Francesco Salomone per il terzo anno consecutivo tra i pizzaioli a Casa Sanremo
Per il terzo anno consecutivo Francesco Salamone, titolare della Pizzeria Trinacria di Pforzheim, città di centoventicinquemila abitanti a 60 km ad ovest di Stoccarda, ha fatto parte della squadra dei piazzaioli di Casa Sanremo.
L’agrigentino non si è sottratto alle nuove sfide, dettate dalla ristrutturazione e modifiche degli spazi di quest’anno.
Avendo concentrato su un solo piano tutta la ristorazione, il settore Pizze è triplicato passando così dalle 400 alle 1.200 pizze al giorno.
Nessun problema per Francesco che ha compensato la fatica con la gioia di poter vivere da vicino le emozioni che Sanremo riserva a tutte le generazioni, amanti della canzone italiana. L’intensità del clima di festa e dei repentini eventi sconfiggono anche il sonno e la stanchezza fisica.
Quest’anno poi Francesco Salamone era ancora più emozionato per la partecipazione de Il Volo cui è legato particolarmente, essendoci nella formazione del trio Piero Barone agrigentino come lui.
“L’esperienza di per sé, arricchisce la mia persona di anno in anno, sia a livello professionale, perché hai modo di poterti confrontare con i titolari delle migliori pizzerie di tutta Italia, sia a livello personale, vedendo i sacrifici che ogni collega fa per la propria attività. A livello culturale, sono abbastanza in linea con quelli che sono gli standard moderni di cucina italiana nel mondo”.
Che cosa ha significato per te l’essere stato riconfermato nello squadrone dei pizzaioli di Casa Sanremo?
Beh, non era per niente banale, né tantomeno scontata la mia riconferma. Perciò è stata sicuramente un’emozione forte e anche una grande soddisfazione, perché ciò significa che nei due anni precedenti ho lasciato un buon ricordo di me.
In quanti eravate?
Eravamo circa 30 pizzaioli, tutti italiani e tutti titolari di pizzerie in tutta Italia, dalla Sicilia fino al nord Italia, ovviamente fatta eccezione dei miei locali che si trovano a Pforzheim in Germania.
Che turni di lavoro hai avuto?
I turni a Sanremo non sono mai stancanti. Si fanno turni di 4 ore e sempre in buona compagnia. Pertanto, è sicuramente più il divertimento che la fatica
Hai mai avvertito stanchezza?
È difficile in quell’ambiente sentire la stanchezza, pur di stare a contatto con gli idoli che siamo abituati a vedere in tv, probabilmente ognuno di noi sarebbe disposto a fare anche dodici ore senza pensarci due volte.
Dove hai alloggiato e a quali condizioni?
Il gruppo di “Casa Sanremo Arena del Gusto” da 4 anni prende in affitto tutto un hotel nel centro di Sanremo, a circa 1,5 km da casa Sanremo. Le spese di trasferta e viaggio sono coperte dai miei sponsor.
Qual è stata la tua giornata-tipo?
Sveglia alle 10, colazione obbligatoria subito dopo Casa Sanremo. Dalle 14 alle 15 riposino in hotel e alle 18 tornavo dai miei colleghi a casa Sanremo per organizzare la nostra serata tra cene, locali frequentati dai vip e rocambolesche serate al Casinò di Sanremo, dove spesso mi sono ritrovato a giocare anche al tavolo con svariati cantanti e VIP.
Qual è stata la pizza “regina” di quest’anno?
Come ogni anno, la pizza più gettonata è, come in passato, la Margherita. Quest‘anno però si è avuto un incremento considerevole di mole di lavoro. Basti pensare che siamo passati dalle 400 pizze giornaliere degli scorsi anni alle 1200 – 1500 di quest’anno. I fattori che hanno dato il via a questo considerevole incremento è stata la mancanza del ristorante che era presente nelle passate edizioni e l’apertura di una pizzeria al piano superiore, gestita da Coca Cola, dove facevamo pizze a portafoglio e gratis per tutti gli ospiti. Per la pizza al portafoglio sono stato invitato al TG2, dove ho avuto modo di spiegare le curiosità relative alla nascita della pizza a portafoglio che risale al 1700 in alternativa alla pizza che conosciamo noi perché intesa come cibo da strada che oggi chiamiamo comunamente street-food.
