La questione Comites di Francoforte. Lettera aperta del neo eletto Consigliere Cgie Tommaso Conte
Pubblichiamo la lettera aperta del neo eletto consigliere Cgie Tommaso Conte al Console generale d’Italia a Francoforte. L’argomento: Il Comites di Francoforte.
Gentile Console Generale,
chiedo innanzitutto la Sua comprensione per aver scelto la modalità di “lettera aperta” per porre all’attenzione alcuni fatti che riguardano il Comites di Francoforte, giacché mi rivolgo a Lei nella Sua funzione pubblica, parlando di un Organismo pubblico e ritenendo giusto il coinvolgimento di quei connazionali, i quali quel pubblico Organismo lo hanno eletto.
Come avrà notato, le segnalazioni del Segretario del Comites di Francoforte a Lei trasmesse, sono giunte per conoscenza anche al sottoscritto.
A me è giunta anche l’accorata lettera a Lei inviata dal Segretario del CGIE Michele Schiavone.
Con le due missive erano sottoposte alla Sua attenzione, comportamenti da parte della Presidenza del Comites di Francoforte, che se veritieri, danno adito a forti dubbi sulla loro legittimità e sulla loro aderenza a uno stile appropriato.
In sintesi, Le viene riferito che all’interno del Comites di Francoforte, sarebbero state deliberate spese durante un’assemblea in cui mancava il numero legale.
Le viene segnalato anche la ripetuta caduta di stile da parte del Presidente di quel Comites nella corrispondenza con un’anziana Presidente di una Associazione di Francoforte.
L’ex Delegato delle Missioni cattoliche in Germania e Scandinavia, già Editore del mensile Corriere d’Italia di Francoforte, Le aveva altresì fatto presente il caso di una lettera del Comites di Francoforte, con la quale era richiesto l’appoggio al candidato Massimo Romagnoli durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2022.
Ovviamente, in qualità di membro del CGIE (se pur in attesa dell’insediamento ufficiale del nuovo Consiglio) non ho potuto fare a meno di osservare quanto accade attorno alla gestione del Comites di Francoforte, soprattutto in merito all’ingerenza, con tanto di carta intestata e firma del presidente, nell’ultimo voto all’estero.
Impossibile girare lo sguardo anche di fronte a vere e proprie denunce, partite dall’interno del Comitato stesso, di procedure insolite nella delibera di spesa con denaro pubblico.
La lettera aspra del Presidente Comites di Francoforte diretta a una partecipante alla pubblica riunione, chiude un quadro che ormai è completo in tutta la sua inadeguatezza.
Ho avuto modo anche di leggere le risposte che Lei ha voluto dare sia al consigliere Segretario del Comites che al Segretario generale del CGIE, sui problemi esposti.
Proprio le Sue risposte hanno fatto maturare in me l’esigenza di rendere pubblica questa vicenda, nel timore che possano fungere da esempio in futuro, sia in seno alle altre circoscrizioni consolari, sia in seno agli altri Comites della Germania.
La Sua posizione in merito a quanto segnalato è, infatti, quella di non prendere posizione.
Preoccupante è l’indicazione da parte Sua “che il Capo dell’Ufficio Consolare partecipa alle riunioni ma senza diritto al voto”.
Allarmante è la Sua decisione di “mettere agli atti”, un procedimento che riguarda la falsificazione della carta intestata del Comites di Francoforte e della firma del Presidente, giacché la lettera di campagna elettorale era stata dichiarata falsa dal diretto interessato, che è il Presidente del Comites di Francoforte.
È risaputo, a quali conseguenze porta la politica stile “Ponzio Pilato”.
Nessuno, desidera che il Capo di un Ufficio consolare s’intrometta nei procedimenti democratici di un Comites.
Ognuno però, si aspetta che il Capo di un Ufficio consolare, si opponga fermamente quando questi procedimenti perdono l’ordine democratico e la dovuta correttezza.
Appare pertanto evidente che l’Autorità consolare da Lei rappresentata, non riesca a far rispettare le pur minime regole che definiscono i compiti e le prerogative del COMITES locale, che ha coinvolto in decisioni di spesa, membri esterni e non eletti (così è segnalato dall’interno dello stesso Comites).
A Francoforte sono lesi, così è denunciato dal suo interno, palesemente, il rispetto procedurale e i diritti dei Consiglieri che lo compongono.
Insomma, si sono verificate tutte quelle incongruenze che il Capo di un ufficio consolare, attento e ravveduto, avrebbe dovuto e potuto immediatamente fermare, per garantire i lavori delle riunioni, la loro trasparenza e legittimazione.
Nel frattempo, irrita molto l’immagine offerta dallo stesso Console Generale a Francoforte sul Meno, quando pubblica statistiche ottimiste, autocelebranti, che parlano di un incremento dei servizi consolari, confrontandoli all’anno precedente, anno in cui la “produzione” consolare aveva raggiunto minimi storici anche a causa delle frequenti chiusure per la pandemia.
È, a nostro parere, inutile e fuorviante pubblicare numeri dei passaporti e carte d’identità rilasciati in un anno, quando si tace volutamente, sul numero delle persone che sono in attesa del servizio dai sei agli otto mesi.
A che serve scrivere con toni trionfanti di aver rilasciato migliaia di passaporti e Carte d’Identità, quando altrettanto migliaia sono in attesa da mesi?
In conclusione, sono qui a chiedere con tutto il rispetto al Console Generale d’Italia in Francoforte sul Meno cosa intenda fare:
In merito all’ingerenza del Comites nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 2022?
Per porre fine alle presunte irregolarità gestionali del COMITES di Francoforte, in particolare in riferimento alla partecipazione di membri esterni al Comitato in fase di deliberazione di spesa?
Per ristabilire l’osservanza del numero legale nelle riunioni del COMITES?
Per evitare in futuro l’uso inaccettabile di “deleghe” dei consiglieri assenti a favore di membri esterni, soprattutto in fase di delibera di spese?
Per evitare toni inadeguati, percepiti come minacciosi, nei confronti di esterni, partecipanti di diritto alle riunioni pubbliche del COMITES?
Sarò grato per l’attenzione e ogni risposta che sarà data a favore della trasparenza e del leale confronto tra persone fisiche e giuridiche, che operano per la collettività, nell’esercizio di una pubblica funzione, sia essa profumatamente retribuita sia essa basata sul mero volontariato come nel caso dei Consiglieri CGIE.
Dott. Tommaso Conte,
Membro eletto CGIE Germania