COLONIA – Due sono i pilastri dell’attività di un Console Generale: l’erogazione dei servizi consolari e la valorizzazione della collettività italiana all’estero
A fine luglio Emilio Lolli termina il suo mandato come Console Gererale a Colonia e si trasferisce in Venezuela dove a Caracas assumerà la carica di vice Ambasciatore presso la rappresentanza diplomatica italiana nella capitale del Paese sudamericano. Classe 1970, laureato in filosofia nel 1995 all’Università di Bologna, Emilio Lolli è entrato nella carriera diplomatica nel 2001 e da allora ha avuto modo di fare preziose esperienze in diverse sedi estere prima di approdare in Germania dove dal gennaio del 2014 ha assunto la carica di Console Generale d’Italia a Colonia. Nel corso del mese di luglio Lolli dopo tre anni e otto mesi chiude così un mandato consolare durante il quale ha avuto modo di dare alla circoscrizione di Colonia un’impronta decisamente più moderna e efficiente. Un’attività molto impegnativa che non ha sempre avuto tutto il consenso che avrebbe meritato, considerato che il Consolato di Colonia è il punto di riferimento per oltre 120.000 connazionali che vivono nella circoscrizione, vale a dire un numero superiore agli abitanti di una città come Vicenza o come Bolzano. Il Corriere d’Italia non poteva perdere l’occasione per cercare di fare un bilancio dell’attività di Emilio Lolli come Console Generale di Colonia e per augurargli il migliore dei successi nel nuovo incarico che lo attende così lontano dall’Europa. La Germania Lolli l’aveva visitata da studente avendo scelto come lingua straniera il tedesco e in seguito c’era poi tornato come turista. Poco per iniziare a vivere in un Paese di fatto sconosciuto e con un incarico importante come Console Generale. La conoscenza scolastica della lingua l’ha aiutato molto consentendogli di esprimersi e di leggere anche se inizialmente non come avrebbe desiderato.
Alla vigilia della sua partenza per il Venezuela dove da agosto assumerà la carica di vice ambasciatore presso la rappresentanza diplomatica italiana a Caracas qual’è il sentimento dominante, quello di lasciare la Germania o quello di affrontare nuovi compiti in Paese molto lontano che attualmente affronta una fase molto critica e densa di incognite.
“Naturalmente mi dispiace lasciare Colonia dove mi sono sentito molto bene e dove ho svolto un lavoro che mi ha molto appassionato e che mi ha confermato nella mia vocazione di una carriera consolare. La Germania poi è un Paese con una qualità di vita molto alta e quindi sicuramente un po’ mi mancherà. Nello stesso tempo però sono molto eccitato dall’idea dei nuovi orizzonti che mi si aprono. Prima di venire a Colonia non avevo mai avuto vere esperienze di attività di carattere consolare. In precedenza avevo lavorato in Ambasciate dove riferivo a dei colleghi senza avere però dirette responsabilità decisionali. E’ stato a Colonia che ho avuto il primo incarico consolare di responsabilità, dove pur essendo ovviamente sottoposto all’Ambasciata di Berlino in molti questioni ho potuto prendere molte decisioni autonome. Per quanto mi riguarda, Colonia a livello professionale ed esistenziale è stata una esperienza molto positiva. Se poi essa sia stata positiva anche dal punto di vista della comunità questo spetta ai connazionali dirlo. Personalmente non mi arrogherei il diritto di parlare a loro nome. Credo che diverse cose siano state fatte, ritengo che ci sia stati molti progressi e peccato solo che mi è mancato il tempo necessario per altri nuovi progetti che volentieri avrei voluto realizzare. Forse è questo l’unico sentimento di rammarico che provo alla vigilia della mia partenza per il Venezuela”.
Quanti italiani iscritti all’Aire sono presenti nella circoscrizione consolare di Colonia?
“Circa 120mila connazionali, direi un numero decisamente significativo. Ci sono molte importanti circoscrizioni consolari italiane in Germania e Colonia insieme con Francoforte, Stoccarda e Monaco di Baviera è sicuramente tra queste”.
Un Console generale ha una gamma di incarichi piuttosto ampia. Dopo quasi quattro anni di attività a Colonia Lei quale metterebbe al primo posto?
