Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) ha dato avvio al 2025 con un’agenda politica fitta di impegni e obiettivi chiari. Nonostante le difficoltà imposte dalla nuova legge di bilancio, che ha drasticamente ridotto i fondi destinati all’ente, il Consiglio ha ribadito la propria determinazione nel difendere i diritti dei sette milioni di italiani residenti all’estero.
Tre priorità per il 2025: voto, cittadinanza e incentivi al rientro
Il CGIE ha identificato tre aree strategiche su cui concentrare i propri sforzi nei primi sei mesi dell’anno:
1. Messa in sicurezza del voto all’estero – Il sistema elettorale per i cittadini italiani fuori dai confini nazionali è stato spesso oggetto di critiche per irregolarità e vulnerabilità. Il CGIE sta lavorando per garantire un processo elettorale più sicuro e trasparente, che eviti casi di frodi e difficoltà burocratiche.
2. Riforma della legge sulla cittadinanza – L’inasprimento delle norme per il riconoscimento della cittadinanza italiana, sia per discendenza (ius sanguinis) che per naturalizzazione, ha creato malcontento tra le comunità italiane all’estero. L’aumento delle tasse per le richieste di cittadinanza per via giudiziaria è visto come un ulteriore ostacolo all’integrazione dei discendenti degli emigrati italiani.
3. Incentivi al rientro – Il fenomeno del „controesodo“, ovvero il ritorno degli italiani emigrati, è un tema sempre più centrale. Il CGIE intende promuovere misure concrete per facilitare il rientro dei connazionali, garantendo incentivi fiscali, semplificazioni burocratiche e accesso a opportunità lavorative per chi desidera tornare in Italia.
Questi temi saranno al centro della riunione del Comitato di Presidenza, in programma per la settimana del 31 marzo, e dell’Assemblea plenaria, fissata per il 16 giugno.
Le critiche alla legge di bilancio: penalizzati gli italiani all’estero
La legge di bilancio 2025 ha suscitato un’ondata di critiche da parte del CGIE, che denuncia misure penalizzanti per gli italiani residenti all’estero. Tra le principali problematiche segnalate vi sono:
Mancata perequazione automatica delle pensioni – I pensionati italiani all’estero con assegni superiori al minimo non beneficeranno dell’adeguamento automatico al costo della vita, a differenza dei residenti in Italia. Questo provvedimento viene percepito come una disparità di trattamento.
Eliminazione dell’indennità di disoccupazione per i rimpatriati – Gli italiani che rientrano in patria dopo aver perso il lavoro all’estero non potranno più accedere a una forma di sostegno al reddito, rendendo ancora più difficile il reinserimento nel mercato del lavoro italiano.
Aumento delle tasse per le richieste di cittadinanza – L’inasprimento dei costi burocratici per il riconoscimento della cittadinanza, anche per via giudiziaria, è visto come un ostacolo ai diritti dei discendenti degli emigrati italiani.
La Segretaria generale del CGIE, Maria Chiara Prodi, ha espresso la sua forte preoccupazione per queste misure:
“Il CGIE è a fianco di tutte le categorie di italiani all’estero pesantemente svantaggiate dalla legge di bilancio. Se noi cittadini siamo tutti chiamati a uno sforzo per rispondere alle necessità finanziarie del nostro Paese, è pur vero che il mancato adeguamento della pensione per gli italiani all’estero e l’incremento delle tasse per la domanda di cittadinanza colpiscono al cuore la relazione di fiducia e di accoglienza che i connazionali, o futuri connazionali, possono aspettarsi dall’Italia. Come CGIE, non lasceremo sole queste voci, che abbiamo raccolto e portato al Parlamento e per le quali abbiamo lottato con tutti i mezzi”.
Fondi ridotti, ma impegno raddoppiato
Se da un lato il CGIE ha accolto positivamente l’incremento di 600.000 euro per i Com.It.Es. (Comitati degli Italiani all’Estero), dall’altro lamenta la riduzione drastica delle risorse destinate al suo funzionamento.
“Il finanziamento ricevuto – ha dichiarato Prodi – ci permette di realizzare meno della metà delle attività previste dalla legge istitutiva del CGIE. Nonostante ciò, non intendiamo arretrare di un passo”.
La Segretaria generale ha poi ribadito l’importanza del Consiglio nella rappresentanza degli italiani nel mondo: “Rivendichiamo la centralità del Consiglio Generale nella vita democratica del nostro Paese perché rivendichiamo la centralità dei sette milioni di italiani all’estero. Il 2025 sarà un anno cruciale per la vita del nostro Consiglio. Invitare a collaborare con noi tutte le reti della rappresentanza e dell’associazionismo non è un esercizio di forma, ma la volontà di dimostrare che la partecipazione degli italiani all’estero è possibile e reca profitto al Paese intero. Reagire con il doppio della motivazione al dimezzamento dei fondi è un modo per scommettere sulla capacità delle istituzioni di riconoscere che occuparsi di italiani all’estero non è un costo ma un investimento”.
Un 2025 di battaglie per il CGIE
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero si appresta a vivere un anno complesso ma cruciale. La riduzione dei finanziamenti non ha intaccato la determinazione dell’organo, che continua a battersi per garantire diritti e opportunità agli italiani nel mondo. Le riunioni previste nei prossimi mesi saranno decisive per definire le strategie future e portare avanti una battaglia che, secondo il CGIE, è fondamentale non solo per gli italiani all’estero, ma per il futuro stesso del Paese.