Partono ancora da Norimberga, Saarbrücken e Francoforte richieste di riapertura degli sportelli consolari
Risale al 12 dicembre scorso l’ultima richiesta del Comites di Norimberga al Sottosegretario agli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale Ricardo Merlo di voler rivolgere, finalmente, la sua attenzione all’impellente necessità di riapertura di regolari uffici consolari (regolari intesi come opposto di “onorari”) già soppressi prima nel 2010 e poi definitivamente nel 2014.
Ricordiamo ai nostri lettori che nel 2010 il Governo Berlusconi -ma lo aveva già fatto il Governo Prodi- ordinò una cura dimagrante alla rete consolare, toccando anche la Germania con la chiusura del Consolato Generale ad Amburgo, l’Agenzia Consolare di Mannheim e dei Consolati di prima classe a Norimberga e a Saarbrücken.
Franco Frattini, Ministro degli Affari Esteri, volle che però almeno a Norimberga e a Saarbrücken rimanessero aperti due sportelli consolari, con personale alle dipendenze dei consolati generali di Monaco di Baviera e di Francoforte sul Meno. Gli sportelli consolari si rivelarono funzionanti alla perfezione, con buona pace per le due numerose collettività.
Era l’inizio della “decentralizzazione dei servizi” tanto reclamata dai Comites della Germania.
Quattro anni di tranquillità interrotta nel 2014 dal Governo Renzi. All’epoca si prospetta all’orizzonte il panico della “Spending Review”. Il Governo italiano ordina ai Ministeri notevoli risparmi. Federica Mogherini, agli Affari Esteri, deve presentare una lista di chiusure per soddisfare il “rottamatore” Matteo e include, tanto per “allungare il brodo”, anche i due sportelli consolari a Norimberga e a Saarbrücken, ignorando che già lavorano in concreto a costo zero.
A Saarbrücken la situazione rasenta il vero e proprio scandalo. La Governatrice del Saarland, ora successore della Cancelliera Merkel alla guida della CDU, offre al Governo italiano un ufficio già attrezzato e a titolo del tutto gratuito per salvare dalla chiusura lo sportello consolare, venendo quindi incontro alle renziane esigenze di risparmio.
Il Sottosegretario agli Esteri Lapo Pistelli afferma il 5 agosto 2014, davanti al Senato: “Ho personalmente già accolto favorevolmente l’offerta di spazi gratuiti ad esempio di Saarbrücken e la Farnesina sta definendo con le autorità locali le intese per poter usufruire di tale interessante ed innovativa proposta che permetterà di assicurare alle collettività italiane in loco un ulteriore strumento leggero di offerta consolare, con presenza snella di personale MAE”.
Il risultato?
A settembre del 2014, lo sportello consolare si chiude lo stesso in barba alle affermazioni del Sottosegretario, nessuno ritira le chiavi dei locali messi a disposizione dalla Governatrice e buona notte al secchio! Bisogna aspettare fino all’8 dicembre del 2015, giorno dell’Immacolata Concezione, quando in quei locali, ancora oggi gratuiti, è piazzato un console onorario, certo avvocato Michael Hahn. Il console onorario Hahn prima decide di aprire l’ufficio al pubblico solo due giorni al mese per complessive sette ore e poi, con nonchalance, rifiuta pure la macchinetta per il prelievo delle impronte digitali per i passaporti, come se avesse detto, in buona sostanza, al Console di Francoforte: se vuoi le impronte digitali dei tuoi connazionali, manda qualcuno a prenderle, io non mi muovo! Nasce così il “funzionario itinerante” che, a spese dei contribuenti, nonostante la presenza di un console onorario, parte una volta al mese da Francoforte per Saarbrücken.
Bene, fin qui la storia, torniamo al presente.
Lucio Albanese, Giovanni Di Rosa e Calogero Ferro, rispettivamente presidenti Comites di Norimberga, Saarbrücken e Francoforte, chiedono al Sottosegretario Merlo di occuparsi una volta e per tutte della Germania. Mentre Di Rosa e Ferro sono ancora in attesa di una risposta da parte del Sottosegretario alla loro lettera datata aprile 2019, Albanese riceve posta da Ricardo Merlo:
“Egregio Presidente, faccio riferimento alla Sua comunicazione del 12 dicembre scorso per confermarle il mio personale impegno come membro di questo Governo, come anche del precedente, nel promuovere d’intesa con l’Amministrazione degli Affari Esteri una decisa inversione di tendenza rispetto alle scelte compiute nel recente passato che avevano portato alla chiusura di oltre 50 uffici consolari. L’apertura o riapertura di uffici consolari deve naturalmente avvenire secondo un ordine di priorità che tenga anche conto delle dinamiche della nuova mobilità italiana all’estero, oltre che evidentemente dei vincoli di bilancio. Gli sportelli consolari che stiamo ora promuovendo nella prospettiva di farne delle Agenzie consolari si trovano nelle Canarie e a Vitoria in Brasile, e stiamo verificando lo stesso anche per Manchester alla luce delle problematiche per la nostra collettività legate alla Brexit. Mi sono peraltro ben chiare le istanze espresse dal Comites da Lei presieduto relative a Norimberga e sono certo consapevole dell’enorme rilievo della nostra collettività residente in Germania. Per questo non mancherò di porre all’ordine del giorno anche il tema della nostra rete consolare in quel Paese in occasione delle regolari interlocuzioni con i competenti uffici della Farnesina e mi auguro ci sia comunque presto un’occasione d’incontro. Con l’occasione Le invio i più cordiali saluti.”
