Console Generale De Agostini, innanzitutto la ringrazio per averci concesso l’intervista il cui scopo è anche quello di presentarla alla comunità italiana. Ci parli un po’ di lei?
Sono nato a Roma, sannita di origine, sono sposato con una deliziosa ragazza scozzese, ho un figlio nato in Sud Africa e non sto mai fermo. Ho vissuto in molte parti del mondo, da ultimo in Zimbabwe, dove ero ambasciatore fino a qualche mese fa. Mi piace fare sport (la pesca a mosca è la mia passione), cucinare e scrivere libri. Conosco la Germania da quando ero ragazzo, ho iniziato a imparare il tedesco qui a Monaco, quando studiavo legge, e poi sono tornato a lavorare in un magazzino di autoricambi. Infine, ho trovato lavoro all’Hotel Mercur, dove ho pulito le camere per un’estate (molto meglio degli autoricambi!).
Non proprio Gastarbeiter ma quasi.
Sì, e ne sono fiero. Qualche anno fa sono stato anche console a Dortmund, città dove sono stato benissimo e comunità italiana che ricordo con grande affetto. Ho un feeling speciale con gli italiani all’estero, perché rappresentano una grande ricchezza per l’Italia intera, non solo in termini economici, ma anche in termini culturali. Sono loro i primi a pubblicizzare uno stile di vita unico ed è tra loro che, nel corso della mia carriera, ho trovato gli esempi più belli di attaccamento alla nostra patria. Per essere valorizzata al meglio, questa risorsa deve sentirsi vicina all’Italia, deve poter usufruire di servizi degni dell’epoca in cui viviamo e deve poter mantenere un legame culturale con la propria terra d’origine.
Ma i servizi del consolato non funzionano: Carta d’identità, passaporto, prenotazioni online che non funzionano, appuntamenti con lunghi periodi d’attesa. Cosa andrebbe migliorato?
Mette il dito sulla piaga: al mio arrivo a Monaco trovo una situazione di forte carenza nell’erogazione dei servizi al pubblico. Non per cattiva volontà del mio predecessore, che, anzi, si è impegnato moltissimo nel miglioramento di questa situazione, né del personale, che è motivato e lavora molto. Si tratta piuttosto, di una carenza di risorse umane: ci sono semplicemente troppo pochi funzionari (9 me compreso) e impiegati (15) rispetto ai 118.424 connazionali attualmente iscritti in anagrafe.
Quali sono i problemi che intende affrontare per primi?
Sicuramente il contatto con il pubblico e i passaporti. Si deve ristabilire la comunicazione con l’esterno, avere un centralino che non abbia tempi d’attesa biblici. Lo faremo, ma lei capirà quanto sia difficile distogliere personale, già scarso, dalla trattazione delle pratiche. Abbiamo anche un centralino obsoleto, che sarà sostituito da uno più moderno a inizio aprile. L’altra misura da prendere con urgenza riguarda il settore dei passaporti che deve recuperare un arretrato ingente. Troppo spesso, inoltre, gli utenti non sanno che la loro situazione amministrativa non ci consente di rilasciare loro un passaporto e si presentano in consolato senza la documentazione necessaria. Stiamo studiando un sistema di reciproca consultazione, sul modello di quello già sperimentato con successo per le carte d’identità, che ci consenta di sanare le situazioni prima che gli utenti vengano in consolato. Così eviteremo a loro di fare viaggi (e a noi di lavorare) a vuoto. Di questo e di altre importanti iniziative comuni ho già avuto modo di parlare con la presidente del Comites di Monaco, Dottoressa Di Benedetto, con la quale si è subito instaurato un rapporto di grande cordialità e collaborazione.
Ha idee o progetti che vorrà realizzare durante il suo mandato?
Cultura, cultura, cultura. La Baviera è un mercato importantissimo per le nostre imprese e un partner strategico per l’Italia intera. È attraverso la cultura che possiamo approfondire questa partnership ed esplorare nuove opportunità di collaborazione. La mia esperienza pregressa mi dice, poi, che l’organizzazione di eventi culturali importanti aiuta moltissimo anche nei rapporti politici perché facilita la comprensione reciproca. Aspettatevi, quindi che mi faccia promotore di iniziative culturali, sempre di concerto con l’Ambasciata a Berlino e in collaborazione con il nostro ottimo Istituto Italiano di Cultura. Potremo fare grandi cose per l’immagine dell’Italia e per lo sviluppo degli scambi commerciali. Sono sicuro che alle nostre imprese interessi averci come partner.