Urgente potenziare le risorse per rispondere alla domanda di servizi dei nostri connazionali
Nel periodo dell’emergenza per il Covid-19, le problematiche della nostra rete consolare si sono fortemente evidenziate. Ce lo segnalano i nostri connazionali all’estero e lo sottolineano con preoccupazione le loro rappresentanze istituzionali e sociali, come il Cgie e i Comites, le associazioni e i patronati. Nella fase di rilancio del Paese, non può mancare, dunque, una seria riflessione sul ruolo della nostra rete diplomatico-consolare, che è obiettivamente il necessario riferimento di milioni di cittadini italiani all’estero e sempre più il sostegno del nostro stesso sistema Paese nella competizione globale.
In questi mesi la nostra rete diplomatico-consolare ha saputo dare prova di vicinanza ai connazionali e di affidabilità nella gestione dell’emergenza. Grazie al sacrificio di tutto il personale si è fatto fronte ad una emergenza inaspettata ed impensabile. Ci sono state alcune difficoltà a garantire l’erogazione dei servizi ordinari, ma ciò a causa delle chiusure parziali o totali delle sedi consolari necessarie ad assicurare la sicurezza del personale e rispettare le misure di lockdown dei diversi paesi.
Nella fase della riapertura post-covid, alla luce di quanto avvenuto, non possiamo trascurare la necessità di affrontare nuovamente le questioni del rafforzamento della nostra rete consolare, per potenziarla in termini di personale e di strumentazioni. E occorre farlo rapidamente per non lasciare che anche in questa fase, l’emergenza venga affrontata esclusivamente con il sacrificio del personale.
La “lezione” della pandemia va assimilata con prontezza e lucidità. Penalizzare i servizi, siano essi sanitari o amministrativi, è stato un errore da superare destinando nuove risorse. Nello stesso tempo, vi sono centinaia di nuove assunzioni già deliberate e dotate di finanziamento che stanno seguendo trafile troppo lente e che vanno, dunque, assolutamente accelerate.
Gli italiani residenti nei diversi paesi europei hanno raggiunto quasi tre milioni. In Germania, Belgio, Francia, Svizzera e Gran Bretagna, in particolare, l’esigenza di rispondere alle richieste dei connazionali è particolarmente urgente, come evidenziato dai diversi Comites e dalle stesse rappresentanze consolari che nei prossimi mesi dovranno gestire l’attività ordinaria, recuperare il lavoro arretrato e fare fronte alla prossima tornata elettorale per il referendum costituzionale prevista subito dopo l’estate. Urgenze che probabilmente rallenteranno altri importanti progetti in corso, quali ad esempio il rilascio della carta d’identità elettronica.
Senza girarci intorno, è indispensabile affrontare le carenze croniche di personale e di risorse e fare i conti, anche in questo settore della pubblica amministrazione, con i ritardi dell’innovazione tecnologica del nostro Paese. Puntando con convinzione sul digitale e aumentando le risorse a disposizione, perché si tratta di un investimento sul presente e sul futuro del nostro Paese, sia nella sua dinamica interna che nella sua proiezione estera.