Come previsto dal cerimoniale ufficiale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 2 giugno si è recato all’Altare della Patria a Roma deponendo una corona d’alloro al Milite Ignoto, simbolo di tutti i caduti in guerra che non sono mai stati riconosciuti. Nello stesso tempo in tutte le Ambasciate e nei Consolati italiani all’estero si è festeggiato l’anniversario della nascita della Repubblica Italiana, ricordando il referendum che proprio in quello stesso giorno dell’ormai lontano 1947 sancì il passaggio dell’Italia dalla monarchia costituzionale alla repubblica parlamentare.
Un evento storico, anche perché allora la consultazione elettorale ebbe un carattere universale, alla quale per la prima volta in Italia vi parteciparono anche le donne. “Quando il 2 giugno 1946 nacque la Repubblica – così affermò più tardi Giovanni Leone, Presidente della Repubblica dal 1971 al 1978 – tutti avemmo la consapevolezza che conservare integri nel tempo gli ideali ai quali essa s’ispirava, avrebbe comportato momenti di duro impegno ed anche grandi sacrifici”. Nell’attuale difficile momento attraversato della politica italiana, la previsione di Giovanni Leone è sembrata essere indirettamente evocata dal Console Generale di Colonia, Pierluigi Ferraro, quando nella grande sala dell’attiguo Istituto Italiano di Cultura nella ricorrenza del 73.imo anniversario dell’importante evento ha rilevato che la libertà non è per nulla una risorsa naturale e scontata, bensì che essa, di fatto, va quotidianamente difesa anche in una democrazia consolidata come quella italiana.
A Colonia si è avuta l’impressione che quest’anno la numerosa presenza del pubblico, italiano e tedesco, all’importante anniversario della costituzione italiana sia stata un po’ il riflesso dell’apprensione con la quale soprattutto in Germania si segue l’attuale difficile sviluppo della politica del governo di coalizione Lega-M5s guidato dal premier Giovanni Conte. Sia riguardo alle difficoltà del bilancio, sia anche riguardo ai problemi che il governo di Roma si trova a dover risolvere nel non facile controllo del flusso migratorio proveniente dalla Libia, organizzato da gruppi motivati da evidenti ragioni di lucro.