Che tipo d’impasto avete privilegiato?
Quest’anno, vista la gran mole di lavoro, abbiamo fatto degli impasti “diretti “, dunque senza prefermenti come la biga o il polish e abbiamo realizzato pizze con un cornicione leggermente più pronunciato.
Che cosa sei riuscito a dare di te e quanto hai ricevuto da questa esperienza lavorativa?
Io cerco sempre di dare il massimo della mia esperienza e della mia professionalità. Mi è stata offerta la possibilità di discutere con due grosse aziende italiane sulla possibilità di una collaborazione con il ruolo di Brand Ambassador nel 2024, collaborazioni che ufficializzerò a breve.
Che retribuzione vi è stata corrisposta per i 10 giorni di lavoro?
La retribuzione è in base all’esperienza a Sanremo. La differenza è dovuta dal numero e dall’importanza dello sponsor che supporta ognuno di noi.
Avverti un ritorno d’immagine nella tua regolare attività di gastronomo a Pforzheim?
Fortunatamente sì. Tanti giornali, anche locali, hanno dato risalto alla mia esperienza, e questo contribuisce a farmi conoscere anche dalla popolazione tedesca, oltre al fatto che grazie ai social dove ho una buona cerchia di follower, c’è gente che si fa centinaia di chilometri tutte le settimane per venirci a trovare.
Tu sei paesano dell’agrigentino/narese Piero Barone de Il Volo. Sei riuscito ad incrociarlo e ad intrattenerti con lui?
Assolutamente sì. Siamo stati un po’ insieme e parlato dei nostri interessi comuni, come per esempio del Milan, passione che ci lega da sempre. Piero è un ragazzo straordinario, che merita tutto il successo ottenuto.
Era deluso dell’8° posto con la canzone Capolavoro?
Io ovviamente non potevo che fare il tifo per lui e per il suo gruppo. Direi che, classifica a parte, la loro esperienza è stata comunque trionfale e priva di critiche. Sicuramente la canzone avrà il suo successo popolare.
Ti aspettavi che quest’anno vincesse Angelina Mango, figlia dello scomparso Piero Mango?
Beh, direi una bugia a dire di no. Sono un suo grande ammiratore; ascolto la sua musica ed era sicuramente una delle possibili vincitrici. Poi, dopo aver visto l’esibizione del brano del defunto padre con cui è stata capace di far commuovere l’intero teatro Ariston, ho capito che la strada era spianata verso la vittoria.
Hai un’idea di quante tonnellate soprattutto di farina, pomodori, e mozzarelle avete consumato?
Ti posso garantire che si parla di numeri veramente alti, basti pensare che giornalmente si facevano dai 1000 a 1500 “panetti “e calcolando una media di 250 gr. a panetto parliamo di numeri che vanno dai 250 kg ai 375 kg giornalieri di impasto. Pomodoro e mozzarella direi in quantità industriali.
Qual è secondo te l’immagine che la gastronomia in genere e la pizza in particolare ne trae da Sanremo?
La pizza si conferma di essere uno dei pasti preferiti da ogni genere di persona: che siano cantanti, giornalisti, attori, o semplici operai non importa. La pizza riunisce tutti in unico “livello”: gli amanti del buon cibo.
Ti senti un privilegiato?
Beh, sicuramente avere la possibilità di proporre le mie pizze in una vetrina così importante è un privilegio assoluto. Per le 30 nomine sono veramente tanti gli aspiranti che tentano ogni anno di entrare a far parte di questo mondo.
Ritornerai a Sanremo anche l’anno prossimo per la 75ª Edizione che pare svolgersi già dal 25 gennaio all’8 febbraio?
Preferisco godermi il momento. Sono tornato carico, motivato e con tante novità da proporre ai miei clienti. Per il prossimo anno ci sarà modo e tempo di valutare il tutto.