Toni intimidatori e minacciosi certamente non aiutano a lavorare bene
Incredibile ma vero. Nonostante la legge sui Comites del 23 ottobre 2003, n. 286, “Norme relative alla disciplina dei Comitati degli italiani all’estero” stabilisca all’Art. 5, comma 5, che “Le sedute del Comitato sono pubbliche. La pubblicità è assicurata anche mediante pubblicazione dei resoconti sull’albo consolare e comunicazione ai mezzi di informazione locali” né sul sito dei singoli Consolati, tantomeno con comunicati stampa, si apprendono le date delle riunioni Comites né si vedono i resoconti delle riunioni.
Eppure, la massima partecipazione di persone interessate e il loro democratico coinvolgimento sono sancite dalla legge.
La legge vuole così ma qualche presidente Comites in Germania vuole invece tutt’altra cosa.
Ci è stato segnalato, infatti, un caso in cui un presidente Comites addirittura si sarebbe indignato nei confronti di una presidente d’associazione, con una mail avvelenata e con tanto di avvertimento di prendere „seri provvedimenti giacché lui non scherza“ solo perché questa persona non solo si è permessa di partecipare alla riunione del suo Comites senza invito ma si è addirittura permessa di chiedere come mai la sua richiesta di collaborazione non sia stata diramata a tutti i membri del Comitato.
Lasciamo da parte le questioni di stile, in questo caso veramente sguaiato e percepito dall’interessata addirittura come minaccioso, e concentriamoci sulla sostanza.
Le riunioni dei Comites sono veramente pubbliche e i consoli, i quali hanno una funzione di vigilanza sulla corretta applicazione della legge, non dovrebbero chiedere ai presidenti della circoscrizione di rendere pubbliche le date e i luoghi delle riunioni sui propri siti “albi” consolari e dovrebbero mettere a disposizione appositi spazi per i resoconti delle riunioni?
I consoli, che – attenzione, sempre ai sensi della legge – partecipano alle riunioni, non dovrebbero vigilare anche sul loro corretto andamento democratico?
Democratico significa anche che se qualche partecipante dal pubblico chiede la parola, e i tempi lo consentono, le sia concessa?
Insomma, vogliamo prendere tutti coscienza del fatto che i Comites non sono semplici associazioni o sodalizi o club che si regolano autonomamente con propri statuti? I Comites sono regolati da una legge dello Stato.
La collaborazione con i Consolati è stabilita per legge
La diffusione dei resoconti e l’apertura pubblica delle riunioni è stabilita per legge.
Eppure, nessun Consolato ha aperto un Link sul proprio sito dal titolo “Il Comites informa”.
Alle redazioni italiane in Germania raramente arrivano comunicati stampa dei Comites con l’annuncio delle riunioni, l’ordine del giorno e il resoconto delle riunioni precedenti.
È vero che solo il tre per cento degli aventi diritto al voto ha eletto gli attuali Comites.
Ma è anche vero che ora esistono. È anche vero che ora più che mai gli stessi Comites debbano preoccuparsi di una maggiore legittimazione in seno alla collettività italiana, garantendo la massima trasparenza e il maggiore coinvolgimento esterno nelle loro attività.
Comunque sia, minacciare di seri provvedimenti una persona (per altro anziana) solo perché si è permessa di porre una legittima domanda critica durante una riunione pubblica, questa sicuramente non è la via giusta e chi è chiamato a vigilare e invece tace sicuramente segue una via altrettanto sbagliata.