Intervista ad Arcangelo de Vecchis e Piero di Gaetano, due giovani imprenditori fuori gli schemi
Siamo abituati ad ascoltare storie di Expat che cercano di reinventarsi per poter trovare il proprio posto nel nuovo stato. Queste storie raccontano di percorsi iniziati, poi cambiati e poi, ripresi.
È possibile fare questo perché, normalmente la forza di metterci in proprio arriva con il passare degli anni, quando sì è “grandi”, quando ormai abbiamo capito i nostri pregi e i nostri difetti e in più i lavori passati ci hanno portato ad avere dei soldi da investire.
Ma se fossimo 20enni senza un soldo? O meglio, se fossimo 20enni con 1000 euro e un sogno che non ci fa dormire. Un lavoro sicuro alle porte ma una voce dentro che ci dice: buttati!
Ecco, se fossimo 20enni in un paese che non è il nostro cosa faremmo? Queste domande non sono nate per caso, mi sono imbattuta in Arcangelo e Piero, due giovanissimi ma con le idee chiare su cosa significhi impresa. Ho parlato a lungo con loro e ho capito che il loro approccio è vincente perché giovane. Ha quel binomio di follia e imprenditorialità che lo rende unico. Digitalizzazione e lavoro duro. In più, la loro azienda va a colmare il bisogno di molti italiani in Germania, Austria e Svizzera.
Sono rimasta molto colpita dalla vostra storia, se doveste presentarvi in poche righe cosa direste di voi?
Siamo Arcangelo de Vecchis e Piero di Gaetano. Siamo due ragazzi che si svegliano la mattina con il desiderio di costruire il proprio futuro. Siamo imprenditori, sognatori. Ci accomuna la volontà di costruire uno stile di vita lontano dagli schemi abituali. Una caratteristica che ci rende uguali è il desiderio di essere diversi. La vita d’ufficio non ci appartiene, così come le routine giornaliere. Abbiamo quindi creato un sistema che ci si addicesse, attraverso la fondazione di Cambia la tu vita SAGL, con il Brand di Italiani in Germania, una delle accademie numero uno in Europa per l’insegnamento della lingua tedesca.
Come è nata l’idea di “cambia la tua vita”?
Il progetto nasce con l’intenzione di aiutare tutti coloro che hanno il forte desiderio di imparare il tedesco, ma, che per motivi lavorativi o familiari, non sono mai riusciti ad andare a scuola. Il nostro obiettivo è quello di aiutare queste persone emigranti nell’integrazione. Proprio per questo, conoscere il tedesco nei Paesi come la Germania, la Svizzera, l’Austria, è importantissimo per essere autonomi, potersi integrare e affermarsi in ambito lavorativo.
Ci sono stati momenti di sconforto in cui avete pensato di non farcela?
Come ogni storia di successo, ci sono stati tantissimi momenti di difficoltà. Siamo partiti da zero, senza soldi né aiuti o supporti vari. Questo, però, non ha mai distolto il nostro sguardo dall’obiettivo finale, ossia creare un’azienda in cui poter aiutare i corsisti, insegnando loro il tedesco e aprendogli nuove opportunità, e i collaboratori, dando loro lavoro.
In cosa si distingue la vostra scuola di tedesco?
Sin dal primo contatto con la scuola, i corsisti non trovano i soliti consulenti telefonici che provano a vendergli un corso e niente più. Noi cerchiamo di ascoltarli per capire la loro motivazione, i bisogni e le problematiche che stanno attraversando, dopo di che li aiutiamo, consigliando loro la strada più giusta e motivandoli dall’inizio alla fine del percorso. Inoltre, i nostri docenti parlano sia italiano che tedesco e sono, perciò, in grado di comprendere tutte le difficoltà grammaticali in cui si imbattono gli studenti, superandole con le lezioni in italiano. Abbiamo strutturato un sistema formativo adattabile alle diverse esigenze orarie, ad esempio teniamo corsi specifici per chi lavora su turni.
Un insegnante che parla italiano e spiega il tedesco per molti è importante. Ci si trova ad affrontare l’A2, senza sapere il tedesco con i professori che ci spiegano le basi in lingua. Questo per molti è il momento del distacco. Oltre a italiani in Germania avete altri progetti per il futuro?
Oltre italiani in Germania, abbiamo appena lanciato “Españoles en Alemania”, con l’intenzione di insegnare tedesco anche in lingua spagnola. Abbiamo, poi, in progetto di lanciare “My Universal language”, insegnando tedesco in inglese.
Sicuramente siete di ispirazione, vorreste dare un messaggio ad altri giovani come voi?
Forza di volontà, impegno e digitalizzazione ci hanno permesso di lavorare in qualsiasi parte del mondo e di ottenere risultati incredibili. In team, stiamo già aiutando i giovani a realizzare i loro progetti con questa chiave del futuro: la digitalizzazione.
Dopo avervi ascoltato vi saluto con un frase di Hermann Hesse: „Man muß das Unmögliche versuchen, um das Mögliche zu erreichen“ ovvero „Affinché si realizzi il possibile si deve sempre tentare l’impossibile“ . Questa frase mi fa pensare a voi. Bravi per aver tentato l’impossibile e non esservi fermati al possibile.