Sta verificando per Manchester? Come se la Brexit fosse stata annunciata ieri. Vincoli di bilancio? Come se nessuno avesse spiegato a Ricardo Merlo che un distaccamento di personale consolare a Saarbrücken o Norimberga non costerebbe un soldo.
Ordine di priorità che tenga anche conto delle dinamiche della nuova mobilità italiana all’estero? Come se non esistessero le statistiche sull’emigrazione italiana che evidenziano un flusso verso la Germania al primo posto.
A proposito, l’ex Ambasciatore d’Italia a Berlino Pietro Benassi, ora consigliere diplomatico del capo del Governo Giuseppe Conte, chiariva l’anno scorso che:
“a fronte di 700 mila connazionali presenti in AIRE, si stima una reale presenza di un milione di connazionali in suolo tedesco”.
Ecco, S.E. Pietro Benassi non potrebbe consigliare anche un poco Ricardo Merlo sulle reali priorità “delle dinamiche della nuova mobilità italiana all’estero”? Ma Ricardo Merlo lo sa che i nuovi emigrati vanno in Germania e non vengono in Argentina o in Venezuela?
Il Coordinatore dell’Intercomites Germania, Tommaso Conte, gli ha presentato i numeri a marzo dell’anno scorso, quando Ricardo Merlo era a Berlino. Il Senatore le ha dimenticate sul tavolo a Berlino quelle tabelle che gli rappresentavano una realtà spietata sulle spalle degli italiani in Germania, richiedenti servizi consolari dignitosi? Comunque sia, Tommaso Conte asseriva, e nessuno sinora l’ha contraddetto, che: “Nel 2010 in Germania la rete consolare contava 255 impiegati su una popolazione di 652.127 persone; avevamo cioè per ogni impiegato 2.557 connazionali. Alla fine del 2018 avevamo 186 impiegati su una popolazione di 800.689 persone, cioè un impiegato per 4.338 connazionali”.
C’è da temere che la realtà sia un’altra e di ordine pratico. Ricardo Merlo è il MAIE –Movimento associativo italiani all’estero- e il MAIE è Ricardo Merlo. Ora, il Maie sul territorio tedesco non ha radici e non ha elettori. Il Senatore è stato eletto in America latina ed è lì che si trova il baricentro della sua attenzione rivolta al suo bacino elettorale cui, per forza, deve dare soddisfazione.
Non manca il lato psicologico della vicenda con una personalità che parla l’italiano con l’accento argentino (è nato a Buenos Aires), e con uno stile di fare politica poco compatibile con la mentalità pragmatica mitteleuropea acquisita dagli italiani che vivono in Germania. Un esempio per tutti: Ricardo Merlo annuncia con toni enfatici di “Aver riaperto un Consolato a San Gallo, in Svizzera” e scopri che si tratta del solito console onorario, un semplice volontario, piazzato lì a fare numero. Ricardo Merlo annuncia l’apertura di un ospedale italiano in Venezuela e scopri che si tratta di una mera dichiarazione d’intenti con tempi di realizzazione, finanziamenti e gestione tutti da definire e via dicendo. Insomma un simpatico “suonatore mariachi”, che evita gente abituata a sentire Beethoven? Una specie di peronista, senza il carisma di Juan Domingo Peron e senza la vicinanza dell’immortale Evita?
Una cosa sia consolante per tutti. Ricardo Merlo un legame con l’Europa del Nord l’ha ed è importante. È stato insignito in Svezia dell’onorificenza di “Commendatore di Gran Croce dell’Ordine della Stella Polare”. Possa quella stella orientarlo verso la Germania una volta e per tutte, visto che ha almeno annunciato: ”Per questo non mancherò di porre all’ordine del giorno anche il tema della nostra rete consolare in quel Paese in occasione delle regolari interlocuzioni con i competenti uffici della Farnesina”.