È di questi giorni la notizia di un concittadino residente in Germania che, dopo avere lasciato inutilizzato per anni in Italia un libretto di risparmio contenente più di 40.000 euro, una volta reclamatone il contenuto, ha scoperto che gli era stato sottratto per legge. Questi soldi, dopo che per dieci anni non avevano subito movimentazioni, sono stati infatti incamerati dallo Stato, a causa di una norma voluta dal Ministro Tremonti del Governo Berlusconi nel 2005 (la Legge 266/2005, seguita dal relativo regolamento attuativo, il Decreto del Presidente della Repubblica, n. 116/2007).
L’effetto di questa norma, infatti, è che i correntisti che non hanno ‘toccato’ i loro soldi per oltre dieci anni e gli ignari eredi di quei correntisti deceduti che non avevano comunicato all’ istituto di credito i riferimenti aggiornati del proprio domiciliopossono vedersi sottrarre forzatamente dallo Stato il denaro loro spettante.
Ecco perchè suggerisco ai concittadini all’estero che hanno un conto o un libretto loro intestato in Italia non attivo da molti anni di mettersi in contatto con le banche di riferimento. Stessa cosa consiglio di fare a tutti coloro che sospettano dell’esistenza di un conto di cui sono eredi, in modo da sventare l’eventualità di perdere le somme a cui hanno invece diritto.
Nel caso i dieci anni fossero già passati, c’è comunque la possibilità di chiedere il rimborso a una società controllata dal Ministero del Tesoro, la Consap, a cui è affidata la gestione dei depositi cosiddetti dormienti. Il rimborso deve però essere chiesto entro e non oltre i dieci anni successivi alla sottrazione della cifra sul conto. Per ulteriori informazioni visitare il seguente link: http://www.mef.gov.it/depositi-dormienti/index.html
Dal punto di vista legislativo vanno sanate situazioni che si configurano come veri e propri abusi autorizzati. Nella misura in cui i diretti interessati non ricevono nessuna comunicazione dagli istituti di credito, che non sono appunto tenuti a farlo. Sarà mia premura cercare una soluzione in sede dell’imminente Legge di bilancio, per fare sì che le banche siano obbligate a fare del loro meglio per rintracciare gli eredi di correntisti scomparsi, magari istituendo un filo diretto in questo ambito fra gli istituti di credito e chi ha accesso a informazioni sugli eredi, come i notai”. Lo dichiara Laura Garavini, della Presidenza del PD alla Camera.