe anche ipotizzare una situazione in cui la collettività sarebbe legata alle sorti di un solo partito egemone, con la conseguente indifferenza dei partiti nazionali, che potrebbero maggiormente sovrastarlo in sede parlamentare, tenuto anche conto che il numero dei rappresentanti resterebbe lo stesso, anche se si avrebbe forse una rappresentanza più omogenea e, teoricamente, più coesa ma nello stesso tempo non automaticamente più supportata, dipendente pertanto fortemente dalla sua capacità di avvalersi di un’utile e fertile collocazione nel panorama parlamentare, evitando il rischio di un deleterio isolamento o di forzate alleanze.
Siamo tuttavia a livello di ipotesi e di speculazioni basate su sensazioni. Resta tuttavia, come elemento oggettivo, il quadro di riferimento, per quanto riguarda le attuali forze in campo, relativo alle ultime elezioni anche se molto deludente nei suoi valori assoluti in termini di rappresentanza. I giochi sono pertanto ancora aperti.
Il MAIE ha tuttavia, per le posizioni sorprendentemente assunte, ritenute del tutto opportuniste, in occasione del Conte ter, ha fornito all’opinione pubblica un’immagine contradittoria e contrastante circa la sua affidabilità e credibilità, sia all’interno della emigrazione sia nel panorama politico nazionale.
Al riguardo, la Sen. Garavini, che nella sostanza ha evidenziato questo aspetto, è stata duramente attaccata, a conferma che tra i nostri rappresentanti all’estero, o tra alcuni di loro, non corre buon sangue e che la realtà è’ ben diversa dalle apparenze.
Pare comunque che la luna di miele tra i due senatori sia finita, una semplice parentesi dovuta al rispetto conseguente alle cariche istituzionali ricoperte. Pare che il Maie stia già allestendo il funerale politico alla concorrente senatrice che, a seguito delle risultanze delle prossime elezioni, sarà costretta con molta probabilità a dare l’addio al suo ruolo parlamentare.
Fa specie tuttavia che il Segretario fondatore del MAIE, Sen. Merlo, assurto alle cronache nazionali ultimamente e già titolare della poltrona di sottosegretario per l’emigrazione, non sia stato riconfermato nell’incarico per ragioni non note o non fatte pervenire.
Intanto il segretario del CGIE, non si sa se con il supporto o meno del nostro Consiglio, sponsorizza il fondatore del MAIE, Sen. Merlo, indicandolo, in virtù della sua esperienza acquisita da sottosegretario, come interlocutore per trovare un’intesa con la Commissione deliberante sul testo di riforma dei Comites.