“Bisogna distinguere due aspetti. Una è l’erogazione dei servizi consolari, come per esempio l’emissione dei passaporti. Questi servizi devono funzionare in maniera quanto meno dignitosa, anche se siamo chiaramente in un momento di grossa difficoltà anche da un punto di vista finanziario e quindi non possiamo fare miracoli. Questo settore è una delle colonne portanti dell’attività consolare. A questo riguardo credo di poter dire che abbiamo fatto un buon lavoro e raggiunto soddisfacenti risultati. I tempi di emissione di un passaporto in periodi lontani dai momenti di punta non vanno solitamente oltre i due o tre giorni anche se poi nei periodi di punta si può arrivare anche fino a un mese. Ecco perché lo scorso anno il Consolato Generale di Colonia ha avviato un progetto pilota per avvisare in tempo i connazionali iscritti all’AIRE della prossima scadenza del loro documento d’identità. “Conditio sine qua non” è che i connazionali abbiamo provveduto in precedenza a comunicare al Consolato il proprio indirizzo e-mail. Purtroppo la quantità delle e-mail che abbiamo attualmente nei nostri archivi è ancora decisamente molto inferiore al numero dei connazionali AIRE della nostra circoscrizione. Mi permetta di rivolgere attraverso il Corriere d’Italia prima di partire per il Venezuela un ultimo caloroso invito a tutti gli italiani della circoscrizione a inviare al Consolato il loro indirizzo e-mail, in modo che il nostro progetto abbia un futuro assicurato. L’altro pilastro dell’attività di un Consolato è quello che riguarda tutto ciò che non fa parte dell’erogazione di servizi consolari ma che concerne invece la valorizzazione della collettività all’estero. Qui – e Lei forse ha già capito che questo è stato un po’ il mio pallino – dal mio punto di vista il nodo cruciale è il successo scolastico dei nostri connazionali. Credo cioè che uno dei fini fondamentali, una volta assicurato il buon funzionamento dei servizi consolari di base, sia quello di aiutare la collettività a inserirsi meglio nel sistema scolastico facendo sì che al maggior numero di giovani possibile sia aperta la strada di percorsi formativi qualificanti e di livello avanzato. Questo per me è sempre stato il punto più importante e strategico, quello da me sempre più sentito tra le attività da me svolte a Colonia. Anche se poi ci sono state mille altre incombenze e mille casi umani che mi hanno preso moltissimo tempo. Dal mio modo di vedere però l’integrazione scolastica di qualità deve restare l’obiettivo principale. A questo riguardo devo però ammettere che il quadro è a tinte chiaro-scure, mentre credo di poter parlare con un certo orgoglio dei risultati ottenuti nel miglioramento dei servizi consolari. Purtroppo nello stesso tempo nel settore della scuola ho dovuto assistere alla chiusura dell’Istituto Italo Svevo, l’unico liceo paritario italiano in Germania che consentiva il proseguimento della carriera formativa in una università. La decisione di chiudere la Italo Svevo, originata da un’impossibile sostenibilità di carattere finanziario, presa durante il mio mandato costituisce per me una grossa amarezza. In luglio, finiti gli esami di maturità, faremo una festa, diciamo così di addio e però anche di ringraziamento, ricordando che la Italo Svevo ha aiutato molti giovani a sottrarsi a un destino di marginalità socio-culturale, prima, e socio-economica, poi”.
Il Consolato Generale di Colonia svolge anche un ruolo di sostegno di attività commerciali?
“Non in senso stretto, non abbiamo un mandato al riguardo. I nostri interventi sono limitati agli incontri con gli operatori italiani presenti alle fiere o ai convegni che si svolgono nel territorio della nostra circoscrizione consolare, in particolare alle fiere di Colonia e di Düsseldorf”.
Tra le ultime manifestazioni organizzate dal Console Generale Lolli va ricordata la partecipazione alla “Settimana della Cucina Italiana nel mondo” insieme con il locale Istituto di Cultura di Colonia e con l’Enit, Istituto nazionale del Turismo italiano. Sempre in tema di enogastronomia italiana, infine, non va dimenticato l’interesse dimostrato dal Console Emilio Lolli nei riguardi di quei ristoratori che hanno saputo coniugare il loro successo imprenditoriale con l’impegno sociale a favore della collettività italiana in Germania.